Vai al contenuto

Dottorato di ricerca


Massimo12

Messaggi raccomandati

Massimo12
17 minuti fa, Cenarius ha scritto:

Non ho fatto il dottorato. Ti parlo per esperienza di colleghi di lavoro, amici e/o conoscenti.

Posso chiederti se hanno fatto il dottorato in atenei grandi o di provincia. E in quali ambiti?

Link al commento
Condividi su altri siti

Massimo12
8 minuti fa, mrjako ha scritto:

Da come la poni sembra più che sei interessato al dottorato per conoscere nuova gente, magari anche fighe, di solito chi fa un dottorato ha un end-goal ben preciso, ad esempio faccio un dottorato in matematica applicata, finanza quantitativa o intelligenza artificiale perché voglio cambiare carriera e passare dalla fisica/matematica all'informatica o finanza oppure perché voglio entrare in una carriera dove servono competenze altamente avanzate che non vengono affrontate in un bachelor degree e nemmeno master degree

Farlo così tanto per fare non ha assolutamente senso imho poi per carità la vita è la tua

Ti ringrazio per il commento ma io chiedevo di esperienze dirette, non opinioni personali. 

  • Mi piace! 2
Link al commento
Condividi su altri siti

Cenarius
1 ora fa, Massimo12 ha scritto:

Posso chiederti se hanno fatto il dottorato in atenei grandi o di provincia. E in quali ambiti?

Principalmente atenei statali di grandi o medie dimensioni, ambito ingegneristico e tecnico-scientifico.

Modificato da Cenarius
  • Mi piace! 1
Link al commento
Condividi su altri siti

Tony Montana
Il 25/6/2022 at 10:31, Massimo12 ha scritto:

Ciao,

Il tema del topic è molto semplice: visto che sto pensando di iniziare un dottorato di ricerca nell'ambito delle scienze sociali, vorrei che altri iscritti al forum che hanno intrapreso questo percorso (anche in altri settori ovviamente) condividessero la loro esperienza. 

Come ha influenzato la vostra vita professionale, sociale, sentimental-sessuale? 

Ve ne siete mai pentiti o pensate comunque di aver fatto una buona scelta?

Il 26/6/2022 at 12:08, Massimo12 ha scritto:

Non ho uno specifico obiettivo professionale, semplicemente è un'esperienza che vorrei fare. Per questo chiedevo a chi ci è già passato o ci sta passando e capire che effetti ha avuto o sta avendo sulla sua vita professionale e personale.

Se non hai una vocazione per la ricerca o un'obiettivo professionale preciso che richieda un PhD, ti consiglierei di lasciare perdere.

Se non hai una missione ben precisa, ci sono pochi lati positivi:
-  ti mantiene per qualche altro anno nell'ambiente universitario di feste, giovani con tanto tempo libero e flessibilità;
- a seconda del team in cui sei, ti può permettere di viaggiare molto per conferenze, scuole, ma pure viaggetti low-cost data la possibile grande flessibilità.

Per il resto, ritarda il tuo ingresso nel mondo del lavoro, non sviluppa competenze utili e funzionali, hai uno stipedio fisso medio-basso senza possibilità di promozione, con buona probabilità si spende 3-4 anni ad accuparsi di un argomento di nicchia che interessa a 10 altre persone.

Io l'ho fatto (in STEM, non in Italia) e ora lo ritengo una perdità di tempo e soldi. Ma col senno di poi avrei cambiato pure master (e forse anche triennale).

Piuttosto, fatti un anno di master che complementi le competenze sviluppate finora.

E' però molto importante che rifletti a lungo ed in profondità su cosa ti piace, cosa vuoi e come vuoi vivere la tua vita. Una volta che hai obiettivi chiari, per quanto lontani, avrai domande più precise a cui è più facile trovare risposta.


P.S.: hai ancora qualche giorno per scaricarti un webinar omaggio di Aivia.

  • Mi piace! 3
Link al commento
Condividi su altri siti

Seth44
46 minuti fa, Tony Montana ha scritto:

Io l'ho fatto [...] e ora lo ritengo una perdità di tempo e soldi.

Questo sintetizza bene il mio pensiero. Esperienza bella ma fondamentalmente inutile.

Peraltro, se non hai particolari alternative professionali e se quel che studi ti appassiona molto, è una scelta che ha il suo perché. Trascorreresti tre anni facendo quel che ti piace, vivendo per un bel periodo all'estero (cosa sempre positiva) e prendendo qualche soldino. Non è poco, specie se l'alternativa è quella di lavorare come cameriere o come cassiere di un supermercato (professioni dignitosissime, sia chiaro, ma presumo che non sia esattamente per questo che tu hai studiato).

Link al commento
Condividi su altri siti

Massimo12
2 ore fa, Tony Montana ha scritto:

Se non hai una vocazione per la ricerca o un'obiettivo professionale preciso che richieda un PhD, ti consiglierei di lasciare perdere.

Se non hai una missione ben precisa, ci sono pochi lati positivi:
-  ti mantiene per qualche altro anno nell'ambiente universitario di feste, giovani con tanto tempo libero e flessibilità;
- a seconda del team in cui sei, ti può permettere di viaggiare molto per conferenze, scuole, ma pure viaggetti low-cost data la possibile grande flessibilità.

Per il resto, ritarda il tuo ingresso nel mondo del lavoro, non sviluppa competenze utili e funzionali, hai uno stipedio fisso medio-basso senza possibilità di promozione, con buona probabilità si spende 3-4 anni ad accuparsi di un argomento di nicchia che interessa a 10 altre persone.

