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Pensieri sparsi


Geppolo123

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Geppolo123

 

Vorrei uscire da solo ed essere, liberare il lupo che qui in camera sta rinchiuso come in una cella. Ma non è che ho paura del lupo della steppa? No, mi eccita, anzi. Voglio seguirlo, un po’ come il bianconiglio di Alice. Voglio seguirlo per vie strette e dimenticate, infilarmi nei vicoli della notte, scomparire e gioire di piacere, eccitarmi e far eccitare, danzare della vita, per la vita e urlare il canto del mio essere, ululare alla luna questo miscuglio di pensieri che ho dentro.

Il futuro si dimentica, c’è solo il presente. L’università, il lavoro non esistono.

Quella sensazione agrodolce e invitante del trasgredire, volare via verso ciò che non si deve essere, scappare dal conosciuto, dalla sicurezza di una vita sui binari di questa società arcaica e tradizionalista.

E allora l’uomo? L’essere uomo dove lo lasci? L’essere educato, l’essere diligente e coscienzioso? Essere il bravo ragazzo che sei sempre stato? Andare a letto presto, la mattina si studia, non farti le seghe, non importunare le ragazze, prenditi la laurea, trovati un lavoro serio, vestiti con i jeans e un maglioncino firmato e fai si che la marca sia bene in evidenza altrimenti nessuno lo saprà. Vai in chiesa, vai al bar ogni sabato, parla male di chi non è dentro il cerchio, parla bene di chi ha già seguito la strada pre-confezionata che seguirai anche tu. Sposati. Fatti tenere per le palle da una ragazza educata ma totalmente non-pensante. Scopa solo quando ha voglia lei, se non si scopa, la sera vai al bar e brucia tutti i soldi in alcool sperando che disinfetti tutte le tue ferite che lei ha inflitto alla tua virilità. Non fare niente di originale, segui a testa bassa quello che gli altri ti dicono. Non creare impresa, non creare opere d’arti, non suonare la chitarra, smettila di leggere libri, non pensarci, smetti di creare castelli per aria, stai più attento, concentrati sulla realtà, studia.

Sto ridendo, sto ridendo della risata degli immortali.

O e solo una risata sardonica? Una risata di Pirro. La risata di chi è davvero troppo distaccato dalla realtà, la risata di una persona ferita dal mondo che rigetta su pagine bianche il suo nero essere debole, le sue budella insanguinate di dolore, la risata di chi non sa ridere, di chi non ha ancora, nonostante gli ormai innumerabili tentativi, imparato a vivere.

Saper ridere, di me stesso prima di tutto. Saper ridere del prossimo, saper ridere della vita. E’ questa la pozione magica? E’ questa la soluzione?

E ridiamo allora, ridiamo di noi stessi, ridiamo del prossimo, ridiamo della vita, ridiamo degli obbiettivi e degli esami, ridiamo, ridiamo e ridiamo.

E poi, quando abbiamo finito di ridere? Non ci sta un po’ di pianto in questa vita? Non ci sta bene un po’ di tristezza? E di un po’ di piacere in cui affogare questa tristezza?

E allora ricominciamo a far finta di ridere, e ridiamo ancora. E poi piangiamo e poi ridiamo, e prima siamo giusti e poi sbagliati e prima ottimisti e poi depressi e prima vincitori e poi vinti e prima uomini porci e poi lupi incatenati.

Basta.

Mi serve un nuovo stimolo per sollevarmi da questa dicotomia? O posso fare a solo, come quando si cerca di uscire dall’acqua. Posso elevarmi a nuovo, prendendo un po’ di lupo e un po’ di uomo? Posso prendere per mano entrambi, educare l’uno e sciogliere dalle catene l’altro per essere nuovo, Uomo, Uomo che supera il suo istinto, Uomo che supera i raggiri del suo ragionamento, Uomo che piange e che ride perché sente, Uomo che pensa e agisce perché vive.

Uomo che rispetta e si rispetta, Uomo umile, Uomo gentile.

Uomo.

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Wyatt99

Cosa cerchi veramente, Geppolo?

Hai scritto un bel testo, ma sii diretto: cosa cerchi?

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Geppolo123

Grazie @Wyatt99, la tua domanda, nella sua semplicità, mi ha fatto pensare...

Ho da poco realizzato di essere una moltitudine di personalità diverse tra loro che spesso litigano, ma che a volte si prendono per mano e guardano insieme verso la stessa direzione. Nonostante avessi già esteriorizzato questo concetto con un amico (lui lo chiama “il palazzo delle personalità”) non sembravo averlo davvero interiorizzato appieno. È stato di grande aiuto il libro “Il lupo della steppa” di Hermann Hesse, libro che consiglio a tutti, davvero.

