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Ho deciso di chiudere, ma cazzo se fa male


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Breve sfogo, ho bisogno di buttar giù due righe.

Lei è una mia ex collega di lavoro, di quei lavori estivi nel sud italia in cui si vive e lavora tutti insieme per 2 mesi.

Abbiamo iniziato a frequentarci verso metà stagione fino a qualche giorno fa, in cui sono tornato a casa, molto, troppo distante dalla sua (vivo al nord e lei a sud).

In poco tempo abbiamo vissuto un sacco di esperienze fantastiche insieme, e mi ha sempre detto che sono stato l’unico a farle provare tali emozioni.

Inutile dirvi che ci ho proprio perso la testa. 
 

Tanto da non accorgermi di tutti i problemi derivanti dalla distanza e quindi del frontale che prima o poi avrei dovuto prendermi, “con una macchina che tra noi due posso guidare solo io.” 
 

Oggi ho deciso di darle un calcio e spingerla via dalla macchina, per evitarle il frontale, che probabilmente non avrebbe sentito comunque (mi piace pensare di averla “salvata”, anche se so che non è così).

Preciso che ci ho provato, per un paio di giorni, a massaggiarci, ma non ce l’ho fatta. La voglia di vederla, toccarla, guardarla negli occhi, farci sesso e il pensiero di non poterlo fare se non una volta ogni mese (se tutto va bene) mi facevano e mi hanno tutt’ora bruciare lo stomaco.

Quel calcio glie l’ho dato scrivendole che non voglio più sentirla, e verbalizzando il dolore che provo nel prendere una decisione simile.

Lei ha capito, credo, non lo so, non importa.
 

Adesso sono nel limbo di chi non sa se ha fatto una cazzata incredibile o ha preso la decisione migliore della propria vita, perché sto male uguale. 

Mi appello a chi ci è passato: come si gestisce un peso del genere? 
 

Non cerco soluzioni alternative o un metodo per dimenticarla, non voglio dimenticarla. 
 

Vorrei sapere come avete fatto, se ciò vi ha reso più forti, se alla fine è stata la cosa più giusta da fare. 

Sapere di non essere solo e quindi essere compreso è sempre stata l’unica cosa che mi ha aiutato nei momenti di difficoltà.

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Sensei10

La cosa più giusta da fare è fare la cosa giusta. 

Non voglio giudicarti, ma, se pensi di averla salvata, in cuor tuo tutto questo dispiacere forse non c'è. O forse ho capito male, e ti chiedo scusa. In ogni caso, se ritieni che sia stata una scelta inevitabile, non rimproverarti.

Mi fa sorridere solo una cosa, che se tu fossi stato lasciato, ti direbbero tutti: lei ha un altro cazzo su cui saltare.

 

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1 minuto fa, Sensei10 ha scritto:

La cosa più giusta da fare è fare la cosa giusta. 

Non voglio giudicarti, ma, se pensi di averla salvata, in cuor tuo tutto questo dispiacere forse non c'è. O forse ho capito male, e ti chiedo scusa. In ogni caso, se ritieni che sia stata una scelta inevitabile, non rimproverarti.

Mi fa sorridere solo una cosa, che se tu fossi stato lasciato, ti direbbero tutti: lei ha un altro cazzo su cui saltare.

 

Mi sarò espresso male. Per “salvata” intendo l’essermi preso la responsabilità di prendere una decisione del genere, e non farle sentire il dolore che sto sentendo io in questo momento.

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Sensei10
Adesso, TheFil ha scritto:

Mi sarò espresso male. Per “salvata” intendo l’essermi preso la responsabilità di prendere una decisione del genere, e non farle sentire il dolore che sto sentendo io in questo momento.

No, credo che tu ti sia espresso benissimo. Ma salvata da cosa esattamente? Da un rapporto che poteva trascinarsi tra mille problemi, arrivando comunque ad una fine? Perché se è così, ripeto, non discuto la tua sofferenza, ma c'è un enorme carico di razionalità. 

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Adesso, Sensei10 ha scritto:

No, credo che tu ti sia espresso benissimo. Ma salvata da cosa esattamente? Da un rapporto che poteva trascinarsi tra mille problemi, arrivando comunque ad una fine? Perché se è così, ripeto, non discuto la tua sofferenza, ma c'è un enorme carico di razionalità. 

Esattamente da questo. 

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Sensei10
2 minuti fa, TheFil ha scritto:

Esattamente da questo. 

Non so perché tu abbia preferito la sofferenza ad un futuro con lei, seppure accidentato. È qualcosa che per me resta un mistero, anche se la tua scelta poi la fanno in molti. 

Ti ripeto che a parti invertite avrei pensato che era già tutto deciso da tempo. Nel tuo caso non sarà così, non discuto.

Personalmente, mi sarei fermato prima, il prezzo del dolore è alto. La distanza, tanto, c'era già. Ma capisco che con il senno di poi siamo tutti bravi a parlare.

