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Come schivare la pallottola dell'auto sabotaggio


november_rain

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november_rain

 

31 minuti fa, giannicarlo ha scritto:

Chi si comportava così nella tua famiglia?

Avevi qualcuno che reagiva allo stesso modo?

Se si, in che modo rispondevi al suo apparente distacco? distaccandoti a tua volta? come se fosse un affronto personale?

Quella persona ricercava a sua volta considerazione. Esattamente come te. E come per te gli fu insegnato lo stesso modello di risposta.

Cerca di capire che era lui/lei a non sentirsi amato/a, non tu ad essere indegna di amore. Il modo in cui rispondeva (esattamente come fai tu oggi) era solo un mezzo per ottenere la tua attenzione. 

Classico rapporto genitori/figli. Io osservavo esternamente tali comportamenti, li subivo, soprattutto l'omertà sui problemi della famiglia. Nascondendo ed evitando di parlare del problema, chi lo viveva lo interiorizzava chiudendosi nel silenzio, così per un po' di tempo, finché il problema non era ben nascosto sotto la sabbia e tutti se ne erano apparentemente dimenticati. Io ero solo una bambina che osservava e assorbiva quello che gli accadeva intorno, tuttavia non penso di essere stata io il soggetto da cui qualcuno voleva ricavare attenzioni, proprio perché in quanto bambina non aspettavo altro che dare e ricevere attenzioni. Il fatto che io cerchi considerazione penso derivi proprio dal fatto di averne avuto troppo poco in età infantile e di aver passato molto tempo da sola.

31 minuti fa, giannicarlo ha scritto:

Allora io credo che il modo migliore sia intanto distaccarsi da queste figure, indipendentemente da chi essi siano e diventare autonoma al 100% dal punto di vista economico, se non lo avessi ancora fatto.

Sono autonoma dal punto di vista economico, mi sto distaccando come può distaccarsi una persona che comunque vuole molto bene alla sua famiglia. C'è da aggiungere che purtroppo, come è sempre stato, devo dare una mano sul lato economico a chi invece dovrebbe darla a me in quanto figlia. E qui torniamo a questo:

38 minuti fa, giannicarlo ha scritto:

E dici bene quando parli di accudimento e del fatto che ti sembra di aver dovuto più accudire che essere accudita. Hai sostanzialmente avuto a che fare con un bambino/a cresciuto.

Mi è mancata la sicurezza di poter contare sulla mia famiglia. Io non ci potevo contare, né dal punto di vista pratico/economico nè sul potersi confidare e trovare comprensione. Potevo contare solo su me stessa, e questo mi ha dato la forza di dire "io non voglio essere così" e di prendere la mia vita in mano, diventare una persona brillante e carismatica, laurearmi, affermarmi economicamente e socialmente. Su questo sono soddisfatta, però a che prezzo?

39 minuti fa, giannicarlo ha scritto:

Ora devo scappare ma appena posso proverò ad approfondire nel caso tu voglia, poiché è qualcosa che mi tocca personalmente.

Intanto buona serata

Molto volentieri, ti ringrazio per il tuo tempo. 

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november_rain
13 minuti fa, sperminator ha scritto:

Capisco. Ecco alcuni consigli pratici per migliorare il tuo benessere mentale:

- Seguire una dieta equilibrata e nutriente (buona difesa naturale contro lo stress).

- Mantenersi fisicamente e mentalmente attivi può alleviare la tensione muscolare, migliorare l’umore e il sonno, aumentare l’energia e la forza.

- Prendersi cura della propria sfera spirituale sembrerebbe essere un altro modo per migliorare il proprio benessere mentale.

- Fare esercizio fisico migliora non solo la salute fisica, ma anche quella mentale, riducendo lo stress, stabilizzando l’umore e sviluppando le funzioni cognitive.

Sembra anche che tu abbia imparato a essere forte e autonoma fin da piccola, ma che questo ti abbia anche portato a non voler mostrare la tua debolezza agli altri. Ricordati che tutti abbiamo momenti di debolezza quindi non c’è nulla di sbagliato nell’affidarsi agli altri per ricevere supporto.

Spero che questi consigli ti aiutino! Fammi sapere se hai bisogno di altro aiuto.

