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La pazienza


thehappyunicorn

Messaggi raccomandati

15 minuti fa, thehappyunicorn ha scritto:

Non l'ho mai fatto, ma credo sarebbe divertente farlo a una che non li porta.

Comunque vale anche per voi.

Infatti io l'ho imparato sentendo l'effetto che mi faceva quando ricevevo un complimento su qualche dettaglio molto specifico su cui avevo riposto attenzione.

Nova, fai a un uomo:

'mi piace il tuo bracciale ' se ne ha uno, oppure

'mi piace il tuo orologio' 

Per l'orologio però, per alcuni uomini è tipo una ossessione, e alcuni orologi sono molto cari, ed il gesto può essere visto in modi differenti.

Un compimento su un loro dettaglio diciamo, ma dettaglio scelto, non fisico . Fisici è molto più forte. Quindi è meno sottile, non lo puoi dire così facile a tutti.

Prova con me, ho rotto il bracciale dell'orologio un mese fa, ora al suo posto ho un braccialetto, mai portati braccialetti prima:

'hai un bel braccialetto, happyunicorno '

'Grazie Nova, anche tu hai dei begli orecchini :) '

 

Questo suggerimento lo applico già...peró finalmente anche dei consigli generici di comportamento rivolti alle donne. Grazie, è ció che di solito cerco, ma trovo raramente qui. 💙

 

  • Grazie! 1
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17 minuti fa, thehappyunicorn ha scritto:

Nova!

Io non ho anelli 😡

 

Avrai delle mani già affascinanti di loro...😉

  • Grazie! 1
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thehappyunicorn

 

@Celeste

'cosa hai qui? ' andando con due dita sul suo viso, alla guancia, per togliergli come una ciglia caduta lì. Poi fai 'ah... è nulla' e gli fai una mini carezza, come involontaria

Io faccio questo sulle spalle vostre, fingo ci sia un capello, e fingo di toglierlo, e cerco contatto 

Più che il gesto in sé guardo alla reazione,la predisposizione al contatto. Se sono intimorite o accettano senza esitazione il mio avvicinarmi 

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thehappyunicorn

LE SENSAZIONI, o meglio, Il 'The gut feeling'

 

Mi scrivo con una ragazza veramente particolare. È quella che nel td di @Scannachiappoloavevo definito con un 'emana un campo magnetico di distanza'.

Volevo dirvi che ho capito da cosa deriva, l'avevo capito già allora, ma non avevo pazienza di descriverlo.

A livello di comunicazione la sento molto vicina a me, eppure non riuscivo ad approssimarmi fisicamente, proprio sentivo che non era il caso. Voglio qui, nel mio td di fiducia, spiegarvi meglio cosa avessi fatto in quella sera che ero uscito con lei. Dopo essermi reso conto che a livello mentale eravamo in completa sintonia, ma a livello fisico ero come bloccato, perché sentivo il tal campo magnetico, stavamo tornando verso la mia macchina, e dovevamo per farlo percorrere un lungo viale cittadino, con la fascia pedonale ampia, e spazi verdi da entrambi i lati. Una di notte. Il mese scorso, o giù di lì. Eravamo solo io e lei in pratica, e questo viale sarà lungo un chilometro o più. Lo percorrevamo stando nel mezzo della larghezza e per terra c'erano linee che seguivano il viale (che è lungo e dritto), linee dritte e parallele. Ora, nel mentre parlavo a lei, ho preso riferimento con una linea sotto i miei passi. E poi impercettivamente (lei non può in nessun modo aver capito cosa stesi facendo) ho iniziato ad avvicinarmi a lei, prendendo come riferimento una linea del viale. Mi sono così accorto che se mi avvicinavo di cinque centimetri, lei si allontanava (senza rendersene conto) di altrettanti. Ecco il campo magnetico. Ecco le 'sensazioni' che si provano. È il nostro copro che sente senza che noi lo sappiamo.

