Vai al contenuto

Affrontare il lato più oscuro dopo la Fine di una LTR


Quintessenza

Messaggi raccomandati

saekonogami

L'unico libro che ho letto sulla PNL (l'unico perché troppe cose non mi hanno convinto) c'è un particolare che mi è rimasto in testa

Richard Bandler spiegava in maniera molto semplicistica, pure troppo per i miei gusti, quello toccato in parte  da@Sensei10

Ossia nel caso della rottura improvvisa, scriveva che a quella persona è successo qualcosa che ha mutato la sua chimica cerebrale e se prima gli piacevi ora non gli piaci più, quindi non vi è un motivo particolare per cui è avvenuta quella rottura. È così e basta. 

 Le sue reazioni elettro chimiche nell'amigdala sono cambiate. 

Io personalmente non riesco proprio a pensarla come in questa teoria. 

Ho sempre lasciato per un motivo preciso, avvenimenti che mi hanno spento il valore e di conseguenza anche l'attrazione fisica che provavo verso qualcuno. 

E quando sono stata lasciata io, ho sempre cercato di capire, a volte anche con il diretto interessato. 

Negarsi ad un confronto di questo tipo, sempre per come sono fatta io, per me è peggio della rottura in se. 

Posso accettare qualsiasi verità, seppur dolorosa, piuttosto delle mie autoflagellazioni senza fine. 

 

 

 

  • Mi piace! 1
  • Grazie! 1
Link al commento
Condividi su altri siti

Tony Montana
30 minutes ago, saekonogami said:

Richard Bandler spiegava in maniera molto semplicistica, pure troppo per i miei gusti, quello toccato in parte  da@Sensei10

Ossia nel caso della rottura improvvisa, scriveva che a quella persona è successo qualcosa che ha mutato la sua chimica cerebrale e se prima gli piacevi ora non gli piaci più, quindi non vi è un motivo particolare per cui è avvenuta quella rottura. È così e basta. 

 Le sue reazioni elettro chimiche nell'amigdala sono cambiate.

Leslie Cameron, la prima moglie di Bandler, chiese il divorzio non appena Grinder smise di collaborare con un cocainomane violento e quindi Bandler smise di fare soldi facili a palate da un giorno all'altro.

La chimica cerebrale dell'opulenza.

Modificato da Tony Montana
  • Haha 2
Link al commento
Condividi su altri siti

Tony Montana

Doppio...

Modificato da Tony Montana
Link al commento
Condividi su altri siti

saekonogami
27 minuti fa, Tony Montana ha scritto:

Leslie Cameron, la prima moglie di Bandler, chiese il divorzio non appena Grinder smise di collaborare con un cocainomane violento e quindi Bandler smise di fare soldi facili a palate da un giorno all'altro.

La chimica cerebrale dell'opulenza.

Ecco

Vedi che ho fatto bene a non leggerlo più 😅

Infatti qualche concetto che mi era piaciuto non era suo ma di Milton Erickson 

  • Mi piace! 1
Link al commento
Condividi su altri siti

Sensei10
1 ora fa, thehappyunicorn ha scritto:

