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Il delirio economico del Corriere della Sera


ArmandoBis

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ArmandoBis

Sul penultimo inserto economico del Corriere è apparso un articolo con questo titolo decisamente bizzarro:

LA RICCHEZZA MONDIALE

VALE 8 VOLTE IL PIL

USIAMOLA PER MIGLIORARE

Ora, chiunque sappia un minimo, ma proprio un minimo, di economia non può che rabbrividire di fronte a una simile sciocchezza.

Vediamo un po' più da vicino questo delirio economico.

L'articolo si basa su alcuni dati ripresi dal Fondo Monetario e dalla Banca Mondiale e riportati in uno specchietto che recita: l'evoluzione del PIL e della ricchezza mondiale. Dati in trilioni di dollari (un trilione è mille miliardi).

Prima sorpresa. Fra il 2010 e il 2022 il PIL mondiale è cresciuto addirittura del 66%, pari a un +4,3% all'anno.

Già qui andiamo male. È evidente che il dato non può essere corretto: se le due aree più ricche, Usa ed Europa, si trascinano con un +1% all'anno, come si fa a raggiungere addirittura un +4,3%?

Andando a vedere i dati sul sito della Banca Mondiale, scopro che i talentuosi giornalisti del Corriere sono riusciti a sommare ben due errori.

Il primo: hanno riportato i valori a dollari correnti, mentre invece se si vuole paragonare dei periodi diversi bisogna convertire i dati in dollari costanti. In altre parole, parte di quella crescita è dovuta non all'aumento del PIL ma all'inflazione.

Secondo: il dato del PIL mondiale raggiunto nel 2022 non è 110 trilioni, ma 101. Anche un cieco se ne sarebbe accorto, dato che confrontandolo con il dato di soli tre anni prima ne risultava una crescita del PIL del 25%. In sostanza, quasi un +8%...

Ora, il mondo non cresce né a un tasso dell'8% né del 4,3% ma di un più modesto +2,7%.

Ma la realtà vera è ancora un'altra.

La crescita del PIL come dato può andar bene per una popolazione stabile, ma se invece è in crescita di questo dato bisogna tenerne conto perché lo star bene è legato al PIL pro capite e non a quello generale.

Ora il dato relativo alla crescita del PIL pro capite a livello mondiale negli ultimi 12 anni è+1,6% all'anno. Cioè si prende il dato inventato dai giornalisti del Corriere e lo si divida per 2,6.

Ora, perché mettere dati inventati a cazzo?

Beh, semplice, per dare più forza alla tesi, cioè che la ricchezza disponibile - che secondo loro vale 8 volte il PIL (o 12, se si prendono in considerazione le attività immobiliari) - è tanta e quindi una parte può essere "spesa" per migliorare le cose.

E qui ci dobbiamo purtroppo addentrare nel delirio...

(continua)

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ArmandoBis

Entriamo più dettagliatamente nel delirio.

A fronte di 101 trilioni di PIL mondiale vi sono 870 trilioni di attività finanziarie, di cui 190 in denaro liquido (ma allora non sono attività finanziarie!) e 420 in attività immobiliari.

Visto che non puoi andare da un ricco e chiedergli di usare la sua casa o le sue azioni/obbligazioni per migliorare il mondo, l'interesse del giornalista si coagula sui 190 trilioni di liquidità.

Tutta questa massa di denaro liquido viene visto come una sorta di tesoretto, che può e dovrebbe essere investito per il meglio:

- se la cassa è quasi il doppio del PIL

- la disponibilità di liquidità e di ricchezza finanziaria è una grande opportunità (ma che c'entrano le azioni e le obbligazioni?)

- la forza della liquidità

ecc. ecc. e il tutto continua con la favoletta degli intermediari finanziari che hanno la facoltà di "gestire e indirizzare la straordinaria massa di ricchezza finanziaria disponibile" e altre simili fantasie.

Chi glielo dice al giornalista del Corriere che a fronte dei 190 trilioni di liquidità depositata presso le banche vi è un corrispettivo di 190 trilioni di debiti, anch'essi registrati nei bilanci di quelle stesse banche, a fronte di prestiti alle imprese e a privati (prevalentemente per mutui immobiliari)?

Io non ho il coraggio di dirglielo. Spero che qualcuno si offra volontario.

Costui è convinto che la ricchezza sia costituita dal denaro che c'è nel materasso, dalle monete d'oro seppellite in giardino, dai gioielli e dai Rolex custoditi nelle cassette di sicurezza.

Se ci sono tanti Rolex, tante monete d'oro, tanti gioielli, possiamo arricchirsi.

Voi direte che se il giornalista in questione ignora che la liquidità è prodotta dalle banche quando queste concedono un prestito, non è poi questo gran problema.

Invece lo è.

Il confondere i flussi con gli stock, le attività reali con quelle finanziarie, lo porta proprio a non capire nulla.

Infatti, nonostante la cassa sia piena di monete d'oro, il rischio è che non si possa avanzare nella finanza ESG* per il fatto che l'adeguamento a tali norme comporterebbe un incremento dei costi con conseguente calo del PIL e dell'occupazione.

Chiaro, no? 

Più si spende, più PIL e occupazione calano.

Meno si spende, più la ricchezza aumenta, abbiamo più monete d'oro da seppellire in giardino, siamo più ricchi e stiamo meglio.

 

* ESG sta per Environment Society Governance, l'ultima truffa inventata dagli americani.

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