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Pensieri sulla morte e finitezza della vita dopo i 30


mrjako

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IO.SI.TU.NO

Rispondo un po' a tutti quelli intervenuti nell'ultima pagina, non saprei veramente chi citare.
 

Io, ma vedo anche molti miei coetanei, a 30 anni abbiamo generalmente:

- più soldi che a 20 (Io ho circa 12-13 volte la disponibilità economica che da ventenne, altri più di me e altri meno)

- più libertà che a 20 (a 20 spesso si abita ancora con i genitori e si è, vuoi o non vuoi, ancora sotto il loro controllo)

- un bacino di possibili tipe da scopare che va dalle teen alle cinquantenni 

- per qualcuno (ma non per tutti); più consapevolezza sessuale, vita indipendente, casa comprata, auto non più in prestito dalla mamma, idee lavorative un minimo più chiare


Ma...

A 30 anni sei molto meno spensierato.

Il caffè preso di fretta con un amico a 30 anni, ha sostituito la partita a basket pomeridiana dei 20.

Le rotture di balle al lavoro che ti rendono indipendente, sostituiscono i 50€ di paghetta con cui facevi tutto il weekend.

Il prenotare un hotel e mangiare al ristorante in vacanza, sostituiscono la gita al mare con lo zaino e i panini.

Quando organizzi una serata tra amici a 30, tra chi è stanco, tra chi è scomparso quando si è fidanzato, tra chi ha figli, tra chi è depresso; non c'è più il gruppone di 15 amici che fanno serata insieme come a 20.
 

A vederla da un punto di vista razionale e calcolato, a 30 anni per molti è tutto meglio.

A vederla da un punto di vista puramente emotivo, a 20 ci si emoziona per certe esperienze che quando si è poi disillusi non ci fanno più così effetto.

Io potessi scegliere rivivrei i 5 anni tra i 20-25, ma con la stabilità economica e la libertà dei 30.

Ma non si può, per cui va beh, è la vita.

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Maldoner
1 ora fa, IO.SI.TU.NO ha scritto:

Ma...

A 30 anni sei molto meno spensierato.

Il caffè preso di fretta con un amico a 30 anni, ha sostituito la partita a basket pomeridiana dei 20.

Le rotture di balle al lavoro che ti rendono indipendente, sostituiscono i 50€ di paghetta con cui facevi tutto il weekend.

Il prenotare un hotel e mangiare al ristorante in vacanza, sostituiscono la gita al mare con lo zaino e i panini.

Quando organizzi una serata tra amici a 30, tra chi è stanco, tra chi è scomparso quando si è fidanzato, tra chi ha figli, tra chi è depresso; non c'è più il gruppone di 15 amici che fanno serata insieme come a 20.

Stesse cose che sto iniziando a vivere anche io.

Non c'è proprio modo di scampare a queste cose?

 

Modificato da Maldoner
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gort

È un tema filosofico. Non si possono liquidare delle riflessioni esistenziali con esempi pratici di come la vita sia migliore.

Per esempio non c'è denaro che possa comprare la salute o il tempo andato.

Ognuno reagisce diversamente. Dalla depressione alla fame di vita.

Più che spegnere il cervello pensando al presente, preferisco affrontare con il pensiero ciò che mi turba perché il benessere materiale non cura il male interiore, al limite lo allevia.

 

 

 

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IO.SI.TU.NO
6 ore fa, Maldoner ha scritto:

Stesse cose che sto iniziando a vivere anche io.

Non c'è proprio modo di scampare a queste cose?

 

Boh guarda, io credo che l'unica cosa sensata da fare sia di prendere il meglio di ciò che ti offre il presente senza auto-limitarsi.

Qualsiasi età uno abbia.

Riuscire a fare questo, è già un bel passo avanti.

Tanto è inutile ridire che indietro non si può tornare.

La tipa di un'altra classe con cui alle superiori mi appartavo in bagno mettendoci d'accordo per sms...

