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Rancore


Gamebred

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Gamebred

No, non il rapper romano. Epica la sua sfida con Ensi a Spit, tra l'altro. 

Battute a parte, il titolo è esplicativo. Perché serbo così tanto rancore? Perché mi intossico così tanto? Vorrei davvero lasciar stare a volte, ma non ce la faccio. Qualcuno ha combattuto contro questo demone e lo ha vinto? 

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Wyatt99

Ciao.

Posso chiederti di fare qualche esempio, così posso capire meglio la situazione.

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gelsomino

Perché ti fanno capire quanto possa essere profond ala tana del bianconiglio dlele essere umano...

e perché molte volte non sono gli altri a crearci casini,

ma siamo noi a permetterglielo...

e quel rancore e verso noi stessi.

e ci ammazza...

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rancóre s. m. [lat. tardo rancor -ōris, der. di rancere «essere rancido» (è quindi, propr., l’astratto di rancidus)]. – Sentimento di odio, sdegno, risentimento profondo, non manifestato apertamente, ma tenuto nascosto e quasi covato nell’animo.

Tempo fa ho conosciuto questo demone, l'ho messo nero su bianco mentre lo ascoltavo e dopodiché l'ho incanalato, l'ho gettato fuori come fossi un serpente e il rancore fosse il veleno, è stato trasformato in rabbia che ho usato nello sport, e qualche volta nel sesso. E senza nemmeno accorgermene è scomparso. Poi ho imparato a coltivare assertività e gratitudine e non ne sono stata più tormentata. 

Testa tutte le strategie che pensi possano funzionare parlandone magari con un buon terapeuta. Buona fortuna. 

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Sensei10
59 minuti fa, Gamebred ha scritto:

No, non il rapper romano. Epica la sua sfida con Ensi a Spit, tra l'altro. 

Battute a parte, il titolo è esplicativo. Perché serbo così tanto rancore? Perché mi intossico così tanto? Vorrei davvero lasciar stare a volte, ma non ce la faccio. Qualcuno ha combattuto contro questo demone e lo ha vinto? 

Game, parli di un rancore verso il genere umano o, ad esempio, nel momento in cui ti senti deluso da qualcuno che disattende un'aspettativa? 

 

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Gamebred
3 minuti fa, Sensei10 ha scritto:

o, ad esempio, nel momento in cui ti senti deluso da qualcuno che disattende un'aspettativa? 

Sì, esatto. In ogni situazione in cui vengo insultato, vengo trattato diversamente da come penso di meritare, mi viene mancato di rispetto....

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PapuPetagna
Adesso, Gamebred ha scritto:

Sì, esatto. In ogni situazione in cui vengo insultato, vengo trattato diversamente da come penso di meritare, mi viene mancato di rispetto....

Ma il discorso è molto più complesso di così.

Bisogna capire se te lo meriti davvero, cosa ti fanno ecc 

Siamo portati a ingigantire molto questo tipo di reazioni.

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mrjako

Io provo rancore verso chi considero abbia qualcosa in più di me in un aspetto dove io vorrei avere di più

Se sento che qualcuno mi manca di rispetto o non mi tratta in un modo che ritengo giusto, e quel qualcuno è un fallito random o non mi è di nessuna utilità, è una cosa che mi passa velocemente, me ne scordo proprio dopo poco tempo

Se invece è uno più avanti di me in qualcosa a cui tengo, che sia ricchezza, status, bellezza o è una persona che mi serve a livello sociale perché magari fa parte o è proprio a capo di una cerchia sociale in cui ci sono anch'io, allora posso potenzialmente rimanerci sotto. 

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Gamebred
3 minuti fa, mrjako ha scritto:

Io provo rancore verso chi considero abbia qualcosa in più di me in un aspetto dove io vorrei avere di più

Non c'entra niente, non parlo di questo. Questa è invidia.

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Sensei10
33 minuti fa, Gamebred ha scritto:

Sì, esatto. In ogni situazione in cui vengo insultato, vengo trattato diversamente da come penso di meritare, mi viene mancato di rispetto....

Beh, va fatto ordine. 

Anche io reagivo male, da ragazzo. Banalmente per gli altri sei un semplice permaloso, in verità sai benissimo che c'è qualcosa di maggiormente profondo. 