C'è una parte due con questa ragazza, avvenuta pochi giorni fa. Lei in macchina con me seduti lungo la via che da sul mare, con il riscaldamento acceso e scuro fuori. E lei che mentre mi parla del suo mondo interiore (assolutamente pazzesco), si lascia prendere la mano da me e accarezzare.

Mi sento con lei come un rompighiaccio Sovietico a tentare di percorrere la rotta del mare del Nord. 

Mi distrugge i nervi questa donna. Infatti mi piace per questo. Possibilità di successo: 10%. Ho le eliche quasi distrutte dalla placca artica, ma avanzo ancora, a fatica

Ah, le ho anche spiegato in macchina questa cosa della linea che le ho fatto senza che se ne accorgesse. Mi ha guardato quindi con fare curioso, credo pensando cosa altro le stessi facendo, mentre le giravo il pollice sulla pelle interna della mano che le stringevo

 

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thehappyunicorn
SULL'ESSERE ONESTO
(su una onesta omissione)
 
Ho provato sulla mia pelle che non si vive bene nella disonestà.
Rimane quindi come unica opzione quella di cercare, per lo meno cercare, di agire in onestà. Semplice esclusione di termine in equazione logica binaria.
Questo non per principi morali particolari, ma come conseguenza del fatto che, in disonestà non si vive tranquilli. O per lo meno, io non vivo tranquillo. 
 
Ora conosci una donna.
Poi conosci due donna.
E conosci tre donna.
I numeri sono il nome. Non il numero. Ecco perché donna resta al singolare.
Le conosci, ma non dici a una che conosci anche due, come non dici a due che conosci anche tre. E a tre di anche uno. Né ogni possibile combinazione intermedia di anche.
Ma sei onesto, perché non è affar loro ciò. Loro faranno lo stesso, pensi tu, e non è affar tuo sapere cosa fanno loro. Quindi conosci. E poi conosci di più diciamo. E scopri che sono persone affini a te. Non ci sei innamorato. Ma riconosci che sono persone valide. E una donna valida ha i suoi piani di vita, le sue aspettative. Probabilmente figli che vuole ad esempio. 
   Tu lo sai, lo senti, 
   anche se mai te lo hanno fatto presente,
   o detto a chiari intenti, 
   accuratamente.
(Toh, una piccola poesia, così, alla cazzo di budda)
Tu lo sai, ma loro non hanno messo una specifica condizione alla relazione, e tu sei stato onesto. Ossia non hai detto. Hai omesso. Hai onestamente omesso.
E il tutto procede.
Procede con una.
Procede con due.
Con tre no perché è pazza. Tre no. Tre è fuori.
E ora, pur nell'onestà, non sei più onesto. Sei incastrato. Passi dall'essere onesto, ad essere disonesto senza però aver mentito. Al massimo hai omesso.
Ci stai male. Ci sto male. Io. Perché volevo essere onesto, che cazzo lo scrivevo a fare come preambolo altrimenti? Ma non lo sono più. Sono disonesto senza sapere perché. Rubo vita a una senza volerle dare figli mentre lei li vorrà. Rubo vita a due perché lei pensa di essere la sola ma io sono diviso anche con una e lei non lo sa. Tre inveve che si fotta. Tre è pazza del resto.
Sono un onesto disonesto.
Colpevole a prescindere.
Ma non ho mai provato a dire chiaramente, anche senza che me lo si chiedesse: 'io oltre a te frequenterò altre donne, voglio tu lo sappia. E no, non cambierò. Voglio solo tu lo sappia' . Sarà il mio prossimo passo verso la mia onestà di uomo? La mia onestà non di omissione. Ma, se ho capito un po' le donne, credo che il farlo mi creerà più problemi che non il continuare con la politica della onesta omissione. Ci sono semplicemente cose da cui non c'è uscita. L'uscita è il semplice fatto di riconoscere che non hai porta. Sei chiuso lì, e tanto vale non farci caso
 
