Vai al contenuto

HEALTHY MINDSET - suggerimenti in pillole per affrontare la vita


Dott.Mauro Grillini

Messaggi raccomandati

Wyatt99

Buongiorno, dott. Mauro.

Le vorrei chiedere come, secondo lei, possa affrontare la mia vita nella attesa di abbandonare il paese.

Si, perché ormai mi ha stufato, e seppur farò un esperienza di qualche mese in una metropoli, il mio vero e proprio trasferimento avverrà solamente dopo la fine della laurea.

Gli esami vanno bene, ho quelle amicizie che sono rimaste che mi fanno stare bene, però più passa il tempo e più questo paese mi sta stretto.

Molti degli amici non ci sono più perché hanno preferito studiare fuori, ed essendo io pendolare, mi risulta difficile fare quelle esperienze che Fanno i fuorisede della mia università.

Si, ho molti amici lì in università, e qualche volta ci incontriamo e ci aiutiamo, però vedo come mi manca quella esperienza che tra di loro hanno, e che non mi permette di avere un rapporto “completo” con loro.

Quali sono i suoi consigli per resistere al meglio al paese fino a quando non lo lascerò? Buona giornata.

  • Mi piace! 1
  • Grazie! 1
Link al commento
Condividi su altri siti

Dott.Mauro Grillini
2 ore fa, Wyatt99 ha scritto:

Buongiorno, dott. Mauro.

Le vorrei chiedere come, secondo lei, possa affrontare la mia vita nella attesa di abbandonare il paese.

Si, perché ormai mi ha stufato, e seppur farò un esperienza di qualche mese in una metropoli, il mio vero e proprio trasferimento avverrà solamente dopo la fine della laurea.

Gli esami vanno bene, ho quelle amicizie che sono rimaste che mi fanno stare bene, però più passa il tempo e più questo paese mi sta stretto.

Molti degli amici non ci sono più perché hanno preferito studiare fuori, ed essendo io pendolare, mi risulta difficile fare quelle esperienze che Fanno i fuorisede della mia università.

Si, ho molti amici lì in università, e qualche volta ci incontriamo e ci aiutiamo, però vedo come mi manca quella esperienza che tra di loro hanno, e che non mi permette di avere un rapporto “completo” con loro.

Quali sono i suoi consigli per resistere al meglio al paese fino a quando non lo lascerò? Buona giornata.

Buongiorno e grazie del commento innanzitutto..

 

 

In tutta onestà non credo di poter dare una risposta esaustiva a questa sua domanda a partire esclusivamente da questo post: queste difficoltà possono infatti avere un’altissima soggettività, nel senso che ciascuno di noi risponde in maniera più o meno intensa a determinati elementi piuttosto che ad altri, a partire da situazioni simili se non identiche.

 

 

Ha parlato del fatto di sentire la mancanza di una buona rete sociale, elemento che effettivamente potrebbe portare a disagio personale ed emotivo.

 

 

Il consiglio in linea di massima che sento di poterle dare e’ quello di provare a tradurre in modo specifico e circostanziato quel suo senso di difficoltà: rendere un problema chiaro e specifico può aiutarci a circoscriverlo e ad affrontarlo in modo più focalizzato.

 

 

Ad esempio: cosa mi sta creando disagio in questo momento? Contatti sociali scarsi? Difficoltà nell’ avvicinarmi agli altri? Aspettative su come deve andare la mia vita che vengono deluse?

 

 

A seconda della difficoltà specifica, infatti, possiamo pensare di utilizzare strategie di gestione differenti e più o meno aderenti al problema.

 

 

Avendo in programma tra i contenuti proprio un capitolo dedicato alle strategie di coping se le va posso anticiparlo così da darle spunti di riflessione

 

 

Che ne pensa?

 


 

 

 

 

 

 

Link al commento
Condividi su altri siti

Maldoner

Io avrei una domanda tecnica, ma non so se è in linea con questo thread e non vorrei andare OT.

Come si arriva a strutturare una credenza e soprattutto come si arriva a cambiarla?

Visto e considerato che molto spesso le credenze sono irriconoscibili e sembrano essere parte della tua identità, generando comportamenti automatici?

(Se ho detto una sciocchezza, mi corregga pure)

  • Mi piace! 1
Link al commento
Condividi su altri siti

11 ore fa, Dott.Mauro Grillini ha scritto:

Sono ben accetti contributi esterni: domande, dubbi, perplessità e spunti ulteriori possono aprire nuovi argomenti o permettere di andare in profondità su quelli trattati, oltre a rendere questo thread un elemento interattivo e non una lezione frontale di sola didattica

E' un thread bellissimo, grazie! 