Una sensibilità "altra", direi, e non significa certo che sei un orsacchiotto da cullare. Anzi. 

La buona notizia è che hai un'autostima alta, ma penso che tu lo sappia già. Perché sai di essere nel giusto, spesso, e se non vieni ascoltato tutto ciò ti fa rodere il culo. Quelle che citi sono situazioni diverse tra loro: se ti mancano di rispetto ci sta la reazione emotivamente forte. Altroché. Invidio quelli che si lasciano scorrere tutto addosso, non fa per me. Sai, fino a poco prima dei 30 anni ero piuttosto incline ad attaccare briga, anche con gli sconosciuti. Poteva andare bene come no, ma non mi interessava. Mi interessava mantenere il punto. Il carattere può essere modellato, ma non cambiato. Oggi ho imparato, almeno credo, ad essere assertivo, aperto al confronto, tollerante e allo stesso momento fermo, se il caso lo richiede. Non sono uno che lascia cadere le cose, tranne quando davvero non ho alcun interesse. Però ho dovuto lavorarci parecchio, non potevo scontrarmi ogni giorno con qualcuno per le ragioni più disparate. Alla fine ti logora e rischi di cambiare proprio l'unica cosa che ti muove, cioè quella capacità di andare a fondo e di mantenere saldo il timone. Quindi da questo punto di vista, gli anni e le esperienze - tutte, indistintamente, perché tanto troverai sempre qualcuno pronto a stupirti negativamente - mi hanno insegnato a scartare il futile dall'importante, senza perdere tuttavia la natura analitica (e spesso polemica, ma costruttiva).  

Idem per i trattamenti inadeguati. In questo caso è più facile o magari no, è difficile, a seconda di come siamo. Prendiamo le ragazze: magari tu fai un gesto che sai per certo che possa fare piacere. Ma vieni snobbato. E se lo fai notare, sembra quasi che l'altra sminuisca il tuo sentire. "E che sarà mai". Sì, okay, ma fallo decidere a me. Per cui ci resti male, ma è anche un ottimo indizio per capire che hai di fronte gente diversa da te, profondamente diversa. Non so se ho azzeccato l'esempio, probabilmente no, ma mi capitava pure con mia madre. Ovviamente in questo caso ero più incline al "perdono". In linea di massima tutto questo comunque può trasformarsi in un ottimo criterio di selezione. A patto che tu sia disposto anche ad accettare che, socialmente, ci saranno ripercussioni. Ho tagliato molti ponti. Eppure ogni volta stavo meglio. Evidentemente ha funzionato, e ti assicuro che solo come un cane non mi ci sono mai sentito. In alcuni periodi, magari. Ma è servito. Hai voglia se è servito, ritengo che siano stati i momenti in cui avvertito una crescita reale, perché tutto ciò mi dava modo di ripensare all'accaduto e a dialogare con me stesso, anche facendo mea culpa ed ammettendo errori. 

Se vieni insultato, invece, direi che non c'è nulla di male ad incazzarsi. Puoi mitigare il rancore, evitare che sfoci in una rabbia da reprimere. Questo senz'altro. Ma se ti senti insultato, beh, nessuno potrà permettersi di dirti di "stare calmo". Calmo un cazzo. 

Mi auguro di non aver scritto troppe vaccate, d'altra parte è un discorso giustamente generico e si fatica un po' ad entrare nelle circostanze specifiche. Posso solo dirti che di tutto questo, alla base rimane una spiccata sensibilità - qualcuno direbbe "ipersensibilità". Beh, non è un male. Per niente. Se non arrivi a commettere atti di autolesionismo, fisico e morale, il tuo monologo interiore potrà solo trarne giovamento. E lo vedrai andando avanti, tra mille stanchezze e irritazioni. E poi c'è da considerare che alcuni esseri umani si salvano. E prima o poi si incontrano, un po' ovunque e un po' a caso. 

Il classico consiglio dello psicologo me lo risparmio, non perché lo ritenga sbagliato ma perché sicuramente è il mezzo più diretto per reperire un aiuto. Ma solo se lo si vuole, altrimenti è un esercizio sterile che non porta frutti. 

Modificato da Sensei10
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