(formattazione alla cavolo perché ho scritto testo come email)
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thehappyunicorn

LA SEDUTTRICE

L'altro ieri prendevo un volo. Sono alla porta di imbarco, in fila. È una fila alla cazzo di cane, mica dritta: tra distanziamenti fatti a caso, un pilastro del terminal nel mezzo, e altro volo a lato, la nostra fila fa schifo, è tutta sghemba. Sono dietro una famiglia alquanto strana: lui, straniero pur nel paese straniero in cui siamo, vestito di cose che solo nelle file abbigliamenti dei supermercati alimentari trovi, capi generici, mal assortiti, larghi e stretti, pieni di grinze, occhiali storti, come se neppure per quelli si fosse preso la briga di provarli prima. La donna a lato è a suo modo vestita con più cura, ma di cura ugualmente dimessa. Il figlio ha una tuta da ginnastica nera. Sembra vecchio pur avendo sì e no 10 anni. Davanti a loro c'è questa ragazza. Sembra, anzi no, ora che la vedo bene, è molto carina. La guardo fisso sperando in un primo contatto visivo. Che avviene. Ma lei subito distoglie lo sguardo. Ma da lì in poi ogni tanto inizia a girarsi, prima no invece, ma nel farlo sembra guardare quasi dietro me. Non capisco bene, a volte penso stia aspettando qualcuno quasi. Mi sento già impaziente però, ora. Ho quella cosa dentro ormai. Non capisco questa famiglia strana che ho davanti cosa ci faccia, perché stanno lì e non capiscano che vorrei passare, perché non mi fanno passare proprio? Dovrebbero aver capito, dirmi 'prego' aprendosi nel mentre come un piccolo mare per Mosè, o dicano almeno a lei di venire dietro, da me. Tanto, posto più posto meno, l'aereo aspetterà tutti, immagino. Sono fottutamente bloccato.
Ma ecco l'imprevisto numero uno. Ce ne sarà un altro tra poco. La fila tutta sghemba era ovviamente troppo sghemba. Infatti ora che inizia a muoversi sono di fatto due file sghembe: imbarco prioritario, imbarco normale. Me ne accorgo prima, mi metto nella fila sghemba dell'imbarco normale. La ragazza invece rimane in quella rapida. Rapida per modo di dire, perché quasi non si muove neppure quella. Siamo quindi separati. Tanto lo eravamo pure prima. Mi metto il cuore in pace, non era cosa. Ma ecco l'imprevisto due: un addetto aeroportuale passa ora a pre controllare i biglietti, e accorgendosi che la ragazza sta nella fila ora sbagliata, la manda nella mia, che però ormai è lunghissima. Lei dovrebbe andare dietro, infinitamente indietro, chilometri dietro. Praticamente all'infinito dietro. Prendo allora la palla al balzo, mi sporgo, la prendo un mini istante per il gomito, la guardo, le faccio 'vieni qui' , la porto per il braccio con me. Lei viene, non dice neppure 'ah' . Mi rimetto al mio posto con lei ora a lato, poi mi giro verso quelli dietro me 
'lei è con me' 
dico in forma non molto credibile, ma sorridendo. Lei è con me in effetti. Doveva esserlo già prima se non fosse per quella famiglia strana.
Ecco quindi che me la trovo a lato. Lei stupita ma non troppo. È anche buffo. Bello. Parliamo un po'. Ma è quel parlare che non mi piace. Lei molla, fiacca, non mi segue molto. Eppure a volte mi guarda con quegli occhi che... Ma non sento nulla da lei. Non capisco assolutamente nulla. Mi verrebbe da dire, 'va beh dai, ciao'  e tenerla a lato mio senza più interagirci. Ci sono troppi stimoli intorno. Le file, la gente, il volo, mille test, codici a barre, e ora lei. Non riesco a stare dietro a tutto. Neppure al volo.
E infatti qui arriva imprevisto numero 3 (no, non saranno 5, come con il mambo). 
Viene un addetto, mi prende e mi manda nella fila rapida che ora è vuota. Sembra un ordine quasi. La mia ex fila è incriccata da tutta gente davanti che non ha le cose a posto. Mi sembra un ordine quello di questo tipo comparso dal nulla, lo eseguo senza neppure pensarci.