È molta carne al fuoco quella che metti, e offri molti spunti su cui posso solo fermarmi a riflettere senza dire altro. Ma su questa parte che quoto no, su questa ho qualcosa da dire. Ci sono varie possibili interpretazioni su perché lei sia andata lo stesso. Onestamente il fatto che lei sia cambiata è una ipotesi, ma se mi permetti non è  per me la più probabile. Dovrei andare a rileggere la tua storia, ma così, su due piedi (anzi, sono seduto,  quindi su quattro piedi), e peccando di presunzione,  direi che è più probabile che non sia affatto cambiata, ma che quella che conoscevi era solo uno spicchio della sua personalità, e che ti abbia nascosto la mancanza di empatia (come cazzo fai ad andare in vacanza lì? Vuol dire che non gliene sbatte un emerito cazzo di ciò che provi tu. No empatia? Ai ai ai ). La terza ipotesi, molto molto probabile anch'essa, è che voglia dimostrare qualcosa a lei e anche a te. Voglia pretendere che non stia soffrendo, vuole metterti sotto o mettersi sopra lei, vedila come vuoi. In pratica ha anche lei in azione la parte ribelle della mente che fa di tutto per negare il dolore, ma che abbiamo visto non dare risultati, anzi. Sto nettamente esagerando con la speculazione, perdonami. Ad ogni modo  non mi sembra sia una persona che valga la profondità del tuo carattere. La domanda, sempre la stessa, sorge spontanea: come fa ad essere la tua one itis ? Ah, è una domanda retorica ovviamente. La faccio a me stesso ogni giorno davanti allo specchio. Solo che ora uso lo specchietto viso, quello curvo che evidenzia pure i punti neri. Lo tengo in mano mentre sto seduto sulla tazza. È il luogo giusto per ruminare sulla questione

Non lo è più da diverso tempo, infatti. Ma il mio è solo un esempio, a me di dove è andata e con chi interessa molto poco. Io dico solo che avrei cambiato meta, non vorrei fornire particolari ma ho degli eccellenti punti a mio favore per affermarlo. E guarda, non uso aggettivi a casaccio.

Però devo dirti la verità, non so perché hai citato questo passaggio, credo di non aver ben capito, ho scritto talmente tanto che non vorrei dilungarmi ancora. Aggiungo solamente che i discorsi sui lati conosciuti e meno conosciuti ecc. sono alla base del mio ragionamento. E la conclusione è: evidentemente, il lato ultimo che ho visto e che oggi è probabilmente preponderante, non fa per me. Non bisogna essere monolitici, tutti abbiamo mille sfaccettature e ci adeguiamo ai contesti, ma, fondamentalmente, con alcune persone tendiamo ad essere leali ed onesti il più possibile. Almeno io lo faccio e mi costa anche, perché ad alcuni può piacere, a molti altri no. Ma meglio saperlo prima, che dopo. 

1 ora fa, ArmandoBis ha scritto:

Scusami, ma continuo a non capire.

La tua storia è esattamente uguale a tutte le altre.

Nessuno viene qui a lamentarsi di essere stato lasciato.

Se siamo un minimo cresciuti, sappiamo che le separazioni fanno parte della vita.

Il punto è che tutti parlano di rottura improvvisa (salvo qualche lieve nuvola) e immotivata (salvo cazzate che sembrano inventate lì per lì) ed è questo di cui non riescono a capacitarsi.

Poi, se andiamo a vedere, sembra che molte volte la rottura sia stata preceduta da un rapporto particolare, come potevamo immaginarlo nelle nostre fantasie.

Credevamo di aver incontrato il partner ideale.

Invece... l'è inscì.

Perdonami, mi sono perso quel passaggio dove dicevo di aver vissuto la storia più eccitante che il mondo abbia mai conosciuto. Non lo trovo, stavo semplicemente rispondendo al post di @thehappyunicorn

Dopodiché ho risposto al tuo post, portandoti un esempio. Ci riprovo: non è tanto il rialzarsi dopo la sconfitta, che è sacrosanto e benefico per non rimanere a terra feriti. E' anche analizzare come si è perso. Tu giochi a scacchi, giusto? Conosci il livello della tua bravura. Ecco:

- Se perdi contro un campione, sai già dall'inizio che stai correndo un rischio. Quando lo vedrai esultare, la prenderai con sportività, ci hai provato. 

- Se perdi contro uno del tuo livello, ad armi pari, potrai essere dispiaciuto ma rivedendo le tue mosse capirai dove hai sbagliato. Quando festeggerà, ti verrà in mente l'errore e in un primo momento maledirai quel nanosecondo in cui hai optato per una mossa anziché per un'altra.