 

Dentro di me c'è uno scienziato, determinato, perfezionista, testardo, che vuole scoprire il perché delle cose. Dentro di me c'è un poeta, che piange e che ride mentre legge un libro, dentro di me c'è il diavolo del Blues con cui ho stretto un patto per imparare a suonare la chitarra. C'è un lupo solitario che si isola dal branco quando il branco richiede da lui una prova di forza. Dentro di me c'è un bambino che gioca con le costruzioni e che vuole creare qualcosa di originale. C'è un santone eremita che crede di toccare Dio con le dita. Dentro di me c'è un amante timido ma focoso. C'è un amico silenzioso e che ascolta. C'è un drogato. C'è un freddo calcolatore che crede di saper manipolare le persone e la realtà. C'è un atleta sfinito dalla corsa, c'è un pittore di strada che vive di fronte agli Uffizi. C'è un pugile, c'è un marinaio, c'è un attore. C'è un leader che si prende il suo mondo, compreso di sogni e paure, sulle spalle e guida il suo gruppo verso quella sensazione di coesione universale che spero tutti abbiano provato almeno una volta.

 

Ma forse divago. La domanda è: cosa cerco? 

Le domande più difficili sono sempre quelle più brevi. 

 

Premesso che ad ogni personalità che ho elencato potrei incollarci sopra degli obbiettivi e descrivere in minuzioso dettaglio almeno un piano, per quanto traballante e maldestro che sia, per riuscire a raggiungerli. Questo per dirti che non mi mancano le cose da cercare, in questo mondo ce ne sono tantissime che trovo invitanti, bellissime ed eccitanti. E non è una questione di strumenti, in quanto sono sempre convinto che ci sono tanti modi per arrivare ad una destinazione, basta essere un po’ creativi a volte.

 

Forse quello che cerco allora si pone al di sopra di tutto questo, forse quello che cerco è uno spazio tra tutte queste personalità e tutti questi obbiettivi. Un corridoio su cui si affacciano tutte le porte delle mie personalità. 

 

Il problema sorge quando in questo corridoio ci sto troppo. Per esempio mi capita, quando mi pongo un obbiettivo serio, cosa che mi richiede tanto sforzo di per sé, entro nella porta più adatta e lo realizzo, una volta che torno nel corridoio, magari anche soddisfatto del risultato, poi... mi perdo, immobilizzato, impaurito, e non agisco forse per il timore di dover prendere un'altra decisione, di dover scremare tra tutte le scelte possibili e prendere una unica strada e rientrare in una porta eccetera eccetera.

E in questo stato mi lascio trasportare dagli impulsi più stupidi. E per catturare la mia attenzione basta un video di Instagram e tutta la sera passa così, in totale disinteresse per le cose che mi piacciono davvero, costantemente sballottato tra una botta dopaminica e l'altra.

 

Se dovessi condensare tutto in una parole, sceglierei “costanza”. A cui si collega anche il termine "sacrificio". E anche "disciplina".

Essere in costante moto, costante decidere e costante agire. Costante aprire e chiudere porte. 

Saper sacrificare alcune strade per percorre quelle che mi porteranno su una pista migliore, da cui poi magari esplorare anche quelle scartate in partenza.

Presentarsi ogni giorno, fare il proprio lavoro passo dopo pass, con disciplina.

 

Non ho più voglia di addormentarmi. Non ho più voglia di scappare.

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  • 4 mesi dopo...
Geppolo123

Ho smesso di leggere. Ho smesso di scrivere. Ho ricominciato a fumare. Ho smesso di meditare. Ho smesso di fare sport. Mi sono ingobbito un pochino. Camera mia è un casino. Ho smesso di credere nell’agire, pensando che la Vita Vera sia solo lasciarsi trasportare. E adesso il fiume in piena non sa più dove sfociare.

Da dove ripartire? Da dove ho perso il filo? Perché mi rifiuto di scrivere le stesse cose, e mi lamento quando vengono fuori sulla pagina bianca, anche se voglio tendere proprio verso di esse?

Sto rifiutando il fardello di essere uomo? Mi sto nascondendo ancora dietro tutto ciò che la Vita mi pone davanti?

Cosa posso fare per sentirmi meglio? E non intendo sensualmente meglio, bensì spiritualmente!

Devo riprendermi per un’orecchia, nonostante tutto. Nonostante mi senta più solo dell’ultima volta in cui mi sono sentito solo. Sento tutti allontanarsi. E sto dicendo la Verità a me stesso? Sono sicuro di star vivendo la migliore versione di me stesso?

Cosa posso fare per non farmi abbattere dalle sfide che mi si presentano? Ho paura di essere egoista?