Errore numero uno: sono così impreparato a questo stravolgimento di fila che lei rimane là, mi scordo letteralmente di trascinarla con me. Vorrei tornare a prenderla ora, ma il tipo che ha mandato avanti me le sta dicendo che le manca una cosa, un formulario qualsiasi, mentre io vengo pronto risucchiato da quella del passaggio pre imbarco, solerte, spedito nella sala imbarco come pacco umano. Che casino penso. Va bene, la aspetto, penso un attimo a seguire.
Passa mezzo mondo davanti a me ora, metà aereo, ma lei è bloccata. Mi giro semi scocciato per tutto. E a lato ho questa signora, sui 60 anni. Ha occhi azzurri ghiaccio e mi guarda. Chissà come è finita al mio lato. 'Salve' le faccio. Io dico ciao a chiunque mi guardi. Ciao risponde. E così inizio a parlare con lei, viene istantaneo, come un incastro preciso. Mi spiega cosa ci fa lì e via dicendo. Mi sta simpatica. Mi guarda con quello sguardo che conosco, ma non su una di 60 anni. Mi scorderei della ragazza quasi. Ed invece in tutto questo mi ricompare accanto. È di nuovo lì, ma deve essere timida, o forse non so, mi sta a tipo 3 metri. Guardo lei, guardo la signora. Non so cosa fare per 3 secondi.
Uno, due, tre. 
'Signora, scusi, mi è simpatica, ma... buon viaggio' 
Senza guardarla né aspettare risposta sua mi giro, faccio i 3 metri e vado dalla ragazza diretto. Ha dei bei stivaletti neri, giacchetta tutta a pelo grigio panna. E quegli occhi. Mi rimetto a parlare, ma come prima, non mi piace l'interazione, mi fa quasi schifo, non alimenta nulla lei, risponde, molla, a volte guarda altrove, il cellulare. Eppure quando guarda me, sento. Mi scalda dentro. Sono molto confuso.
Dobbiamo andare ora, scale, autobus. L'aereo non è lì, serve il bus per andarci. 
E cosa succede?
La casualità numero quattro ovviamente:
In bus sono io e la ragazza in piedi, lei al mio lato, e c'è pure la signora, quella di 60 anni, seduta però, proprio accanto a noi. Mi guarda, la signora. Occhi azzurri ghiaccio. Ha un grande sacco regali. Mi aveva spiegato per chi erano prima. Mi sta simpatica. Ma io non posso andare con una di 60 anni. Ma da un lato ammetto che quasi ci penso. Se lo meriterebbe ben più di questa, che è molle. Molle ma è carina, molto carina. Quindi interagisco ancora, ci provo, nuovamente, ma veramente non si smuove nulla. La sola cosa positiva certa in lei è il suo sguardo, che mi fa pensare cose, cose ora, cose adesso. 
Ma è tutto confuso, l'autobus si muove a scossoni, gente ovunque, borse che sbattono.
L'autobus arriva all'aereo, la ragazza fa per andare, non sa bene che fare, mi guarda al volo, credo voglia andare verso la porta dietro dell'aeroplano. Ma io sono invece davanti. La guardo. Ma poi mi ricordo della signora. È seduta nel suo posto autobus lì, a venti centimetri dalla mia gamba. La signora da seduta mi guarda pure, un'ultima volta. Dal basso all'alto, intensamente. Lei ha capito da quando l'ho lasciata al terminal l'intera situazione. Faceva il tifo per me ora, ne sono sicuro. Osservava. Ora si alza lenta dalla sedia dell'autobus, mi guarda ancora. E mi fa l'occhiolino. Va dietro, verso la ragazza. Vorrei spiegasse a quella ragazza cose, le cose che lei sa e la ragazza no, ma le vedo invece entrambe andare verso, senza dirsi nulla, verso l'entrata in fondo dell'aereo. Io non vado, rimango, penso che mi sono rotto abbastanza. Penso che è troppo. Che è ora di andare alla porta di fronte. Prendo la mia valigia e vado via dall'altra parte, dalla porta davanti senza più voltarmi. Non ho neppure più salutato la ragazza. Non ne avevo più voglia. Rimango io e la mia valigia. E mi va bene così 
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  • 2 settimane dopo...
thehappyunicorn