- Se perdi contro qualcuno che costantemente bara, lì per lì rimarrai attonito a chiederti se davvero sei bravo come pensavi, ma poi, trovando le irregolarità, avrai una conferma. Quando mostrerà il suo sorriso gaudente in giro, saprai che non sei tu quello che ha perso, perché imbrogliare non ti serve per continuare a giocare.

E comunque, un solo appunto: ritenere le storie tutte uguali è quantomeno opinabile, Armando. E sai perché? Perché raccontate nero su bianco si somigliano, poi devi calarle nelle realtà che viviamo. E sarà ben diverso se qualcuno ha 20 anni e altri 40, se sono relazioni nate in un luogo di lavoro o in una località balneare, se vieni lasciato per un tradimento o perché stai con una persona che prende psicofarmaci e mille altre sfumature che le differenziano. Su questo non sono per niente d'accordo, ma non per me, per chiunque. Inutile che io mi metta a fare paragoni con il racconto di un ragazzo di 18 anni che perde la verginità, si innamora e viene lasciato perché la fanciulla trova un altro più sgamato. Abbiamo tutti dei percorsi diversi, a cominciare dalle città in cui viviamo, mi sorprende non poco la tua visione appiattita.

  • Grazie! 1
Link al commento
Condividi su altri siti

ArmandoBis
18 ore fa, Sensei10 ha scritto:

(...)

Perdonami, mi sono perso quel passaggio dove dicevo di aver vissuto la storia più eccitante che il mondo abbia mai conosciuto. Non lo trovo, stavo semplicemente rispondendo al post di @thehappyunicorn

Dopodiché ho risposto al tuo post, portandoti un esempio. Ci riprovo: non è tanto il rialzarsi dopo la sconfitta, che è sacrosanto e benefico per non rimanere a terra feriti. E' anche analizzare come si è perso. Tu giochi a scacchi, giusto? Conosci il livello della tua bravura. Ecco:

- Se perdi contro un campione, sai già dall'inizio che stai correndo un rischio. Quando lo vedrai esultare, la prenderai con sportività, ci hai provato. 

- Se perdi contro uno del tuo livello, ad armi pari, potrai essere dispiaciuto ma rivedendo le tue mosse capirai dove hai sbagliato. Quando festeggerà, ti verrà in mente l'errore e in un primo momento maledirai quel nanosecondo in cui hai optato per una mossa anziché per un'altra.

- Se perdi contro qualcuno che costantemente bara, lì per lì rimarrai attonito a chiederti se davvero sei bravo come pensavi, ma poi, trovando le irregolarità, avrai una conferma. Quando mostrerà il suo sorriso gaudente in giro, saprai che non sei tu quello che ha perso, perché imbrogliare non ti serve per continuare a giocare.

E comunque, un solo appunto: ritenere le storie tutte uguali è quantomeno opinabile, Armando. E sai perché? Perché raccontate nero su bianco si somigliano, poi devi calarle nelle realtà che viviamo. E sarà ben diverso se qualcuno ha 20 anni e altri 40, se sono relazioni nate in un luogo di lavoro o in una località balneare, se vieni lasciato per un tradimento o perché stai con una persona che prende psicofarmaci e mille altre sfumature che le differenziano. Su questo non sono per niente d'accordo, ma non per me, per chiunque. Inutile che io mi metta a fare paragoni con il racconto di un ragazzo di 18 anni che perde la verginità, si innamora e viene lasciato perché la fanciulla trova un altro più sgamato. Abbiamo tutti dei percorsi diversi, a cominciare dalle città in cui viviamo, mi sorprende non poco la tua visione appiattita.

Può essere. Però io guardavo gli aspetti strutturali. E questi mi sembrano sempre uguali.

Anch'io, quando guardo me stesso, rifuggo dalle solite formulazioni. Ma devo ammettere che se io fossi un altro e dovessi giudicarlo, userei proprio quelle stesse formulazioni. 

Certo, io vedo la cosa dall'interno, e sono convinto che "non è tutto lì".

