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Giovani, ex e con figlia...


Absens

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Absens

Buonasera a tutti! Ho valutato attentamente prima di scrivere la mia storia su un forum, ma sono giunto alla conclusione che potrebbe servire per giungere a nuove conclusioni, conclusioni che potrebbero aiutarmi, rendermi più consapevole, e a cui, finora, potrei non essere giunto. Sono giovane, ho 25 anni, stessa età della mia, oramai, ex compagna. Siamo diventati genitori due anni e mezzo fa. Dopo i primi 4 mesi di relazione lei resta incinta. La notizia lascia sconvolti noi e, ancor di più, le nostre rispettive famiglie. Nonostante non avessi intenzione alcuna di diventare padre, accetto la nuova situazione, mi rendo disponibile a supportarla, ad assumermi ogni responsabilità e cerco di tranquillizzarla circa la questione economica, divenuta, giustamente, qualcosa da tenere in gran considerazione. Lei, invece, in un primo momento accoglie di buon grado la notizia, per poi avere un brusco cambio di rotta che la porta a voler fare quanto in suo potere per abortire, scontrandosi con il mio pensiero, opposto. Alla fine decide di non andare fino in fondo soltanto perché i tempi per l’aborto farmacologico erano scaduti. Pertanto, non se la sente di andare avanti in un altro modo. Lo so, è una motivazione del cazzo per scegliere di tenere un figlio. Forse, non è mai stata troppo convinta o, forse, la mia vicinanza, unita al fatto che l’avessi provata a tranquillizzare, per quanto possibile, anche sull’aspetto economico può averla portata a scegliere di portare avanti la gravidanza e non sottoporsi ad un trattamento chirurgico che avrebbe potuto avere serie ripercussioni tanto dal lato fisico quanto psicologico. Scegliamo di andare a convivere. In realtà, spingo io su questa decisione, tanto per cambiare, poiché reputavo importante, conoscendoci da poco, iniziare ad approfondire il rapporto, iniziare a prendere consapevolezza delle responsabilità di una casa, di una quotidianità vissuta insieme. Insomma, familiarizzare con il concetto di  famiglia, poiché lo stavamo per diventare, prima della nascita del bebè, affinché non ci trovassimo con un figlio tra le mani, essendo poco più che due sconosciuti.  Da qui in poi proseguirò dettando quindi perdonate eventuali errori. Alla fine andiamo  a convivere e nel momento in cui la convivenza prende piede iniziano a venire fuori sempre più le nostre differenze, tanto valoriali quanto caratteriali. Dal canto mio, mi sono dato da fare sin da subito per trovare lavoro e cercare di portare quante più entrate possibili in casa e, insieme alla mia famiglia, ho praticamente mantenuto questa ragazza fino alla fine della gravidanza, pagando tutto, dall’affitto, alle bollette, finanche alla benzina per consentirle di spostarsi, perché la sua famiglia di origine aveva deciso di abbandonarla completamente a livello economico. In realtà, fu il padre a negarle sostentamento e la madre, mantenuta da quest’ultimo, poiché divorziata, non proferì parola per evitare di inimicarsi l’ex marito. Loro non erano  d’accordo né che lei tenesse questo bambino né tantomeno che venissi a vivere con me, vuoi perché non avevano preso bene la notizia della gravidanza per la giovane età,  vuoi perché non si era creato un buon rapporto con i suoi familiari sin dall’inizio.  basti pensare che quando io mi recavo al lavoro all’epoca facevo il cameriere le chiedevo di non di non salire sulle sedie insomma di non mettersi in pericolo poiché da sola in casa e puntualmente invece lei continuava a fare anche queste cose nonostante capisse che fossero rischiose, perché, sostanzialmente,  non ho mai voluto che nessuno le potesse dire quello che doveva fare o non doveva fare, a prescindere da quanto fosse sensato il messaggio che le si provava a far arrivare e per questo spesso. E comunque le nostre problematiche ci sono anche durante la gravidanza ci sono queste problematiche familiari perché tra le due famiglie non c’è un buon rapporto la mia famiglia non non concepisce come possano aver abbandonato la figlia incinta senza soldi. Tra le famiglie i conflitti si inaspriscono. Noi cerchiamo di andare avanti, di non farci coinvolgere troppo, di pensare alla nostra situazione, però anche lì vengono fuori ulteriori diversità, per esempio per quanto riguarda la gestione della gravidanza dove io, per il suo bene, la invoglio ad informarsi, a far valere i suoi diritti come donna, ad essere consapevole di quello a cui sarebbe andata incontro, attraverso il web, la lettura di libri sull’argomento e corsi preparto.  Era inconcepibile per me, essendo una persona che si informa e che cerca di non lasciarla al caso le questioni importanti, trovarsi nel 2018 a non avere idea di come comportarsi in certe situazioni che, tra l’altro, ti riguardano da vicino come donna. Gli scontri si verificano ancora, perché lei non vuole sapere, non vuole avere ansie, vuole rimanere nell’ignoranza ed affrontare il tutto come verrà, anche se questo vorrà dire trovarsi impreparata. Questo atteggiamento di superficialità sarà costante nel nostro rapporto.  D’altronde, come sosteneva, mica tutte le donne incinte arrivano al parto correttamente informate. Questo atteggiamento di reticenza a conoscere qualsiasi cosa che non fosse il ballo ed il canto, sue passioni ed esclusivi interessi, ci porta spesso a trovarci in conflitto. Eppure, lei era arrivata anche ad ammettere di avere limiti in questo senso. Tuttavia, non ha mai fatto nulla per cambiare. Le cose non sono migliorate con la nascita della bambina, anzi. Sono aumentati i motivi per dibattere. Lei, inoltre, ha sviluppato un attaccamento alla figlia come fosse soltanto la sua, pur essendo stato io un padre sempre presente per tutto.  