LE PERCENTUALI

 
A me piacciono le percentuali. Piacciono al 90%. Sarà perché danno un senso di sicurezza anche dove sicurezza non puoi avere. L'idea di poter controllare cose che non controlli, le controlli al 0% ma vedi... almeno quantifichi. Per questo a me piacciono, le percentuali.
Avevo la mia infermiera di fiducia. Ne avevo accennato da qualche parte, chissà dove,sul forum. A letto mi parlava di dialisi, di come funziona, degli aghi di entrata, i tubi d'uscita. Cose così. Non durante, ma dopo. Io non svengo nei prelievi, ma devo guardare dall'altra parte. Per me il corpo umano nasce chiuso, come un sacco di riso sottovuoto, e chiuso in teoria dovrebbe rimanere. È una visione debole la mia, lo so. Ed è per questo che mi piaceva lei mi parlasse di dialisi, dopo, non prima. La ascoltavo, mi mostrava foto dei macchinari orgogliosa come mi mostrasse la sua decappottabile ultimo modello. Io guardavo, mi sforzavo. Mi sforzavo di capire, anche se volevo non mi parlasse di sangue che esce, viene lavato, e rientra.
Una bella donna, mi piaceva come mi toccava, con fare professionale, mi sentivo in buone mani, anche se, a conti fatti, sono le cose di sempre, e la mia era tutta immaginazione. Mi piaceva.
Mi parlava spesso della sua difficoltà nel concepire l'abbandono, del suo psicologo, che lei chiama 'il coach' . Il coach mi diche che. E poi mi diceva quel - che - mentre io ascoltavo. Pensavo che per quello che le diceva, ero un coach pure io.
Pur così il mio problema si è ripresentato con lei. E più lei si legava a me, più io mi alienavo da lei. È lei che mi ha ispirato un post di poco sopra, quello riferito alla mia nuova presunta 'onestà di non omissione' . E sì, ho tenuto fede alla mia parola. Ho usato per la prima volta la mia nuova onestà più onesta. L'ho fatto con lei.
Ho accennato il tutto la sera prima per messaggi, come le donne fanno con me in queste cose. Io imparo, e faccio a mia volta
'senti, domani vorrei parlarti'
Ne segue il classico scambio, ma questa volta al contrario. Non è piacevole, il classico scambio. Neppure al contrario.
Il giorno dopo mi trovo con lei (sono fatti di settimane fa), i tempi con cui riporto le cose sono tutti sghangherati, vanno con la mia voglia di riportare le cose.
Al bar sulla spiaggia (dove ci siamo conosciuti la prima volta), arriva in gonna corta. Mi siede a fianco, appoggia le gambe in contatto con le mie. Guardo il mare, penso che non ho voglia. Non ho voglia di parlare. Sono stanco delle mie parole ancor prima di pensarle. Penso tra me e me, ma chi me lo fa fare. La mia onestà di non omissione, ovviamente. Quindi inizio. Le dico varie cose. Oneste al 75% direi. Tra le quali il fatto che vedrò altre donne. Fatto questo onesto al 100%. Anche perché le ho già viste, ma senza sviluppi sessuali. Altro fatto onesto al 100%. E quindi parlo, arzigogolo frasi come so fare, ok, in portoghese arzigogolo di forma più buffa, ma arzigogolo lo stesso. Dico cose, da onestà non proprio onesta, ma al 70% , in decrescita ma non troppo, una decrescita decorosa diciamo.
Lei mi guarda, le sue gambe sulle mie, costantemente. A volte penso di metterle le mani proprio direttamente sotto, nel mezzo, al bar, con tutti intorno, mentre con la bocca dico cose tipo 'che non riesco ad affezionarmi' , al fatto che vedrò, forse altre donne. Sono sicuro sia più eccitata nel io dirle questo, che non se le dicessi che la amo. Sento il calore suo fluirmi dentro. Sono sicuro sia bagnata. Eppure onestamente continuo il mio discorso sulla onestà. Stoicamente. Non voglio onestà di non omissioni bagnate.
Ovviamente di tutte le mie accozzaglie di parole, su un punto solo lei ribatte e batte: 'vedrai sul serio altre donne?' . Vorrebbe le dicessi che no, ma le sue gambe vogliono il sì. A me non interessa né un fatto né l'altro. Perché a me interessa solo e unicamente della mia onestà. Che viaggia ora al 65%.
Per smarcarmi da lei mi blocco di colpo, la guardo, le dico:
 
