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Il posto fisso: dubbi e crisi identitarie


Gallagher

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Gallagher

Ciao a tutti.

Vado dritto al punto.

Per anni ho provato a fare il lavoro che mi piaceva, ma alla fine non sono riuscito a consolidarmi, i soldi erano sempre troppo pochi e non avevo prospettive. Il tutto con grosse ricadute negative su tutti gli ambiti della mia vita.

Per "disperazione" ho fatto un concorso pubblico determinato portarmi a casa un lavoro sicuro, e l'ho vinto.

Non è il classico lavoro al comune, diciamo che potrebbe avere anche dei risvolti molto dinamici (lunghi periodi all'estero etc.). Tuttavia rimane un'attività burocratica, molto lontana da quello che immaginavo per me e da come mi ritengo come persona.

Insomma, per anni ho desiderato un po' di sicurezza lavorativa, e ora che ce l'avrò mi vengono crisi d'identità.

È come se temessi che entrare in questo circuito di impiegati e funzionari pubblici mi facesse perdere parte della mia originalità, della mia "selvaticità", del mio atteggiamento combattivo.

Mi sembra di dover fare il patto col diavolo.

Visto che il prezzo da pagare sarebbe la disoccupazione e visto il periodo storico ovviamente firmerò questo patto.

Ma mi chiedo quale sarà il prezzo che pagherò per essere venuto a patti con ciò che è conforme.

La mia psiche mi si rivolterà contro?

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7 minuti fa, Gallagher ha scritto:

La mia psiche mi si rivolterà contro?

Probabile. Se la tua indole è diversa, in qualche modo ne soffrirai. 

Successo troppe volte, Galla. 

Intanto, prova. Magari ti rendi conto che non sei così "selvaggio". È comunque una possibilità. 

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Gallagher
5 ore fa, RAWolf ha scritto:

Probabile. Se la tua indole è diversa, in qualche modo ne soffrirai. 

Successo troppe volte, Galla. 

Intanto, prova. Magari ti rendi conto che non sei così "selvaggio". È comunque una possibilità. 

Mi chiedo se non siano possibili dei compromessi.

Ancora devo iniziare, ma al pensiero mi sembra di indossare un vestito non mio. Già mi vedo a fare polemiche.

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Seth44
Il 4/9/2022 at 15:02, Gallagher ha scritto:

Insomma, per anni ho desiderato un po' di sicurezza lavorativa, e ora che ce l'avrò mi vengono crisi d'identità.

Nulla di più normale.

È successo anche a me, per dire. Dopo aver cambiato lavoro parecchie volte (anche se sempre nello stesso settore), arrivato a ridosso della quarantina ho finalmente optato per un lavoro a tempo indeterminato che, oltre a piacermi (non quel che ho sempre sognato di fare, ma pur sempre un bel lavoro, del tipo che lunedì mattina esco da casa di buon umore), mi offriva stabilità & tranquillità, ovvero quel che fino a quel momento m'era sempre mancato.

Se non che, a contratto firmato, mi sono venuti dubbi esistenziali di vario genere: mi sentivo arrivato, seduto, privo di obiettivi chiari, svuotato di energia. Mi mancava la molla che mi spingeva a guardarmi in giro, a cercare e cogliere occasioni nuove, a mettermi alla prova. Però sai che c'è? Che poi i dubbi passano. Non del tutto (e per fortuna), ma passano. Quindi per il momento fai sto patto col diavolo e vedi come va. Spesso il diavolo non è così brutto come lo si dipinge.

  • Grazie! 1
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