 

11 ore fa, Dott.Mauro Grillini ha scritto:

Nel corso di queste consulenze ho infatti riscontrato l'emergere di tematiche e difficoltà comuni a molti, spesso di difficile identificazione in quanto percorsi mentali semi-automatici, che in un certo senso tendiamo a "dare per scontati" e che rischiano di scandire la nostra quotidianità, privandoci di fette importanti di benessere e di vitalità, oltre a rendere difficile prendere confidenza con risorse personali che già potremmo avere

Quindi una sorta di limitanti bias cognitivi? Mi piacerebbe conoscere i più comuni. 

  • Mi piace! 1
Link al commento
Condividi su altri siti

Wyatt99
59 minuti fa, Dott.Mauro Grillini ha scritto:

Contatti sociali scarsi?

Buongiorno! La ringrazio per la celere risposta.

Partirei da questa domanda perché è la più vicina rispetto a quelle da lei elencate.

Non ho problemi a fare amicizie, anche perché più vado avanti e più sono estroverso. Ho conosciuto tante persone.

Ma ho chiuso anche con molte altre perché vedevo il rapporto ormai saturo, e tra l’uscire con persone che non mi danno più niente e il rimanere a casa, preferisco la seconda.

Ho provato ad uscire anche con altre persone, ma la maggior parte fanno azioni che a me o non interessano o mi creano noia. Sarà che non so ancora adattarmi?

 

1 ora fa, Dott.Mauro Grillini ha scritto:

Avendo in programma tra i contenuti proprio un capitolo dedicato alle strategie di coping se le va posso anticiparlo così da darle spunti di riflessione

 

 

Che ne pensa?

 

Penso che sarebbe splendido.

  • Mi piace! 1
Link al commento
Condividi su altri siti

Dott.Mauro Grillini
2 ore fa, Maldoner ha scritto:

Come si arriva a strutturare una credenza e soprattutto come si arriva a cambiarla?

Visto e considerato che molto spesso le credenze sono irriconoscibili e sembrano essere parte della tua identità, generando comportamenti automatici?

(Se ho detto una sciocchezza, mi corregga pure)

Buongiorno, non e’ per nulla una sciocchezza..ci scriverò uno dei prossimi contenuti, grazie dello spunto! 😊

  • Mi piace! 1
Link al commento
Condividi su altri siti

Dott.Mauro Grillini
2 ore fa, Verbena ha scritto:

E' un thread bellissimo, grazie! 

 

Quindi una sorta di limitanti bias cognitivi? Mi piacerebbe conoscere i più comuni. 

Ho un post dedicato a quello 😊

  • Wow 1
Link al commento
Condividi su altri siti

Dott.Mauro Grillini

STRATEGIE DI COPING: QUALI, QUANTE, PER CHI E PERCHE'?

 

 

Scrivo questo post su suggerimento dell'utente @Wyatt99, a cui va il mio più sentito ringraziamento!

 

 

Avevo già parlato di strategie di coping nell'ebook uscito in occasione dell'emergenza Covid: https://www.officinadelsuccesso.com/downloads/guida-di-sopravvivenza-psicologica-allemergenza-coronavirus/

 

 

Cosa si intende per strategie di coping?

 

 

Essenzialmente, si tratta di tutti quei meccanismi e modalità operative messe in atto di fronte a situazioni difficili, dolorose, pericolose e stressanti, allo scopo di risolvere tali situazioni o di adattarsi ad esse.

 

 

Si possono dividere in tre grosse categorie, a seconda dello scopo principale a cui sono dirette:

 

 

- Strategie centrate sul problema: mirano ad agire direttamente sulla situazione per modificarla in meglio. Un esempio potrebbe essere l'organizzazione del tempo di studio per preparare un esame all'università, piuttosto che la strutturazione e l'esecuzione di un approccio efficace con l'altro sesso.

-Strategie centrate sull'emozione: mirano alla regolazione e al mantenimento di un'adeguata attivazione emotiva, specie nei casi in cui questa rischia di uscire da quella che viene definita "finestra di tolleranza", ossia quel range in cui l'emozione, per quanto forte, viene vissuta come tollerabile. Ricercare supporto sociale per condividere i nostri vissuti, piuttosto che l'identificazione individuale di questi ne sono un esempio.

-Strategie centrate sull'evitamento: mirano ad allontanarsi dall'evento stressante per un periodo di tempo più o meno lungo, e possono comportare il rifiuto ad esporsi in situazioni pubbliche.

 

 

Ok...quindi...quali strategie mi conviene adottare di più? Quali sono le più e le meno efficaci?

 

 

In realtà non esiste una risposta univoca a questa domanda: il fatto che una strategia sia più o meno efficace cambia in relazione a molteplici elementi.