'ma sai che, a vederti, sono sicuro al 10% che sia tu quella che già è stata con qualcuno da quando ci siamo conosciuti?'
 
Mi guarda strano. Penso, che cazzo dico. Mi è uscita così in effetti. È divertente, mi piace la sua nuova faccia da presa in contropiede. Ho pensato una roba bene per bloccare la conversazione pesante. Girarla come una percentuale al contrario. 10% al 90%.
Seguono parole e altre parole, manfrine inutili di cose a caso direi. Guardo il mare a intervalli costanti. Del 30%. 30% guardo lei. 70 il mare. Tramonta. Non il mare, quell'altra cosa gialla che vi si infila dentro.
Finiamo alla pizzeria lì poco distante. Quattro stagioni, chiedo. Ovviamente arriva con tutto mischiato, mica in 4 spicchi diversi. Tutti gli ingredienti insieme. Ma sarà così difficile da intendere il concetto di base? Non c'è speranza, per la pizza. Ma per la mia ritrovata onestà sì! Esco dalla conversazione con un grado di onestà che valuterei all'80%. Mi sento bene. Onesto. Puro. Mangio la pizza di stagioni unite insieme. Sono sano.
Ed è qui che lei se ne esce
 
'devo dirti una cosa'
 
Non ve la farò lunga. Io ho una bravura del 40% nel farmi dire le cose. Non sono bravissimo, ma partivo da una buona posizione con lei questa volta. Non mi è stato difficile
 
'Sono stata con il mio ex'
 
La guardo: 'intendi dal dopo essere stata con me?'
Ma non la lascio rispondere che inizio a ridere come un matto in mezzo alla pizzeria. Si girano tutti nella sala. Ridendo dico 'il 10% !' , Ma quasi mi soffoco dalle risate. Mi giro di colpo, dico a quello seduto al tavolo accanto 'ahahaha, il 10%, ahahaha' . Mi guarda. Credo si chieda che funghi siano quelli della mia pizza. Ma io rido, rido di gusto.
La guardo:
'dieci percento' le dico, guardandola fissa mentre rido
 
'Mi stavo legando troppo a te' , sono le parole che sento poco dopo
 
*************
Non so se questo sia più un diario. In realtà lo scrivo per riportare cose su cui riflettere. E anche per il gusto di scriverlo. Nel caso, spostatelo. Al 50% direi che può stare, forse
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11 ore fa, thehappyunicorn ha scritto:

