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Il significato del XXI secolo


ArmandoBis

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Caraibika

Io penso che fattori importanti per trasformare il mondo in quello che è oggi siano stati la fine dell'Unione Sovietica, la creazione dell'Euro e l'entrata della Cina nel Wto. Fino a quando c'era un nemico che, almeno a livello ideologico, prometteva prosperità in misura uguale per tutti alle oligarchie USA faceva comodo un benessere diffuso nel blocco occidentale, ottima propaganda nel noi Vs loro. Non è un caso se le politiche neoliberiste spinte sono iniziate tutte negli anni '90, ormai gli USA erano l'unica superpotenza rimasta, poteva partire il saccheggio della classe media.

La ciliegina sulla torta sono stati l'Euro e la Cina, da lì le aziende dei paesi occidentali hanno iniziato a delocalizzare, i lavoratori sono finiti in competizione con gente dall'altra parte del mondo (o negli stati dell'est Europa) che guadagnava molto meno e si è creata la corsa al ribasso dei salari. Siamo in un nuovo feudalesimo in pratica, si salvano solo le apparenze con sindacati inutili e venduti e possibilità di votare altrettanto inutile.

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ArmandoBis
1 ora fa, Caraibika ha scritto:

Io penso che fattori importanti per trasformare il mondo in quello che è oggi siano stati la fine dell'Unione Sovietica, la creazione dell'Euro e l'entrata della Cina nel Wto. Fino a quando c'era un nemico che, almeno a livello ideologico, prometteva prosperità in misura uguale per tutti alle oligarchie USA faceva comodo un benessere diffuso nel blocco occidentale, ottima propaganda nel noi Vs loro. Non è un caso se le politiche neoliberiste spinte sono iniziate tutte negli anni '90, ormai gli USA erano l'unica superpotenza rimasta, poteva partire il saccheggio della classe media.

La ciliegina sulla torta sono stati l'Euro e la Cina, da lì le aziende dei paesi occidentali hanno iniziato a delocalizzare, i lavoratori sono finiti in competizione con gente dall'altra parte del mondo (o negli stati dell'est Europa) che guadagnava molto meno e si è creata la corsa al ribasso dei salari. Siamo in un nuovo feudalesimo in pratica, si salvano solo le apparenze con sindacati inutili e venduti e possibilità di votare altrettanto inutile.

Esatto.

I tre eventi hanno sinergicamente portato al mondo così com'è oggi.

Trent'anni fa, o anche solo venti, era impensabile che qualcuno trovasse conveniente andare in giro a consegnare pizze.

Eppure oggi è considerato un lavoro degno, segno che il sistema non è in grado di offrire di meglio.

*.    *.    *.    *.    *    

Passiamo adesso all'altro corno della questione: le famiglie che non arrivano alla fine del mese.

Com'è possibile se un po' di crescita c'è stata e le disuguaglianze non sono aumentate (almeno secondo il ristretto indice di Gini)?

Molto semplice: il busillis sta nell'indice dei prezzi, che com'è noto è costruito su un paniere di beni.

Il discorso sembra semplice: l'auto A costa X, l'anno seguente costa X +3/100X.

In sostanza, il prezzo di quell'auto è cresciuto del 3%.

Ma cosa succede se l'auto A non c'è più e al suo posto c'è l'auto B che ha un prezzo diverso?

In questo caso si devono trovare le differenze tra i due modelli e dare loro un prezzo. Da questa analisi si potrà stimare se il prezzo di quell'auto è aumentato o meno.

Tutto a posto?

No. Perché con gli anni le innovazioni e gli avanzamenti tecnologici si susseguono e quasi sempre (non vale solo per le auto) voi quegli aggiornamenti li dovete pagare, anche se avreste preferito un modello vecchio però con lo sconto.

Facciamo un esempio pratico. Avete comprato un'auto per diecimila euro. Dopo dieci anni volete comprare un modello equivalente e pensate di spendere più o meno la stessa cifra (assumiamo che ufficialmente non vi sia stata inflazione.)

Vi dicono che un'auto come la volete voi non esiste più, che il modello equivalente come fascia è molto più avanzato come tecnologia, comfort e piacere di guida: solo costa 13.000 euro.

Vi incazzate un po', spiegate che pensavate di spenderne 10.000 e che tutte carabattole tecnologiche non vi interessano.

Il venditore, che mastica un po' di contabilità nazionale, cerca di spiegarvi quanto siete in realtà fortunato.

Comprando quel modello in realtà risparmiate 2.000 euro, perché ai costi di dieci anni fa un'auto con tutte quelle migliorie oggi sarebbe dovuta costare 15.000 euro, quando costa in realtà 13.000. Vi fa vedere una tabella dell'Istat dove risulta un calo di prezzo del 13%, il che - pur acquistando in genere un'auto ogni certo numero di anni - ha un certo peso nel calcolo dell'indice dei prezzi.

Voi obiettate che i 2.000 euro di sconto preferivate ottenerli per il remake della vostra vecchia auto, che vi sarebbe così costata 8.000 euro, e aggiungete che vi sentite preso per il culo, perché non solo dovete cacciare 3.000 euro in più, ma l'ISTAT vi dice pure che l'avete presa a un prezzo ultrascontato.

Questo ragionamento si può applicare a tutti i prodotti e servizi di cui non esiste la versione equivalente. In questi casi bisogna stimare il costo dei fattori in più o in meno e tenerne conto per calcolare il costo effettivo del bene.