Nel 2019 e mi si riacutizza una patologia di cui soffrivo da bambino proprio quando noi eravamo in procinto di fare un trasloco per cambiare casa e spostarci in una casa un po’ più grande e io per per la stessa patologia in quel momento non posso effettuare sforzi fisici lei non lo capisce e pensa che voglia lasciare tutto il carico degli scatoloni insomma tutte le questioni più rognosi fisiche su di lei sulla mamma e sulle persone che ci stavano aiutando quando invece io le spiego più volte che non era assolutamente così cerco di dare comunque il mio contributo nei limiti perché durante la riacutizzazione della patologia non potevo effettuare purtroppo sforzi fisici sfortuna voluto che si ripresentasse proprio nel momento clou in cui dovevamo traslocare. Dopodiché, traslochiamo nella nuova casa, ma il nostro rapporto continua ad essere conflittuale alternato da momenti di calma. La nostra intimità dalla nascita della bimba è caduta a picco. Abbiamo provato a recuperarla, ma senza riuscirci mai davvero. Lei non è mai stata portata per i rapporti di coppia, figuriamoci per i sacrifici inevitabili ed i compromessi che vanno trovati in un rapporto ed in una famiglia. Abbiamo fatto per pochi mesi una terapia di coppia proposta da me per tentare di ritrovare l’amore e salvare la nostra famiglia. Lei non voleva farla, ma si lasciò convincere, ponendo come limite massimo sei mesi, durante i quali più volte voleva interromperla, ma sotto mia insistenza proseguiva. L’ho scoperta che si stava addirittura risentendo col suo ex fidanzato durante quei mesi, lasciato a ridosso della morte del padre, perché non le dava più attenzioni( noi ci conoscemmo che stava ancora con lui è una settimana prima di lasciarlo definitivamente già si baciava con me e se non le avessi detto io di mettere prima le cose in chiaro con lui e poi di continuare con me chissà quanto sarebbe durata la tresca). Di questi sei mesi, alla fine, ne ha fatti solo quattro, più come contentino a me che per un vero bisogno da parte sua. O meglio, forse il bisogno c’era, ma era riferito ad un eventuale senso di colpa che diceva che le avrei fatto provare. Non arriviamo alla fine di questa terapia anche perché a gennaio premetto noi percepivamo il reddito di cittadinanza perché la situazione lavorativa era quella che era lei non ha mai voluto lavorare in questi anni ha voluto proseguire nei suoi studi mentre io mosso da un senso di responsabilità ho messo da parte quello che volevo fare per dedicarmi al lavoro anche quando percepiamo il reddito di cittadinanza perché le avevo sempre detto che non potevamo affidarci soltanto a quello per poter andare avanti invece lei l’ha utilizzato come cuscinetto per non lavorare e proseguire gli studi che poi ha finito. Il fesso sono stato io. Comunque, a causa di alcune manovre fatte da lei e dalla madre sul suo conto bancario, ci sospendono la misura, nonostante l’avessi più volte messa in guardia, e ci ritroviamo nei guai. Per fortuna, riesce a trovare un impiego come segretaria e con qualcosa che porto io e l’aiuto delle famiglie tiriamo avanti. La rottura questa volta, però, sembra insanabile ed inevitabile . Stremato e sfiduciato, acconsento, finalmente per lei, alla sua richiesta di separarci ( prima avevamo deciso di rimanere in casa, ma separati, poi decide che non le sta più bene). Nel tentativo di prendersi la bambina per sè, cosa a cui ha sempre mirato, inizia a registrare le nostre discussioni e addirittura mi denuncia per maltrattamenti. Con dolore, le lascio la casa e vado via, cercando di far valere il più che posso i miei diritti come padre. Ad oggi, siamo con i rispettivi avvocati e lei non accenna a voler trovare un accordo. Vuole che sia un tribunale a decidere il da farsi. Vi starete chiedendo, a questo punto, perché abbia raccontato questa storia su un portale di seduzione? Ebbene, nonostante tutto, sento la sua mancanza. È la madre di mia figlia, è una donna che ho amato. Ho commesso anche io i miei errori. Forse, su certe cose sono stato troppo rigido, troppo giudicante, troppo severo nel sottolineare le nostre differenze, nel mettere l’accento su ciò che fosse giusto o sbagliato. Senza dubbio ho anch’io la mia parte di colpa, come in tutti i rapporti. Mi chiedo, però, come sarei potuto essere diverso con una donna che sostiene che la giovane età sia un buon motivo per cambiare idea sui propri sentimenti verso un partner da un giorno all’altro. Insomma, ho sempre pensato di avere dei buoni motivi per dire ciò che dicevo. Potrei raccontare di come mi abbia voltato le spalle durante la riacutizzazione di una patologia di cui soffri da bambino e la cui ricomparsa, inaspettata, mi abbia gettato nello sconforto. Non c'è stata. Mi giudicava, perché, a sua detta e nonostante la intimassi di informarsi bene, l’avevo abbandonata durante il trasloco ad occuparsi dei carichi fisici( non potevo fare sforzi in quel momento). Potrei raccontare diversi di episodi emblematici, ma non servirebbe, allungherei solo ulteriormente il brodo, vanificando ogni tentativo di non dilungarmi troppo. Qualora vogliate saperne di più, tuttavia, non avrò problemi ad aggiungere dettagli. Veniamo ad oggi: questa donna mi manca, mi manca la nostra famiglia, mi sento un fallito per non aver dato a mia figlia un’unione familiare, ma per averle, invece, dato a poco più di due anni l’opposto di una famiglia. Ho provato, ma ho fallito in questo progetto ed è anche per questo che fa male. Quando vedo lei e la bimba penso a ciò che non avrò più; quando rivedo la casa che fino a poco fa è stata anche casa mia; quando rivedo quelle foto, incorniciate, di noi due insieme e di noi con la bimba... in quei momenti mi sento morire. Il pensiero di lei con un’altra persona...Non dovrei provare quello che provo. D’altronde, non potevo trascinare da solo questo rapporto per sempre, ma non posso fare a meno di pensare al futuro. Se avremo modo di ricongiungerci, essendo anche giovani. Consigliatemi e perdonate la lunghezza del messaggio. Grazie a tutti coloro che avranno la pazienza di leggere.