LE PERCENTUALI

 
A me piacciono le percentuali. Piacciono al 90%. Sarà perché danno un senso di sicurezza anche dove sicurezza non puoi avere. L'idea di poter controllare cose che non controlli, le controlli al 0% ma vedi... almeno quantifichi. Per questo a me piacciono, le percentuali.
Avevo la mia infermiera di fiducia. Ne avevo accennato da qualche parte, chissà dove,sul forum. A letto mi parlava di dialisi, di come funziona, degli aghi di entrata, i tubi d'uscita. Cose così. Non durante, ma dopo. Io non svengo nei prelievi, ma devo guardare dall'altra parte. Per me il corpo umano nasce chiuso, come un sacco di riso sottovuoto, e chiuso in teoria dovrebbe rimanere. È una visione debole la mia, lo so. Ed è per questo che mi piaceva lei mi parlasse di dialisi, dopo, non prima. La ascoltavo, mi mostrava foto dei macchinari orgogliosa come mi mostrasse la sua decappottabile ultimo modello. Io guardavo, mi sforzavo. Mi sforzavo di capire, anche se volevo non mi parlasse di sangue che esce, viene lavato, e rientra.
Una bella donna, mi piaceva come mi toccava, con fare professionale, mi sentivo in buone mani, anche se, a conti fatti, sono le cose di sempre, e la mia era tutta immaginazione. Mi piaceva.
Mi parlava spesso della sua difficoltà nel concepire l'abbandono, del suo psicologo, che lei chiama 'il coach' . Il coach mi diche che. E poi mi diceva quel - che - mentre io ascoltavo. Pensavo che per quello che le diceva, ero un coach pure io.
Pur così il mio problema si è ripresentato con lei. E più lei si legava a me, più io mi alienavo da lei. È lei che mi ha ispirato un post di poco sopra, quello riferito alla mia nuova presunta 'onestà di non omissione' . E sì, ho tenuto fede alla mia parola. Ho usato per la prima volta la mia nuova onestà più onesta. L'ho fatto con lei.
Ho accennato il tutto la sera prima per messaggi, come le donne fanno con me in queste cose. Io imparo, e faccio a mia volta
'senti, domani vorrei parlarti'
Ne segue il classico scambio, ma questa volta al contrario. Non è piacevole, il classico scambio. Neppure al contrario.
Il giorno dopo mi trovo con lei (sono fatti di settimane fa), i tempi con cui riporto le cose sono tutti sghangherati, vanno con la mia voglia di riportare le cose.
Al bar sulla spiaggia (dove ci siamo conosciuti la prima volta), arriva in gonna corta. Mi siede a fianco, appoggia le gambe in contatto con le mie. Guardo il mare, penso che non ho voglia. Non ho voglia di parlare. Sono stanco delle mie parole ancor prima di pensarle. Penso tra me e me, ma chi me lo fa fare. La mia onestà di non omissione, ovviamente. Quindi inizio. Le dico varie cose. Oneste al 75% direi. Tra le quali il fatto che vedrò altre donne. Fatto questo onesto al 100%. Anche perché le ho già viste, ma senza sviluppi sessuali. Altro fatto onesto al 100%. E quindi parlo, arzigogolo frasi come so fare, ok, in portoghese arzigogolo di forma più buffa, ma arzigogolo lo stesso. Dico cose, da onestà non proprio onesta, ma al 70% , in decrescita ma non troppo, una decrescita decorosa diciamo.
Lei mi guarda, le sue gambe sulle mie, costantemente. A volte penso di metterle le mani proprio direttamente sotto, nel mezzo, al bar, con tutti intorno, mentre con la bocca dico cose tipo 'che non riesco ad affezionarmi' , al fatto che vedrò, forse altre donne. Sono sicuro sia più eccitata nel io dirle questo, che non se le dicessi che la amo. Sento il calore suo fluirmi dentro. Sono sicuro sia bagnata. Eppure onestamente continuo il mio discorso sulla onestà. Stoicamente. Non voglio onestà di non omissioni bagnate.
Ovviamente di tutte le mie accozzaglie di parole, su un punto solo lei ribatte e batte: 'vedrai sul serio altre donne?' . Vorrebbe le dicessi che no, ma le sue gambe vogliono il sì. A me non interessa né un fatto né l'altro. Perché a me interessa solo e unicamente della mia onestà. Che viaggia ora al 65%.
Per smarcarmi da lei mi blocco di colpo, la guardo, le dico:
 