Ma chi dall'esterno mi guarda e vede tante altre storie simili alla mia, è naturalmente portato ad affermare che "sì, è tutto lì".

 

  • Grazie! 1
Link al commento
Condividi su altri siti

Sensei10
1 minuto fa, ArmandoBis ha scritto:

Può essere. Però io guardavo gli aspetti strutturali. E questi mi sembrano sempre uguali.

Anch'io, quando guardo me stesso, rifuggo dalle solite formulazioni. Ma devo ammettere che se io fossi un altro e dovessi giudicarlo, userei proprio quelle stesse formulazioni. 

Certo, io vedo la cosa dall'interno, e sono convinto che "non è tutto lì".

Ma chi dall'esterno mi guarda e vede tante altre storie simili alla mia, è naturalmente portato ad affermare che "sì, è tutto lì".

 

Questo senz'altro, siamo portati a sintetizzare sia nei racconti sia nelle opinioni. È un forum, nessuno si conosce. La dinamica è sempre quella: pensavo, credevo, ritenevo, e invece no. 

Però ovviamente non è poi tutto così schematico. 

Spero comunque di averti spiegato il mio punto di vista sul senso di sconfitta che molti provano, che definirei, pensandoci, più che altro impotenza. A volte è una croce che ci tiriamo addosso da soli, come se ci ponessimo in una condizione di inferiorità rispetto a chi lascia e anche, talvolta, a chi ci sostituisce. Ma sono giochini della mente. Siamo sempre coloro che hanno attratto, con le nostre capacità, le nostre passioni, la nostra bellezza (e si, dai, c'è anche quella pur se soggettiva). Non è mica vero che chi si allontana da noi poi sta meglio. Spesso è l'opposto. Io posso solo dire che se una persona è felice senza di me, e vale anche per un'amicizia, per quanto possa sembrare triste o paradossale, è meglio per tutti. Evidentemente non esiste più reciprocità di intenti, né attrazione, né affinità di altro tipo. Insomma, se io vado a nord e l'altra a sud c'è poco da pensare e da salvare. Bisogna volersi bene, per volere davvero il bene altrui.

 

Link al commento
Condividi su altri siti

ArmandoBis
2 ore fa, Sensei10 ha scritto:

Questo senz'altro, siamo portati a sintetizzare sia nei racconti sia nelle opinioni. È un forum, nessuno si conosce. La dinamica è sempre quella: pensavo, credevo, ritenevo, e invece no. 

Però ovviamente non è poi tutto così schematico. 

Spero comunque di averti spiegato il mio punto di vista sul senso di sconfitta che molti provano, che definirei, pensandoci, più che altro impotenza. A volte è una croce che ci tiriamo addosso da soli, come se ci ponessimo in una condizione di inferiorità rispetto a chi lascia e anche, talvolta, a chi ci sostituisce. Ma sono giochini della mente. Siamo sempre coloro che hanno attratto, con le nostre capacità, le nostre passioni, la nostra bellezza (e si, dai, c'è anche quella pur se soggettiva). Non è mica vero che chi si allontana da noi poi sta meglio. Spesso è l'opposto. Io posso solo dire che se una persona è felice senza di me, e vale anche per un'amicizia, per quanto possa sembrare triste o paradossale, è meglio per tutti. Evidentemente non esiste più reciprocità di intenti, né attrazione, né affinità di altro tipo. Insomma, se io vado a nord e l'altra a sud c'è poco da pensare e da salvare. Bisogna volersi bene, per volere davvero il bene altrui.

 

C'è un film che ha avuto molto successo ai tempi, Harry ti presento Sally.

La trama è ingegnosa. I due protagonisti si conoscono da giovanissimi durante un lungo viaggio in macchina, ma fra i due non scatta una particolare simpatia.

Anni dopo si ritrovano: lui è felicemente accoppiato con una donna, lei è lì lì per sposarsi.