Solo che il costo effettivo del bene non coincide con quello che dovete cacciare in concreto.

Il vostro prodotto o servizio preferiti oggi non ci sono più. Dovete forzatamente acquistare la versione migliorata e corretta.

Solo che questo ha un prezzo. Per alcuni è l'essere diventati poveri.

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^'V'^
1 ora fa, ArmandoBis ha scritto:

 

Trent'anni fa, o anche solo venti, era impensabile che qualcuno trovasse conveniente andare in giro a consegnare pizze.

 

Io lavoravo giorno e notte, diconsi 14-16 ore al giorno, a volte di più, e guadagnavo uguale a mio fratello che portava pizze 5 ore la sera, mentre andava a scuola la mattina. 

Era una zona residenziale di anziani benestanti, che ordinavano tutti da asporto. 

Il bar pagava bene, di base, ma era appena entrato l'euro e tutte queste vecchiette adorabili vedevano il giovanotto e gli lasciavano la mancia in spiccioli. 

Solo che non erano più le cinquecento lire, erano i 2-6 euro di mancia ad ogni consegna, a volte più di sei euro, manciate di monetine. 

Ogni volta che lui aveva un problema e non poteva andare, mi fiondavo a sostituirlo e campavo una settimana con la serata di mance. 

20 anni fa... trovavo convenientissimo andare in giro a consegnare pizze. 

A parte questa eccezione (in effetti anche a quei tempi lui era odiato dagli altri portapizze perché quel bar pagava molto bene già di base), comprendo bene il tuo discorso e non lo attacco per un'eccezione. 

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Akira93
15 ore fa, ArmandoBis ha scritto:

Esatto.

I tre eventi hanno sinergicamente portato al mondo così com'è oggi.

Trent'anni fa, o anche solo venti, era impensabile che qualcuno trovasse conveniente andare in giro a consegnare pizze.

Eppure oggi è considerato un lavoro degno, segno che il sistema non è in grado di offrire di meglio.

*.    *.    *.    *.    *    

Passiamo adesso all'altro corno della questione: le famiglie che non arrivano alla fine del mese.

Com'è possibile se un po' di crescita c'è stata e le disuguaglianze non sono aumentate (almeno secondo il ristretto indice di Gini)?

Molto semplice: il busillis sta nell'indice dei prezzi, che com'è noto è costruito su un paniere di beni.

Il discorso sembra semplice: l'auto A costa X, l'anno seguente costa X +3/100X.

In sostanza, il prezzo di quell'auto è cresciuto del 3%.

Ma cosa succede se l'auto A non c'è più e al suo posto c'è l'auto B che ha un prezzo diverso?

In questo caso si devono trovare le differenze tra i due modelli e dare loro un prezzo. Da questa analisi si potrà stimare se il prezzo di quell'auto è aumentato o meno.

Tutto a posto?

No. Perché con gli anni le innovazioni e gli avanzamenti tecnologici si susseguono e quasi sempre (non vale solo per le auto) voi quegli aggiornamenti li dovete pagare, anche se avreste preferito un modello vecchio però con lo sconto.

Facciamo un esempio pratico. Avete comprato un'auto per diecimila euro. Dopo dieci anni volete comprare un modello equivalente e pensate di spendere più o meno la stessa cifra (assumiamo che ufficialmente non vi sia stata inflazione.)

Vi dicono che un'auto come la volete voi non esiste più, che il modello equivalente come fascia è molto più avanzato come tecnologia, comfort e piacere di guida: solo costa 13.000 euro.

Vi incazzate un po', spiegate che pensavate di spenderne 10.000 e che tutte carabattole tecnologiche non vi interessano.

Il venditore, che mastica un po' di contabilità nazionale, cerca di spiegarvi quanto siete in realtà fortunato.

Comprando quel modello in realtà risparmiate 2.000 euro, perché ai costi di dieci anni fa un'auto con tutte quelle migliorie oggi sarebbe dovuta costare 15.000 euro, quando costa in realtà 13.000. Vi fa vedere una tabella dell'Istat dove risulta un calo di prezzo del 13%, il che - pur acquistando in genere un'auto ogni certo numero di anni - ha un certo peso nel calcolo dell'indice dei prezzi.

Voi obiettate che i 2.000 euro di sconto preferivate ottenerli per il remake della vostra vecchia auto, che vi sarebbe così costata 8.000 euro, e aggiungete che vi sentite preso per il culo, perché non solo dovete cacciare 3.000 euro in più, ma l'ISTAT vi dice pure che l'avete presa a un prezzo ultrascontato.

Questo ragionamento si può applicare a tutti i prodotti e servizi di cui non esiste la versione equivalente. In questi casi bisogna stimare il costo dei fattori in più o in meno e tenerne conto per calcolare il costo effettivo del bene.

Solo che il costo effettivo del bene non coincide con quello che dovete cacciare in concreto.

Il vostro prodotto o servizio preferiti oggi non ci sono più. Dovete forzatamente acquistare la versione migliorata e corretta.

Solo che questo ha un prezzo. Per alcuni è l'essere diventati poveri.

Questo l'ho notato sul mercato notebook.

Comprai il primo a circa 800 euro all'inizio dell'università, dopo 5 anni do servizio l'ho mandato in pensione perchè i software di grafica che mi servivano richiedevano requisiti maggiori, aggiornando le versioni.

Comprai il successivo notebook a 1300 euro, tuttavia il vecchio pc a prezzo di listino stava ancora a 700 euro.

 

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