'ma sai che, a vederti, sono sicuro al 10% che sia tu quella che già è stata con qualcuno da quando ci siamo conosciuti?'
 
Mi guarda strano. Penso, che cazzo dico. Mi è uscita così in effetti. È divertente, mi piace la sua nuova faccia da presa in contropiede. Ho pensato una roba bene per bloccare la conversazione pesante. Girarla come una percentuale al contrario. 10% al 90%.
Seguono parole e altre parole, manfrine inutili di cose a caso direi. Guardo il mare a intervalli costanti. Del 30%. 30% guardo lei. 70 il mare. Tramonta. Non il mare, quell'altra cosa gialla che vi si infila dentro.
Finiamo alla pizzeria lì poco distante. Quattro stagioni, chiedo. Ovviamente arriva con tutto mischiato, mica in 4 spicchi diversi. Tutti gli ingredienti insieme. Ma sarà così difficile da intendere il concetto di base? Non c'è speranza, per la pizza. Ma per la mia ritrovata onestà sì! Esco dalla conversazione con un grado di onestà che valuterei all'80%. Mi sento bene. Onesto. Puro. Mangio la pizza di stagioni unite insieme. Sono sano.
Ed è qui che lei se ne esce
 
'devo dirti una cosa'
 
Non ve la farò lunga. Io ho una bravura del 40% nel farmi dire le cose. Non sono bravissimo, ma partivo da una buona posizione con lei questa volta. Non mi è stato difficile
 
'Sono stata con il mio ex'
 
La guardo: 'intendi dal dopo essere stata con me?'
Ma non la lascio rispondere che inizio a ridere come un matto in mezzo alla pizzeria. Si girano tutti nella sala. Ridendo dico 'il 10% !' , Ma quasi mi soffoco dalle risate. Mi giro di colpo, dico a quello seduto al tavolo accanto 'ahahaha, il 10%, ahahaha' . Mi guarda. Credo si chieda che funghi siano quelli della mia pizza. Ma io rido, rido di gusto.
La guardo:
'dieci percento' le dico, guardandola fissa mentre rido
 
'Mi stavo legando troppo a te' , sono le parole che sento poco dopo
 
*************
Non so se questo sia più un diario. In realtà lo scrivo per riportare cose su cui riflettere. E anche per il gusto di scriverlo. Nel caso, spostatelo. Al 50% direi che può stare, forse

Hai un 60% di possibilità che ti contatti una buona casa editrice 🙃

  • Haha 1
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Back Door Man
17 hours ago, thehappyunicorn said:

Seguono parole e altre parole, manfrine inutili di cose a caso direi. Guardo il mare a intervalli costanti. Del 30%. 30% guardo lei. 70 il mare. Tramonta. Non il mare, quell'altra cosa gialla che vi si infila dentro.

Ci sono persone che sostengono che si debba dire che il sole tramara se scompare sull'acqua, e tramonta se scompare dietro ai monti.

Chissà se hanno ragione.

 

  • Grazie! 1
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Back Door Man
1 hour ago, Back Door Man said:

Ci sono persone che sostengono che si debba dire che il sole tramara se scompare sull'acqua, e tramonta se scompare dietro ai monti.

Chissà se hanno ragione.

 

https://www.italianseduction.club/forum/t-73724-lockdown-e-misure-restrittive-anti-covid-previsioni-del-futuro-prossimo-cosa-succederà-quando-finisce-questa-storia/?do=findComment&comment=2084396

 

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