Ti ringrazio molto per i consigli. In effetti da poco ho ripreso a fare sport e mi sta aiutando molto, vorrei però intensificare di più la frequenza settimanale, magari integrando con un altro sport. Sull'alimentazione ho già effettuato un po' di cambiamenti e devo dire che ha influito sul mio umore, anche se ancora non sono riuscita ad attuare un cambiamento radicale che spero di poter fare nei prossimi mesi, complice la bella stagione. Purtroppo quando qualcosa non va in me la prima cosa che ne risente è l'appetito, e questo non fa che aggiungere benzina sul fuoco immagino.

Grazie mille!

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bass_97
4 ore fa, november_rain ha scritto:

Ciao ragazzi, 

vorrei avere un parere riguardo ad un pattern di comportamento che si impone in me in modo preponderante e che faccio molta fatica a domare, e come unico esito a tutto questo vedo un bel auto sabotaggio arrivare verso di me come una pallottola pronta a trapassarmi il petto.

Quando, in coppia, mi trovo ad affrontare situazioni di disagio interiore faccio veramente fatica a gestirmi, in automatico mi chiudo in me stessa e non riesco a fare a meno di diventare fredda e distaccata. Esempio: provare gelosia. La gelosia è un sentimento che viene da dentro e che è solo nostro, solo frutto di nostre paure o insicurezze e che non è bene riversare sul partner (a meno che non ci siano elementi oggettivi e lampanti), ed è proprio quello che vorrei evitare di fare e che sto facendo. Ogni qualvolta mi si presenta questa sensazione di disagio interiore cerco di elaborarlo e di risolverlo dentro di me. Questo ovviamente comporta il fatto che io in quelle giornate in cui mi sento un po' così mi prendo più tempo per me stessa, sono meno presente, ma cerco con tutta me stessa di non lasciar passare nulla e di far si che la giornata del mio partner proceda in tranquillità. Il problema è che faccio davvero fatica, non riesco ad essere la persona di sempre, mi distacco troppo, a volte non so davvero cosa dire quando devo rispondere a messaggi o telefonate, l'unica cosa che mi viene da fare è chiudermi in me stessa. 

Che cos'è questo se non un auto sabotaggio in piena regola? Dico questo perché la gelosia non è scaturita da fatti oggettivi, ma da miei costrutti mentali. Per questo non voglio esternare disagio sul partener, perché non ha colpe. Ma non voglio nemmeno comportarmi così, sono odiosa quando lo faccio, lo trovo davvero brutto come atteggiamento, ma quando per esempio mi trovo a dover rispondere ad un messaggio non so cosa rispondere, rimango bloccata. 

Avete consigli a riguardo? 

Ti capisco bene, anche io ho una buona propensione all'auto-sabotaggio e negli ultimi tempi ho avuto l'opportunità di riflettere a fondo sulla questione, se può aiutarti ti condivido le mie personalissime conclusioni sul perché io mio auto-saboto e conseguentemente come non farlo (o meglio dire come imparare a non sentirsi insicuri).
 

  1. Stabilire i tuoi valori: quali sono le tue certezze, i tuoi limiti e i requisiti per cui tu stia bene in una relazione. Questo non implica necessariamente che l'altra persona non possa farci girare le palle, ma devi essere assolutamente certa che ci sono cose su cui se non si va d'accordo la relazione si rompe (es. stupido - se il mio partner scopa con altre persone, per me non esiste che ci resti insieme). 
  2. Fare una panoramica di cosa ti piace del tuo partner: una volta che sia te che il tuo partner condividete gli stessi valori, considerare se al netto della dinamica che hai con questa persona di fatto ci sia più del buono che del cattivo, capendo che non esiste la persona perfetta ed inesorabilmente ci sarà sempre qualcuno/a di migliore di esso (e contemporaneamente di te). 
  3. Interiorizzare il concetto di ACCETTAZIONE: capire che il tuo partner non può (e non potrà) mai capirti davvero e che TU NON PUOI CAPIRE IL TUO PARTNER. Nel momento in cui vivi l'illusione di poter essere capita, vivrai sempre nell'aspettativa di essere VALIDATA dal tuo partner. Questa cosa è molto importante anche nel tuo stare con il tuo partner, fondamentalmente sei tu che scegli di starci insieme, questa persona non deve dimostrarti nulla (o meglio dire non si deve giustificare con te) e tu contemporaneamente non devi giustificazioni.
  4. Fondamentalmente non te ne deve fregare nulla di cosa pensano gli altri di te: di conseguenza non dovresti giudicare gli altri, perché tanto non puoi capirli. ALIAS Antidoto per la sicurezza in sè stessi.
  5. Le persone non cambiano: anche se ci discuti, se lo fanno è una scelta che fanno per i cavoli loro quindi non sperare che una situazione cambi, se succede è un plus