Io l'ho fatto (in STEM, non in Italia) e ora lo ritengo una perdità di tempo e soldi. Ma col senno di poi avrei cambiato pure master (e forse anche triennale).

Piuttosto, fatti un anno di master che complementi le competenze sviluppate finora.

E' però molto importante che rifletti a lungo ed in profondità su cosa ti piace, cosa vuoi e come vuoi vivere la tua vita. Una volta che hai obiettivi chiari, per quanto lontani, avrai domande più precise a cui è più facile trovare risposta.


P.S.: hai ancora qualche giorno per scaricarti un webinar omaggio di Aivia.

Ottimo! Lo hai fatto e partiamo almeno da un esperienza diretta.

Ti va di dirmi com'era la tua vita in quegli anni: com'era il rapporto con i professori e con il team? Ti trattavano come uno schiavo o avevi una buona relazione? Quanta flessibilità ti dava il dottorato in termini di tempo e spazio (per es. lavorare da casa)?

Ti rimaneva tempo da dedicare a hobby, amici, donne, ecc. oppure era qualcosa che assorbiva tutto il tuo tempo e le tue energie?

Mi interessa la descrizione dell'esperienza personale :)

P.S. Io un lavoro già ce l'ho: il dottorato lo faccio per passione e perché mi darebbe una qualifica ulteriore. 

Link al commento
Condividi su altri siti

Massimo12
1 ora fa, Seth44 ha scritto:

Questo sintetizza bene il mio pensiero. Esperienza bella ma fondamentalmente inutile.

Peraltro, se non hai particolari alternative professionali e se quel che studi ti appassiona molto, è una scelta che ha il suo perché. Trascorreresti tre anni facendo quel che ti piace, vivendo per un bel periodo all'estero (cosa sempre positiva) e prendendo qualche soldino. Non è poco, specie se l'alternativa è quella di lavorare come cameriere o come cassiere di un supermercato (professioni dignitosissime, sia chiaro, ma presumo che non sia esattamente per questo che tu hai studiato).

Grazie per la risposta, Seth. Come scritto sopra a Tony Montana, ti va di rispondere più in profondità alle domande poste anche a lui?

Link al commento
Condividi su altri siti

Seth44
22 minuti fa, Massimo12 ha scritto:

Ti va di dirmi com'era la tua vita in quegli anni: com'era il rapporto con i professori e con il team? Ti trattavano come uno schiavo o avevi una buona relazione? Quanta flessibilità ti dava il dottorato in termini di tempo e spazio (per es. lavorare da casa)?

Ti rimaneva tempo da dedicare a hobby, amici, donne, ecc. oppure era qualcosa che assorbiva tutto il tuo tempo e le tue energie?

Rapporto con i professori molto buono, se parti dal presupposto che sì, tendono effettivamente a considerarti il loro schiavetto. Anche rispettato e benvoluto, ma quando loro schioccano le dita tu devi correre. Flessibilità ne avevo molta, in compenso: a parte le telefonate, che potevano arrivare a tutte le ore di tutti i giorni, mi era richiesto di lavorare in ufficio tre giorni a settimana, a volte quattro, e non per tutti i mesi dell'anno (in agosto si faceva poco o nulla).

Il resto è lavoro individuale, e lì ci si può gestire. Molto dipende da quanto ci si lascia assorbire. Tu faresti il dottorato avendo già un lavoro, quindi senza ambizioni di carriera accademica, immagino; potresti insomma contenere gli sforzi e non esagerare. Di lavoro da fare, tra studio, scrittura, convegni e pubblicazioni, ce ne sarebbe 24/7, ma l'impegno è modulabile, specie se non devi competere con nessuno. Avevo amici che lavoravano giorno e notte, arrivando in certi periodi a non superare le 6 ore di sonno a notte, e altri che lavoravano quei 3/4 giorni a settimana e per il resto facevano la bella vita.

Il tuo sarebbe un dottorato in ambito non scientifico, quindi presumo che non ti sarebbero richieste ore di laboratorio e presenza fissa in università. L'impressione è che avresti modo di ritagliarti del tempo libero senza troppe difficoltà. Se però facessi il dottorato lavorando, il discorso cambierebbe di molto, ma questo lo sai anche tu.

  • Mi piace! 1
Link al commento
Condividi su altri siti

MementoMori999

Io sto svolgendo il dottorato in fisica in Italia in uno dei principali politecnici. Credo che uno debba iniziare il dottorato se ha una forte vocazione per la ricerca e se interessato agli argomenti proposti, dato che il percorso è lungo, richiede tanta dedizione ed è poco pagato e inutile fuori dal tuo ambito di ricerca essenzialmente.

Dal punto di vista sociale/ragazze è completamente inutile, da me son quasi tutti maschi, la più bella ha i baffi e a livello sociale c'è solo qualche festa legata ancora all'università. 

Modificato da MementoMori999
  • Mi piace! 1
Link al commento
Condividi su altri siti

Curiosità: quanto è simile un dottorato ad una tesi sperimentale?

Link al commento
Condividi su altri siti

Crea un account o accedi per lasciare un commento

Devi essere un membro per lasciare un commento

Crea un account

Iscriviti per un nuovo account nella nostra community. È facile!

Registra un nuovo account

Accedi

Sei già registrato? Accedi qui.

Accedi Ora
×
×
  • Crea Nuovo...