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Sbobbi

Ho avuto una storia a distanza (>600km, paesi diversi), iniziata per caso e con una delle intensità più forti mai provate. Personalmente sono uno da "finché non ci sbatto la testa" non mollo, per cui quando è finita ho fatto un frontale ai 200 allora. Però ti dico, i presupposti c'erano, se non ci avessi provato avrei vissuto nel rimorso. E, se davvero ci credi, molto meglio andare fino in fondo che vivere nella paura di farsi del male. Non so la tua situazione ma ricorda che nel lungo termine il rimpianto fa più male di un "non è andata".

Con lucidità cerca di vedere anche un altro aspetto: nelle relazioni a distanza la partner potrebbe anche sembrarti più affascinante e coinvolgente di quello che realmente è. I ricordi tendono ad essere bellissimi proprio perché hai vissuto tutto in pochi giorni, la quotidianità e di conseguenza i momenti di noia spesso sono assenti. Tutto si concentra in un lasso di tempo estremamente breve in cui si tende a dare reciprocamente il meglio di sé. Cerca di capire se la tua è enfatuazione o se veramente ne vale la pena.

Nel caso proseguiate, chiaramente ci deve essere la volontà di entrambi. Tu ormai mi sembra di aver capito la decisione l'abbia già presa. Se scrivi di "aver salvato lei" forse non ne sei così convinto. Se lei ti ha lasciato andare senza battere troppo ciglio forse anche lei non ne è cosi convinta. Cerca di capire nei prossimi giorni come ti senti, quanto e se ti manca. Qualora ci fosse dell'orgoglio di mezzo lasciatelo da parte, è una gran cazzata

 

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skyluke
Il 4/10/2021 at 18:26, TheFil ha scritto:

Breve sfogo, ho bisogno di buttar giù due righe.

Lei è una mia ex collega di lavoro, di quei lavori estivi nel sud italia in cui si vive e lavora tutti insieme per 2 mesi.

Abbiamo iniziato a frequentarci verso metà stagione fino a qualche giorno fa, in cui sono tornato a casa, molto, troppo distante dalla sua (vivo al nord e lei a sud).

In poco tempo abbiamo vissuto un sacco di esperienze fantastiche insieme, e mi ha sempre detto che sono stato l’unico a farle provare tali emozioni.

Inutile dirvi che ci ho proprio perso la testa. 
 

Tanto da non accorgermi di tutti i problemi derivanti dalla distanza e quindi del frontale che prima o poi avrei dovuto prendermi, “con una macchina che tra noi due posso guidare solo io.” 
 

Oggi ho deciso di darle un calcio e spingerla via dalla macchina, per evitarle il frontale, che probabilmente non avrebbe sentito comunque (mi piace pensare di averla “salvata”, anche se so che non è così).

Preciso che ci ho provato, per un paio di giorni, a massaggiarci, ma non ce l’ho fatta. La voglia di vederla, toccarla, guardarla negli occhi, farci sesso e il pensiero di non poterlo fare se non una volta ogni mese (se tutto va bene) mi facevano e mi hanno tutt’ora bruciare lo stomaco.

Quel calcio glie l’ho dato scrivendole che non voglio più sentirla, e verbalizzando il dolore che provo nel prendere una decisione simile.

Lei ha capito, credo, non lo so, non importa.
 

Adesso sono nel limbo di chi non sa se ha fatto una cazzata incredibile o ha preso la decisione migliore della propria vita, perché sto male uguale. 

Mi appello a chi ci è passato: come si gestisce un peso del genere? 
 

Non cerco soluzioni alternative o un metodo per dimenticarla, non voglio dimenticarla. 
 

Vorrei sapere come avete fatto, se ciò vi ha reso più forti, se alla fine è stata la cosa più giusta da fare. 

Sapere di non essere solo e quindi essere compreso è sempre stata l’unica cosa che mi ha aiutato nei momenti di difficoltà.

 

Guarda sicuramente le storie a distanza hanno delle difficoltà da gestire. Però se ti dava emozioni forti (e la stessa cosa valeva per lei) dal mio punto di vista tanto valeva viversela fino alla fine, magari consapevoli che il giocattolo alla lunga si sarebbe rotto e magari lei avrebbe trovato qualcuno più vicino, ma almeno avresti comunque passato qualche ottima giornata.

Quindi la cosa migliore da fare per me era lavorare sulla propria consapevolezza che non sarebbe durata.... ma perchè non cogliere i frutti fin quando potevi?

Hai scritto di volerla salvare, io sinceramente non capisco. Se a lei la storia al momento stava bene non la salvavi in questo modo, se la storia non le stava più bene vai tranquillo che ci pensava da sola a salvarsi.

Comunque ognuno fa le tue scelte. Se persisterai a non sentirla più sicuramente le cose si raffredderanno e ci penserai di meno.