Mi viene in mente che ho diversi problemi di organizzazione. Non riesco ad essere produttivo sul lungo termine, non riesco a dare priorità alle cose importanti e il mio stile di Vita rispecchia questa disorganizzazione, derivata, almeno in parte proprio da questo stile di Vita. Ti ricordi, Marcello, prima di partire per Pisa, la prima volta? Quanto dolore e quanta pazienza avevo avuto per avanzare anche solo di un centimetro verso un me stesso migliore, libero da zavorre, libero da perdite di tempo, libero dalla procrastinazione. E che bello che è stato, Vivere per Vivere. Quando passeggiavo attorno alle mura ascoltando The Wall, quando mi fermavo su quella panchina e, su quel tavolo coperto da una dolce tettoia in legno tutto pasticciato, scrivevo del respirare e del mondo che avevo trovato e un piccolo corvo proteggeva le mie riflessioni.

Un’altra onda di ricordi mi sommerge e, alla deriva, il mare mi porta in alto ed in basso.

Posso riprovarci, ancora una volta? So farlo, ancora una volta? Voglio farlo, ancora una volta?

Non voglio un altro “come” completamente scollato dal “perché”.

Ma allora perché fare, dirai.

Perché lo sento, lo sento e basta, come sentivo di dover andare a parlare con lei dal vestito lilla e i tacchi neri, con in mano una birra ed il telefono. Perché lo sento quasi come la musica, forse anche per essa stessa.

E magari poi non devo nemmeno reinventare la ruota. Perché sono già stato, in passato, produttivo, curioso e creativo. Ma ora mi sento assopito, mi sento addormentato e lento.

Ed ho ancora un asso nella manica, anche se l’altra sera ho pescato per caso un due di denari: ovvero, sto meglio mentalmente; sono più forte, a volte non abbastanza, ma sono sicuramente più forte.

E allora iniziamo un nuovo ciclo? Te la senti? E poi finirà e ne inizieranno altri ancora e finiranno anche quelli e così fino alla fine. E magari sarò sempre più forte, se non mi farò abbattere e se mi impegnerò e se soffrirò con dignità.

Questa è la Realtà, questa è la Verità. E bisogna guardarle negli occhi, il più possibile, e fare in modo che parlino, prestandogli le labbra e le corde vocali. E loro chiameranno il Mondo e il Mondo risponderà con il significato che cerco.

 

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gelsomino
13 minuti fa, Geppolo123 ha scritto:

Camera mia è un casino

PARTI DAL MINIMALISMO...

a me poi le persone disordinate mi danno pure fastidio.

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Geppolo123

Tutto è cominciato con una maglietta e dei pantaloni su una sedia e rapidamente è diventato il Vietnam nel '69.

Grazie per il consiglio @gelsomino

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gelsomino
33 minuti fa, Geppolo123 ha scritto:

Tutto è cominciato con una maglietta e dei pantaloni su una sedia e rapidamente è diventato il Vietnam nel '69.

Grazie per il consiglio @gelsomino

cìè un pezzo stupendo di limitless...

quando dopo la prima pillola, bladley guarda come stava vivendo in appartamento...

cito a memoria...

"come avevo fatto a vivere in queste condizioni?!...

il prmo èpensiero fu..dagli fuoco...

poi la ragion eprese il sopravvento!!"

 

ps trovato video

 

 

Modificato da gelsomino
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Geppolo123

camera sistemata 

barba e capelli fatti 

spesa fatta 

lavatrice stesa

 

Grazie ancora @gelsomino

  • Abbraccio 1
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gelsomino
1 ora fa, Geppolo123 ha scritto:

camera sistemata 

barba e capelli fatti 

spesa fatta 

lavatrice stesa

 

Grazie ancora @gelsomino

è il Sistema, ci riempie la testa di cose da fare  e da pensare assurde, il tempo che non ci ruba con INTRATTENIMENTO CE LO RUBA CON LE MINKIATE MENTALI,

l'amica che non ti fa scopare , che ti rompe le palle con il colore delle gimmi chu che le si abbina meglio alle nails fatte dall'estetista transgender .,

l'amico che la madre è puttana e le piace prenderlo in culo da tutti i disagiati del circondario ma a te non te la presenta,

il professore che ti racconta sempre la vecchia storia, in maniera certamente onesta e certamente inutile,

poi viviamo in mezzo al sudiciume e non ci sappiamo fare nemmeno uno spaghetto aglio e oglio ed abbiamo le magliette piene di sudore,

PUZ<ZIAMO, le milf con le unghie confetto nuziale maschile porzione singola, ci schifano ,

e noi non ci capiamo un cazzo perchè dobbiamo catturare figaciu in un mondo virtuale....

 

 

 

Modificato da gelsomino
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