Modificato da Absens
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Absens

Come ho detto, ad un certo punto ho proseguito con la dettatura. Perdonate errori e ripetizioni all’interno del messaggio. Rileggendolo, ne è pieno.

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Madonna de dio però, a chi hai dettato, al cane? 

Comunque bella merda. Praticamente hai ingravidato una pazza scatenata.

Sei giovane e devi imparare dai tuoi errori,  non si può leggere che ci tieni ancora a questa. 

L'unica cosa che puoi fare è cercare di avere dei rapporti quantomeno civili con lei, solo perché avete una figlia beninteso. Altrimenti dovresti sparire dalla faccia della terra, far finta che non esista. 

Ti consiglio di fare del tuo meglio per crescere tua figlia nel migliore dei modi perché rischia di venir su pazza come la madre e non ne ha nessuna colpa, ma prima devi fare un grosso cambio di mindset, ma grosso tanto. 

Detto questo io non ho figli per cui mi fermo qua, probabilmente arriverà qualcun altro che ne ha che sarà più saggio di me a riguardo. 

Intanto ti uppo il thread 

  • Grazie! 1
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Slev1n

Con occhio esterno, ovviamente, faccio anch'io fatica a capire come tu possa ancora essere legato sentimentalmente alla tua ex compagna. Però son consapevole del fatto che, per quanto una relazione possa essere/essere stata tossica, non sia comunque facile chiudere del tutto.