 

 

Un aspetto importante è giocato dalla situazione con la quale mi sto confrontando: possiamo vivere, infatti, momenti nei quali le nostre possibilità di agire concretamente sulla situazione sono ai minimi termini - penso ad esempio ad una rottura definitiva di una relazione "storica", piuttosto che alla bocciatura ad un esame o per una proposta di lavoro - o ancora tutti quei casi in cui le nostre azioni non hanno immediatamente degli esiti, come l'organizzazione di un trasferimento o l'inizio di attività imprenditoriali o di investimento.

 

 

Un altro fattore da considerare siamo noi stessi: possiamo essere più o meno inclini, per convinzioni e vissuti personali, a chiedere aiuto, preferendo un approccio legato all'azione o all'evitamento; possiamo, al contrario, sentire di averne più bisogno del necessario e sentirci particolarmente "negati" nell'affrontare certe situazioni in autonomia. L'essere uomo o donna può orientarci PREFERENZIALMENTE verso alcune strategie piuttosto che altre. Anche l'età anagrafica e le disponibilità economiche personali possono condizionare la fattibilità di certe strategie.

 

 

Inoltre, l'ambiente socio-relazionale nel quale siamo immersi recita un ruolo non secondario: quanto supporto sociale ho effettivamente disponibile? Quali sono le persone che mi hanno insegnato, direttamente o per imitazione, ad affrontare le difficoltà? Come si comportavano/comportano con me quando sono in difficoltà? Sarò sostenuto o scoraggiato?

 

 

Il rapporto tra questi elementi - e il nostro unico e peculiare modo con cui lo viviamo - influisce sulla scelta delle strategie che di volta in volta tendiamo a mettere in campo e sui suoi possibili esiti.

 

 

In generale possiamo dire che avere accesso a TANTE e DIVERSE di queste opzioni può aumentare notevolmente la nostra percezione di sicurezza e problem solving.

 

 

Avere sperimento esiti positivi nell'esecuzione di queste strategie contribuisce al loro rafforzamento e ripetizione nel tempo.

 

 

Tutto questo può essere notevolmente favorito a partire dalla nostra capacità di leggere noi stessi e le situazioni attorno a noi: una scelta strategica ottimale parte dalla consapevolezza di cosa ci sta succedendo intorno, di chi siamo e di quali risorse disponiamo momento per momento, argomento di un prossimo post.

 

 

Ovviamente fatemi sapere che ne pensate e sentitevi liberi di portare commenti costruttivi, osservazioni e se vi va qualche piccola esperienza :) 

 

 

BIBLIOGRAFIA:

 

 

Lazarus, R.S. (1991). Emotion and adaptation. New York: Oxford University Press

 

 

Sica, C., Novara, C., Dorz, S., Sanavio, E. (1997a). Coping Orientations to Problems Experienced: traduzione e adattamento italiano. Bollettino di Psicologia Applicata, 223, 25-34.

 

 

Wang, J., Korczykowski, M., Rao, H., Fan, Y., Pluta, J., Gur, R.C., McEwen, B., Detre, J (2007). Gender difference in neural response to psychological stress. Social Cognitive and affective neuroscience, 2(3), 227-39.

 

 

Brannon, L., Feist, J.(2010). Healthy psychology: an introduction to behavior and health. Boston: Cengage. 

 

 

  • Mi piace! 4
  • Grazie! 1
Link al commento
Condividi su altri siti

Wyatt99
2 ore fa, Dott.Mauro Grillini ha scritto:

mirano ad allontanarsi dall'evento stressante per un periodo di tempo più o meno lungo, e possono comportare il rifiuto ad esporsi in situazioni pubbliche.

Buongiorno.
Questo mi rispecchia di più.

Ora argomento meglio: incontro pochissimo la mia vecchia comitiva, e nel paese di persone nuove non ne vedo. E se le vedo, le vedo diverse da me e da ciò che sto cercando.

Ormai questo posto mi è saturo, e seppur farò un esperienza tra qualche mese fuori di qui, utilizzo il terzo metodo da lei descritto.

 

Però non ho paura di espormi, il problema è che ciò che cerco, non lo trovo. Voglio trovare persone che non pensano a fidanzarsi o parlare delle solite cose. Mi ricordano personaggi di un bellissimo romanzo.

Preferisco la solitudine voluta che stare in mezzo alla gente per paura di rimanere solo. Non ne sento il peso.

  • Mi piace! 1
Link al commento
Condividi su altri siti

Crea un account o accedi per lasciare un commento

Devi essere un membro per lasciare un commento

Crea un account

Iscriviti per un nuovo account nella nostra community. È facile!

Registra un nuovo account

Accedi

Sei già registrato? Accedi qui.

Accedi Ora
×
×
  • Crea Nuovo...