Senonché, lei scopre che lui la tradisce e manda tutto a monte.

Lui invece viene lasciato per un altro uomo.

I due, accomunati dalle sventure, diventano amici. Ma quello ad avere subito il trauma maggiore sembra essere lui. Infatti, quando in un vernissage incontra la ex con il suo nuovo compagno, vede un uomo gradevole sul piano estetico, ma soprattutto disinvolto e così sicuro di sé da presentarsi privo di qualsiasi ostentazione.

Insomma, niente da dire: se trovare un partner comporta l'accaparrarsi il miglior prodotto disponibile sul mercato, la sua ex aveva fatto un'ottima scelta.

Da qui, il profondo senso di smarrimento del protagonista.

  • Mi piace! 1
Link al commento
Condividi su altri siti

Sensei10
57 minuti fa, ArmandoBis ha scritto:

Insomma, niente da dire: se trovare un partner comporta l'accaparrarsi il miglior prodotto disponibile sul mercato, la sua ex aveva fatto un'ottima scelta.

Da qui, il profondo senso di smarrimento del protagonista

Il film che citi, e che conosco, conferma però che quando due persone affiatate  si incontrano, nonostante le rispettive peripezie, sono quasi destinate a stare insieme. Ma, considerazione sulla pellicola a parte, la scena dell'incontro mi dà uno spunto prezioso. 

C'è un senso innato di competizione nell'essere umano, non saprei dire se si tratta di istinto di sopravvivenza residuo o selezione biologica o altro. Però forse la chiave è anche questa. In questo thread, diversi utenti hanno paventato una situazione rovesciata (la ex con un nuovo decisamente peggiore), tuttavia la sostanza non cambia. Competizione.

E forse poi sta tutto qui. Perciò scrivevo che pensare gli ex per come li conosciamo noi è profondamente errato. Finché useremo loro come metro di misura di noi stessi, non otterremo mai il risultato sperato. Perché loro non ci sono più e, giocoforza, ricorreremo alle immagini migliori che abbiamo. Ma le immagini non sono mai fatti. Puoi fotografare una blatta con un obiettivo 105 ed ottenere particolari stupefacenti, tuttavia la blatta resta tale.

I fatti ci consegnano altro. Gente che fugge. O che inganna. Che si stufa, che trova un pretesto, che si rimangia la parola. Sono tutti comportamenti che, traslati nelle abitudini quotidiane, eviteremmo a priori, se solo potessimo conoscere il futuro. 

Con ciò non voglio cadere nel tranello opposto e svalutare in modo infantile l'ex di turno. Chiaramente manterrà gli aspetti positivi che abbiamo visto, se non rivoluziona la propria vita. Bisogna prendere atto che, comunque e molto spesso, ciò che ci viene svelato alla fine del rapporto ne rappresenta la reale natura e ne offusca le qualità. Non possiamo prendere la gente a pezzi e farci andare bene solo ciò che ci va: se per mesi, anni, mi ripeti che ami il rosso ed un giorno confessi di amare più il verde, beh, grazie, ma potevi farmelo sapere per tempo. Apprezzo il tentativo di venirmi incontro, ma adesso c'è un problema: a me il verde non piace e lo avevo anche dichiarato.

Quindi, tornando al principio, non c'è un motivo che sia uno per fare dipendere la nostra condizione da quella di un altro. Non è così che funziona, non può funzionare. E se è umano sentirsi smarriti in alcuni particolari momenti, è altrettanto umano sentirsi differenti e risolti, specialmente di fronte ai nostri fantasmi.

 

  • Mi piace! 2
Link al commento
Condividi su altri siti

Crea un account o accedi per lasciare un commento

Devi essere un membro per lasciare un commento

Crea un account

Iscriviti per un nuovo account nella nostra community. È facile!

Registra un nuovo account

Accedi

Sei già registrato? Accedi qui.

Accedi Ora
×
×
  • Crea Nuovo...