Il consiglio che mi sento di darti è quello di dimenticarla completamente dal punto di vista sentimentale e andare avanti con la tua vita, mantenendo comunque un rapporto civile per il solo bene di tua figlia. 

Cercherei inoltre di trovare qualche accordo con lei per quanto riguarda vostra figlia, in modo che possiate essere entrambi presenti nella sua vita e crescerla. Se non c'è proprio modo, cerca di tutelarti il più possibile dal punto di vista legale.... anche se, purtroppo, in Italia c'è un sessismo assurdo verso gli uomini quando c'è un figlio di mezzo.

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Back Door Man

Interessante.

Anche solo l'analisi dei fatti.

Prima cosa che mi viene in mente: tutto il peso è sulle spalle del maschio.

Ci sono delle spinte sociali e biologiche.

Per te, protagonista: sono interessanti i fatti se ti svincoli dal ruolo sostenuto.

Ci abbiamo una figlia (unica?) che ha una famiglia che le sta stretta. Il padre è quello che sostiene economicamente la famiglia. La figlia diventa grande e figlia, il padre la sfancula. Ora la mantiene il marito. Poi c'è la separazione. Lei si prende la casa con una falsa accusa di maltrattamenti (consigliata - è di moda).

L'ex marito la pensa sempre.

Ma l'ex marito è un giovane di 25 anni. E' il momento di cominciare una nuova vita.

Dell'attaccamento nei confronti di lei te ne devi fregare. Anche i sequestrati si attaccano ai rapitori. E' la famosa sindrome di Stoccolma. Non serve a un cazzo. Devi vivere.

 

 

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Premetto che mi sono venute le palpitazioni leggendo il tuo post.

Avendo vissuto una separazione ed avendo anche io una figlia, ti capisco molto bene. I primi tempi sono durissimi e il fulcro di tutto è questo

14 ore fa, Absens ha scritto:

Veniamo ad oggi: questa donna mi manca, mi manca la nostra famiglia, mi sento un fallito per non aver dato a mia figlia un’unione familiare, ma per averle, invece, dato a poco più di due anni l’opposto di una famiglia. Ho provato, ma ho fallito in questo progetto ed è anche per questo che fa male.

è la fase più faticosa, quella in cui devi tirare fuori una forza che nemmeno tu pensavi di avere. Ti assicuro, tutto passa, anche se adesso ti sembra impossibile. So bene che quando hai dei valori e credi nella famiglia e  va tutto a puttane ti senti di aver fallito nell'unica cosa che contava davvero nella vita.

ora sai che devi fare? accettare la cosa, non tornare da lei, lasciala andare e vai oltre, cerca di uscire con altre (quando sarai pronto) ,del resto sei anche molto giovane.

L'avvocato che dice in merito al fatto che lei sta ostacolando il rapporto con tua figlia?

Non voglio attribuirmi dei meriti, ma mai e poi mai ho fatto la guerra al mio ex mettendo in mezzo nostra figlia, credo sia veramente da coglioni, per i primi 2 anni abbiamo litigato pesantemente ma la bimba ne stava fuori, mai usata per ripicca o cose del genere. Adesso siamo amici, ci vogliamo bene.

Se ne hai la possibilità, fatti seguire da un terapeuta per elaborare la faccenda

Ultima cosa: da ciò che hai scritto lei è molto immatura e sicuramente non era pronta a mettere su famiglia, per cui penso che, per quanto tu possa avere delle responsabilità (che comunque  dal tuo racconto non riesco a vedere), le cose sarebbero comunque andate così .

 

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evolutionator
14 hours ago, Slev1n said:

Con occhio esterno, ovviamente, faccio anch'io fatica a capire come tu possa ancora essere legato sentimentalmente alla tua ex compagna.

che è quello che mi chiedo anch'io, dopo tutto quello che ha fatto

 

14 hours ago, Back Door Man said:

Prima cosa che mi viene in mente: tutto il peso è sulle spalle del maschio.

fino a un certo punto, nel senso, la figlia comunque immagino starà per la maggior parte dalla madre

 

15 hours ago, Absens said:

inizia a registrare le nostre discussioni e addirittura mi denuncia per maltrattamenti.

non ho capito, è riuscita a dimostrarlo in tribunale?
ho uno zio con due figlie, la ex moglie ha (sta) cercato di rovinargli la vita in tutti i modi, ma fin lì non è mai riuscita ad arrivarci

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51 minuti fa, evolutionator ha scritto:

che è quello che mi chiedo anch'io, dopo tutto quello che ha fatto

quello che lui sente è perfettamente normale e nessuno dovrebbe stupirsene.