In poche parole AMARE significa accettare e accettarsi, non essere capiti e capire. Ovviamente mantenendo valori come lealtà, fiducia e RISPETTO.

Modificato da bass_97
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shakas

In linea di massima ci sono due strade per evitare l'auto sabotaggio.


La prima è quella di risolvere se stessi, ed è la strada più lunga ma più duratura, perchè si deve partire dalla radice del problema e lavorare su se stessi, mitigando al meglio la natura del proprio malessere.

La seconda, la più "facile" ma allo stesso molto più complicata, ovvero quella di trovare l'incastro giusto con il partner, cioè trovare quella persona che riesce a sopportare e supportare le manie e i momenti di smarrimento. Ma questa soluzione non risolverà nulla, perchè dipenderai in qualche modo sempre dagli altri.

 

Non ci sono trucchi da attuare, scorciatoie o soluzioni a breve termine, perchè se l'obiettivo è stare bene, per riuscirci si deve puntare alla stabilità, non all'aggiramento dell'ostacolo. 

Ci si auto sabota perchè si crede nel profondo di essere immeritevoli di essere amati, di essere felici e con la pessimistica consapevolezza che tutto comunque finirà, e invece di godersi l'attimo, si distrugge tutto ciò così da auto convincersi di aver avuto ragione dall'inizio.

Quindi diventa tutto come una profezia auto avverante. Con l'ansia e la paura, i pensieri negativi si tramutano in realtà, perchè si fanno diventare realtà.

 

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4 ore fa, november_rain ha scritto:

È vero, il passato non è un marchio o una condanna, ma è come uno stampo per cui tutte le cose a cui dai forma dopo, pur cercando di modellarle col tempo, avranno sempre quella forma di base. Non so se una vita intera basta per abbattere questi schemi. 

Ecco, era proprio questo che intendevo. È possibile cambiare quello stampo, anche grazie al saper essere presenti nei propri pensieri, osservare il vecchio stampo e scegliere di utilizzarne un altro. Il passato non è il futuro, non è una condanna. 

Comunque la prima strada indicata nel bellissimo commento di @shakasera quella a cui mi riferivo.

Basta una vita intera? Io sono ottimista e dico di sì ma, anche se la risposta fosse no, vale comunque la pena di mettersi in cammino verso la giusta via, perché persino ad un piccolo passo in avanti conseguirebbe un significativo miglioramento della qualità della vita 

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5 ore fa, november_rain ha scritto:

Lo faccio in maniera indiretta ma senza volerlo, assolutamente non "chiaramente", cerco di spiegarmi meglio. Nel momento in cui provo quello stato d'animo, e sono consapevole del fatto che sia un problema unicamente mio, e sempre per via del fatto che non sopporto caricare gli altri dei miei problemi o mostrarmi "debole", tengo tutto dentro, non esterno nulla ne è mia intenzione farlo sapere all'altra persona. Cercando di elaborare il tutto, però, mi viene impossibile avere qualunque tipo di contatto con questa persona, cioè è come se mi bloccassi completamente, il mio cervello va in tilt. Quello che vorrei in quel momento è isolarmi e tornare quando questa sensazione se ne è andata, quando torno ad essere la persona positiva di sempre. Ma questo è impossibile, perché la persona ovviamente percepisce il tuo distacco, e io sto male anche per questo, sapere di fare del "male" a una persona col mio distacco senza che questa abbia colpe. 

Se non lo comunico al partner è anche perché di fatto non ho nulla da "chiedergli", non saprei proprio trovare una soluzione pratica, quello che vorrei è semplicemente non provare quello stato d'animo, cosa che posso risolvere solo io con me stessa. Ne deriva quindi che non glielo comunico perché nella mia mente equivale al dire che ti addosso un mio problema, a cui non tu non puoi dare una soluzione, e dopo invece di risolverlo il problema ce lo abbiamo in due. Sbagliando, perché forse la soluzione sarebbe la comprensione e l'abbraccio di una persona che mi vuole bene semplicemente, ma quanto è difficile. 