O l'emozione del giorno in cui ho preso la patente...

O il primo viaggetto con il motorino a 14 anni, che anche 100km sembravano infiniti..

Sono emozioni che non tornano più, sono impossibili da replicare, e hanno senso nel contesto e nell'età in cui sono accadute.

A 30 anni ce ne saranno altre.

Ad esempio la prima casa comprata...

Per qualcuno la nascita del primo figlio...

Per qualcuno l'apertura della propria azienda...


A me comunque ciò che mi fa paura, non è il realizzare la finitezza della vita, ma è il vivere ancora 50-60 anni di piattume...

Senza emozioni...

Senza novità eclatanti nella vita.

A 20 anni mi credevo immortale, ma non nel senso positivo del termine.

Era solo incoscienza, e ho fatto certe cose per cui per fortuna sono ancora al mondo per raccontarle.

Non è per forza la finitezza della vita che deve preoccuparci.

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Crescendo63
On 4/4/2021 at 2:44 PM, mrjako said:

Da quando ho lasciato i 20s è come se mi fossi d'un tratto reso più consapevole della finitezza della vita

Guarda, è un tema universale nella storia umana. Ci hanno pensato e scritto in tanti.

  • Ci fa paura la nostra impermanenza: sapere che un giorno non ci saremo più
  • Ci fa paura la nostra irrilevanza: sapere che quel che facciamo conta poco o nulla (nel grande schema delle cose)
  • Ci fa paura la nostra insignificanza: riconoscere di valere poco, contare poco, essere poco o nulla di fronte al mondo, ed essere presto dimenticato

Ed altre cose del genere, legate al nostro essere piccoli, temporanei e relativamente impotenti di fronte al mondo.

 

Ma i più ci si confrontano verso i 40-50 anni (la famosa "crisi di mezz'età"), per cui rendersene conto prima è un vantaggio: hai più tempo per affrontarla e porvi qualche rimedio.

IMHO, l'unica vera soluzione è vivere appieno, al meglio del proprio potenziale. Di modo che, di fronte alla morte, tu possa dire a te stesso "Ho vissuto tutto quello che potevo. Non ho rimpianti".

Spesso quelli che hanno più paura della morte, ce l'hanno perché non hanno vissuto pienamente la loro vita. E quindi temono di perderla senza nemmeno averla goduta. Come ricevere un pacco regalo, e non aprirlo nemmeno :-)

 

Quote

presto molta attenzione ad esempio quando incontro qualcuno a come porta gli anni [...]

Usali pure come spunti di riflessione... ma ricorda che i conti veri uno li fa solo e soltanto con se stesso.

C'è gente che si sbatte tanto per sembrare figo agli occhi altrui... Oppure segue tutte le regole sociali per apparire "normale"... ma quello non gli evita l'angoscia. Perché se non ti senti in pace con te stesso, quello che appari agli occhi altrui vale poco più di zero.

(in psicologia si chiama "locus of control", interno od esterno)

 

Quote

Prima a ste cose nemmeno ci pensavo, erano pensieri che non mi sfioravano neanche l'anticamera del cervello...

Ovvio! :-D

A 20 anni tutti si vedono immortali, pensano di avere davanti tutto il tempo del mondo, e di poter fare qualsiasi cosa. Ma è una specie di "delirio di onnipotenza": in realtà siamo foglie nel vento :-)

Prima uno si rende conto della realtà, meglio è per lui.

Perché la realtà non si adatta a noi. Ma se noi sappiamo adattarci a lei (e per farlo è necessario vederla come è), allora possiamo "cavalcare l'onda", invece di esserne travolti senza preavviso.

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25 minutes ago, Crescendo63 said:

Guarda, è un tema universale nella storia umana. Ci hanno pensato e scritto in tanti.