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Absens

Noi ci vediamo regolarmente, anche troppo, sia per la bambina, sia perché vado a portare a spasso quella povera bestia del cane che abbiamo in comune. Preso di comune accordo, me ne sono quasi sempre occupato io, tranne un breve periodo dove se ne è occupata lei. Appena è nata la bimba, il cane non è più esistito. Comunque, ci sentiamo praticamente tutti i giorni e solo per questioni riguardo la piccola. Ieri sera ero passato a casa sua per prendere delle cose e, pensate che ridicolo, con una scusa ho cercato di capire se si stesse frequentando già con un altro. Ultimamente, la vedevo più curata e preparata del solito. Ha detto di no, ma che se anche fosse nel prossimo futuro non dovrebbe dar conto a nessuno, poiché single e libera. Oggi, invece, ci siamo visti per portare la bambina a fare una vaccinazione. Insomma, distaccarsi è veramente ma veramente difficile, condividendo varie responsabilità e oneri. Lei non ha minimamente risentito della rottura. Il suo obiettivo era trovarsi senza vincoli, senza qualcuno a cui dar conto , e vorrebbe far si di essere nella stessa condizione anche per quanto riguarda la gestione di nostra figlia.

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Absens
3 ore fa, LSDB83 ha scritto:

Premetto che mi sono venute le palpitazioni leggendo il tuo post.

Avendo vissuto una separazione ed avendo anche io una figlia, ti capisco molto bene. I primi tempi sono durissimi e il fulcro di tutto è questo

è la fase più faticosa, quella in cui devi tirare fuori una forza che nemmeno tu pensavi di avere. Ti assicuro, tutto passa, anche se adesso ti sembra impossibile. So bene che quando hai dei valori e credi nella famiglia e  va tutto a puttane ti senti di aver fallito nell'unica cosa che contava davvero nella vita.

ora sai che devi fare? accettare la cosa, non tornare da lei, lasciala andare e vai oltre, cerca di uscire con altre (quando sarai pronto) ,del resto sei anche molto giovane.

L'avvocato che dice in merito al fatto che lei sta ostacolando il rapporto con tua figlia?

Non voglio attribuirmi dei meriti, ma mai e poi mai ho fatto la guerra al mio ex mettendo in mezzo nostra figlia, credo sia veramente da coglioni, per i primi 2 anni abbiamo litigato pesantemente ma la bimba ne stava fuori, mai usata per ripicca o cose del genere. Adesso siamo amici, ci vogliamo bene.

Se ne hai la possibilità, fatti seguire da un terapeuta per elaborare la faccenda

Ultima cosa: da ciò che hai scritto lei è molto immatura e sicuramente non era pronta a mettere su famiglia, per cui penso che, per quanto tu possa avere delle responsabilità (che comunque  dal tuo racconto non riesco a vedere), le cose sarebbero comunque andate così .

 

Ciao e grazie, innanzitutto, per aver commentato. Legalmente parlando, lei rischia solo ed esclusivamente se la bambina non me la fa vedere. Il nostro ordinamento giuridico è tremendo in materia di diritto di famiglia. La legge stessa consente determinate prevaricazioni ed abusi di potere. Noi padri, quando le donne sono sul piede di guerra, possiamo solo rivolgerci ad un tribunale, affinché in quanto super partes, si pronunci in merito alla gestione della prole. Eravamo sul punto di accordarci pacificamente, ma le sue richieste assurde, del tipo che la bambina avrebbe potuto dormire con me solo quando lo avrebbe richiesto esplicitamente, altrimenti nulla, o che se non fossi stato in grado di garantirle una vacanza estiva, economicamente parlando, non avrei potuto tenerla con me durante l’estate ( di solito durante il periodo estivo vengono dati dai 7 ai 15 giorni in cui il figlio può “vivere” con il genitore non collocatario). Per Pasqua, ad esempio, non mi ha concesso di tenerla con me nè il giorno di Pasqua, nè la Pasquetta.  L’ha voluta lei entrambi i giorni ed è rimasta a casa dei nonni a festeggiare insieme alla mamma. È una situazione orribile. Ci dicono che in questi casi occorre buon senso, ma non ne vedo. In realtà, non l’ho mai visto su nulla. 

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