Mi ritrovo molto nella tua situazione e la sto vivendo anche io con le dovute differenze personali a livello di modalità per quanto riguarda il sabotaggio. Anche io come te tendo ad esternare poco e a non chiedere mai una mazza, perché ho imparato da adolescente ad essere autosufficiente soprattutto a livello emotivo e perché non mi piace in generale riversare le mie croci addosso ad altri. Nel mio caso, molto in breve, ho una paura latente dell'abbandono che mi porto dietro da più o meno tenerà età, la quale unita ad alcune esperienze sentimentali non proprio standard mi portano allo stato attuale a non andare più in là in termini di confini emotivi nell'ambito di una frequentazione: arrivo a un certo punto e poi lascio dei paletti che non levo per convinzione ormai data per scontata che qualora li levassi andrebbe tutto a monte, e finirei per far marcire ed appassire tutto ciò che vivo di bello con l'altra persona. Chi ha visto il film Will Hunting sa di cosa parlo. E, come te, anche io quando sono da solo ho spesso e volentieri quella vocina interna che mi spinge a lasciar perdere, ad abbandonare la nave quando le cose sono ancora perfette, per conservarne un buon ricordo e per evitare che finiscano in silenziosa e implicita putrefazione come quelle che ho visto scorrere davanti a me negli anni. 

Anch'io sto affrontando un percorso di psicoterapia in merito e sto cercando di lavorarci su. E parlandone con chi di dovere, credo che la soluzione migliore sul lungo termine non sia quella di ignorare il problema o cercare di vincerlo, ma semplicemente quello di conoscerlo a fondo e imparare a conviverci attraverso la cognizione dell'avere sempre una scelta in merito, e cercare con il tempo e non senza sforzi personali di rifuggire e prevenire in anticipo situazioni che sappiamo possano creare in noi disagio per come siamo fatti.

Per quanto riguarda l'altra persona, cerca di non colpevolizzarti troppo. Chi ha davvero voglia di stare con te, ti parla, impara a conoscerti, ti aspetta. E se decide di aspettarti, è una sua scelta. Chi siamo noi per dir loro come dovrebbero spendere il loro tempo emotivo?

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Minypony

C’è anche da dire che il rapporto con le figure di attaccamento influiscono molto sui nostri pattern comportamentali spesso inconsciamente andiamo a ricreare quel tipo di rapporto con gli altri .

È difficile non solo disinnescare questi auto sabotaggi ma anche essere totalmente onesti con se stessi credo la maggior parte delle persone non riesce ad esserlo per condizionamenti sociali e familiari così quando c’è da guardarsi dentro è più difficile trovarsi faccia a faccia con la verità rispetto a quello che ci si racconta solitamente 

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ArmandoBis
7 ore fa, november_rain ha scritto:

(...)

È vero, il passato non è un marchio o una condanna, ma è come uno stampo per cui tutte le cose a cui dai forma dopo, pur cercando di modellarle col tempo, avranno sempre quella forma di base. Non so se una vita intera basta per abbattere questi schemi. 

(...)

 

7 ore fa, november_rain ha scritto:

Direi che cancellarli del tutto è  impossibile.

Si possono depotenziare, questo sì. Fino al punto, nei casi migliori, che non possano più nuocere.

Resta il fatto che la nostra mente rimane attratta da certe situazioni perché sono quelle che conosce meglio.

Accade quindi spessissimo che ci ritroviamo più o meno nelle stesse situazioni dopo un percorso terapeutico, ma non bisogna lasciarsi ingannare.

In realtà il contesto è molto meno problematico di quanto sarebbe stato senza un percorso di consapevolezza, in più abbiamo gli strumenti per mettere in primo piano il nuovo (a cui non siamo abituati) lasciando sullo sfondo le vecchie questioni.

 

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november_rain

@bass_97 grazie per aver condiviso le tue riflessioni. Sicuramente è importante che io mi senta accettata nelle mie debolezze, ed è quello che devo cercare di fare. 