Modificato da skyluke
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Inviato (modificato)
24 minuti fa, skyluke ha scritto:

 

Guarda sicuramente le storie a distanza hanno delle difficoltà da gestire. Però se ti dava emozioni forti (e la stessa cosa valeva per lei) dal mio punto di vista tanto valeva viversela fino alla fine, magari consapevoli che il giocattolo alla lunga si sarebbe rotto e magari lei avrebbe trovato qualcuno più vicino, ma almeno avresti comunque passato qualche ottima giornata.

Quindi la cosa migliore da fare per me era lavorare sulla propria consapevolezza che non sarebbe durata.... ma perchè non cogliere i frutti fin quando potevi?

Hai scritto di volerla salvare, io sinceramente non capisco. Se a lei la storia al momento stava bene non la salvavi in questo modo, se la storia non le stava più bene vai tranquillo che ci pensava da sola a salvarsi.

Comunque ognuno fa le tue scelte. Se persisterai a non sentirla più sicuramente le cose si raffredderanno e ci penserai di meno.

Mi dava sì emozioni forti, ma purtroppo negative. 

Non volevo salvare lei in quanto persona.

Volevo salvare lei in quanto ricordi di esperienze fantastiche vissute insieme finché è stato possibile. 

Credo che la differenza la faccia proprio il fatto che la storia non sia stata sempre a distanza, in realtà non lo è stata mai, se non per pochi giorni. 

Abbiamo vissuto insieme due mesi per lavoro. 

Poi son rimasto da lei qualche altro giorno, poi son dovuto tornare a casa mia a 600km da lei. 

Già due giorni dopo il mio ritorno a casa ho iniziato a percepirla in un modo che non mi piaceva. Avevo come la sensazione di star annebbiando nella mia mente e nella sua ciò che abbiamo vissuto, portando un rapporto nato in una situazione di convivenza a trasformarsi forzatamente in una relazione a distanza, fatta di messaggi su whatsapp.

Il dubbio di aver fatto una cazzata ovviamente c’è, ma non credo che ormai si possa tornare indietro. 

Sono ancora molto triste e un po’ incazzato.
 

Sono incazzato perché non ci sto capendo nulla. 
 

Il senso di solitudine, i dubbi, immaginare che lei sia già passata oltre mentre io sono ancora fermo mi rendono poco lucido e non so davvero come agire. 
 

Vorrei solo fermarmi e respirare, ripulire il buffer, tornare a pensare con lucidità, ed essere convinto delle mie decisioni. 
 

Probabilmente chiedo troppo…

Modificato da TheFil
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PapuPetagna
Il 4/10/2021 at 18:26, TheFil ha scritto:

Breve sfogo, ho bisogno di buttar giù due righe.

Lei è una mia ex collega di lavoro, di quei lavori estivi nel sud italia in cui si vive e lavora tutti insieme per 2 mesi.

Abbiamo iniziato a frequentarci verso metà stagione fino a qualche giorno fa, in cui sono tornato a casa, molto, troppo distante dalla sua (vivo al nord e lei a sud).

In poco tempo abbiamo vissuto un sacco di esperienze fantastiche insieme, e mi ha sempre detto che sono stato l’unico a farle provare tali emozioni.

Inutile dirvi che ci ho proprio perso la testa. 
 

Tanto da non accorgermi di tutti i problemi derivanti dalla distanza e quindi del frontale che prima o poi avrei dovuto prendermi, “con una macchina che tra noi due posso guidare solo io.” 
 

Oggi ho deciso di darle un calcio e spingerla via dalla macchina, per evitarle il frontale, che probabilmente non avrebbe sentito comunque (mi piace pensare di averla “salvata”, anche se so che non è così).

Preciso che ci ho provato, per un paio di giorni, a massaggiarci, ma non ce l’ho fatta. La voglia di vederla, toccarla, guardarla negli occhi, farci sesso e il pensiero di non poterlo fare se non una volta ogni mese (se tutto va bene) mi facevano e mi hanno tutt’ora bruciare lo stomaco.

Quel calcio glie l’ho dato scrivendole che non voglio più sentirla, e verbalizzando il dolore che provo nel prendere una decisione simile.

Lei ha capito, credo, non lo so, non importa.
 

Adesso sono nel limbo di chi non sa se ha fatto una cazzata incredibile o ha preso la decisione migliore della propria vita, perché sto male uguale. 

Mi appello a chi ci è passato: come si gestisce un peso del genere? 
 

Non cerco soluzioni alternative o un metodo per dimenticarla, non voglio dimenticarla. 
 

Vorrei sapere come avete fatto, se ciò vi ha reso più forti, se alla fine è stata la cosa più giusta da fare. 

Sapere di non essere solo e quindi essere compreso è sempre stata l’unica cosa che mi ha aiutato nei momenti di difficoltà.

Io non ho capito: è stata una decisione tua?

Modificato da PapuPetagna
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