  • Ci fa paura la nostra impermanenza: sapere che un giorno non ci saremo più
  • Ci fa paura la nostra irrilevanza: sapere che quel che facciamo conta poco o nulla (nel grande schema delle cose)
  • Ci fa paura la nostra insignificanza: riconoscere di valere poco, contare poco, essere poco o nulla di fronte al mondo, ed essere presto dimenticato

Ed altre cose del genere, legate al nostro essere piccoli, temporanei e relativamente impotenti di fronte al mondo.

 

Ma i più ci si confrontano verso i 40-50 anni (la famosa "crisi di mezz'età"), per cui rendersene conto prima è un vantaggio: hai più tempo per affrontarla e porvi qualche rimedio.

IMHO, l'unica vera soluzione è vivere appieno, al meglio del proprio potenziale. Di modo che, di fronte alla morte, tu possa dire a te stesso "Ho vissuto tutto quello che potevo. Non ho rimpianti".

Spesso quelli che hanno più paura della morte, ce l'hanno perché non hanno vissuto pienamente la loro vita. E quindi temono di perderla senza nemmeno averla goduta. Come ricevere un pacco regalo, e non aprirlo nemmeno :-)

 

Usali pure come spunti di riflessione... ma ricorda che i conti veri uno li fa solo e soltanto con se stesso.

C'è gente che si sbatte tanto per sembrare figo agli occhi altrui... Oppure segue tutte le regole sociali per apparire "normale"... ma quello non gli evita l'angoscia. Perché se non ti senti in pace con te stesso, quello che appari agli occhi altrui vale poco più di zero.

(in psicologia si chiama "locus of control", interno od esterno)

 

Ovvio! :-D

A 20 anni tutti si vedono immortali, pensano di avere davanti tutto il tempo del mondo, e di poter fare qualsiasi cosa. Ma è una specie di "delirio di onnipotenza": in realtà siamo foglie nel vento :-)

Prima uno si rende conto della realtà, meglio è per lui.

Perché la realtà non si adatta a noi. Ma se noi sappiamo adattarci a lei (e per farlo è necessario vederla come è), allora possiamo "cavalcare l'onda", invece di esserne travolti senza preavviso.

Mi hai riportato in mente tante vecchie considerazioni che avevo fatto e mi hai sollevato un po' l'umore. 

Grazie :) 🌻

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  • 5 settimane dopo...

Ero convinto di morire prima dei 30 anni, ci speravo, ho sempre trovato la morte più affascinante della vita.

Ma sfiga vuole che a 34 anni sono ancora qui.

Però ammetto che dai 30 ad ora , ho vissuto più intensamente che da quando ho memoria ai 30 anni , lo faccio per rispetto verso quei bastardi che vorrebbero vivere ma muoiono al mio posto.

Comunque tranquillo, a quarantanni dicono che migliora.

Modificato da Fajan
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  • 10 mesi dopo...
mrjako

@leavingmyheartcome affronti i pensieri sul tempo che passa?

Poco fa si è aggravata una vicina di casa, mi ha fatto riflettere sul come può finire tutto all'improvviso...

La sera quando esco i miei coetanei sembrano spariti, tutti adolescenti o poco più che ventenni, mi viene un pizzico di nostalgia dell'età in cui sei invincibile e niente può accaderti, sento che sono sempre più vicino al tempo degli inconvenienti

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leavingmyheart
1 ora fa, mrjako ha scritto:

@leavingmyheartcome affronti i pensieri sul tempo che passa?

Poco fa si è aggravata una vicina di casa, mi ha fatto riflettere sul come può finire tutto all'improvviso...

La sera quando esco i miei coetanei sembrano spariti, tutti adolescenti o poco più che ventenni, mi viene un pizzico di nostalgia dell'età in cui sei invincibile e niente può accaderti, sento che sono sempre più vicino al tempo degli inconvenienti

 

 

è perché non c'hai un cazzo a cui pensare 😁

solo i nullafacenti hanno la crisi dei 30

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