14 ore fa, shakas ha scritto:

Ci si auto sabota perchè si crede nel profondo di essere immeritevoli di essere amati, di essere felici e con la pessimistica consapevolezza che tutto comunque finirà, e invece di godersi l'attimo, si distrugge tutto ciò così da auto convincersi di aver avuto ragione dall'inizio.

Niente di più vero. E risolvere se stessi è sicuramente la strada più giusta, ma anche la più lunga e difficile. Per questo ho chiesto consiglio, per far sì che lungo questo lungo cammino io possa quantomeno limitare i danni, più che per me per le persone che mi stanno attorno. 

10 ore fa, Aeon ha scritto:

arrivo a un certo punto e poi lascio dei paletti che non levo per convinzione ormai data per scontata che qualora li levassi andrebbe tutto a monte, e finirei per far marcire ed appassire tutto ciò che vivo di bello con l'altra persona.

Mi ci rivedo in questo, diciamo che personalmente metto dei limiti per non mostrare le mie debolezze, è come se io le volessi nascondere perché penso che io possa essere amata solo se sono perfetta, invincibile, impeccabile. Se ti mostro questo lato di me perché dovresti restare? Chi vorrebbe stare accanto ad una persona che ha questi problemi, questi pensieri, queste fragilità? Nessuno penso io. 

10 ore fa, Aeon ha scritto:

Chi ha davvero voglia di stare con te, ti parla, impara a conoscerti, ti aspetta.

In teoria è così, ma spesso è difficile da credere. 

9 ore fa, ArmandoBis ha scritto:

Direi che cancellarli del tutto è  impossibile.

Si possono depotenziare, questo sì. Fino al punto, nei casi migliori, che non possano più nuocere.

Resta il fatto che la nostra mente rimane attratta da certe situazioni perché sono quelle che conosce meglio.

Sono d'accordo, non penso che potrò mai cancellare del tutto questo modo di vivere i conflitti interiori. Sicuramente però posso aiutare me e gli altri a conoscerli meglio, come primo passo. 

10 ore fa, Minypony ha scritto:

quando c’è da guardarsi dentro è più difficile trovarsi faccia a faccia con la verità rispetto a quello che ci si racconta solitamente

Assolutamente, come in tutte le cose, la teoria è una cosa, la pratica un'altra. Quando la vita ti sbatte in faccia la realtà, per esempio con un bel esito di auto sabotaggio, è più facile pensare di avere a che fare sempre con "casi umani" piuttosto che ammettere di avere un comportamento sbagliato. 

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Minypony
5 minuti fa, november_rain ha scritto:

@bass_97 grazie per aver condiviso le tue riflessioni. Sicuramente è importante che io mi senta accettata nelle mie debolezze, ed è quello che devo cercare di fare. 

Niente di più vero. E risolvere se stessi è sicuramente la strada più giusta, ma anche la più lunga e difficile. Per questo ho chiesto consiglio, per far sì che lungo questo lungo cammino io possa quantomeno limitare i danni, più che per me per le persone che mi stanno attorno. 

Mi ci rivedo in questo, diciamo che personalmente metto dei limiti per non mostrare le mie debolezze, è come se io le volessi nascondere perché penso che io possa essere amata solo se sono perfetta, invincibile, impeccabile. Se ti mostro questo lato di me perché dovresti restare? Chi vorrebbe stare accanto ad una persona che ha questi problemi, questi pensieri, queste fragilità? Nessuno penso io. 

In teoria è così, ma spesso è difficile da credere. 

Sono d'accordo, non penso che potrò mai cancellare del tutto questo modo di vivere i conflitti interiori. Sicuramente però posso aiutare me e gli altri a conoscerli meglio, come primo passo. 

Assolutamente, come in tutte le cose, la teoria è una cosa, la pratica un'altra. Quando la vita ti sbatte in faccia la realtà, per esempio con un bel esito di auto sabotaggio, è più facile pensare di avere a che fare sempre con "casi umani" piuttosto che ammettere di avere un comportamento sbagliato. 

Ti dirò di più se noi finiamo in situazioni poco felici o invischiate spesso sono sintomi di qualcosa nella nostra situazione che non va

o se noi finiamo sempre con una determinata tipologia di persone vuol dire che ci sono delle cose irrisolte in noi bisogna prenderne atto 

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