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Scannachiappolo

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Scannachiappolo

Non so nemmeno se sia la sezione giusta, anyway...

Io, come penso molti altri, riconosco (tristemente) di essere ATTRATTO dallo sfuggente.

Sostanzialmente: sto in LTR con una ragazza che rispetto alla precedente ha tutto di meglio (carattere, fisico, amorevolezza etc). Ciò nonostante penso ancora, ossessivamente, all'ex.

Ma il punto è che mi rendo conto del fatto di base, che è: fondamentalmente neanche mi frega dell'ex in se come persona. Il mio essere attratto (e di conseguenza ossessionato) dipende dal suo esser sempre stato sfuggente. Come se avesse sempre lo sguardo diretto altrove.

E vi dirò che nelle relazioni mi comporto anch'io così, ossia che quando percepisco vicinanza emotiva, io stesso emotivamente tendo ad allontanarmi, quasi che tutto ciò mi desse disgusto.

Una volta mi sarei prostrato ai piedi di persone del genere, al giorno d'oggi, grazie anche a terapia psico ed esperienze varie, non nutro più tristezza, ma rabbia del tipo "ma seriamente ti credi meglio di me?" O robe simili.

Riesco ad accorgermi di questo mio modus operandi, riesco a "tenerlo a bada", riesco a costruire relazioni normali, ma..  c'è ancora.

Mi accorgo appunto che il problema non è l'ex, ma sono io.

Perché sto post? 

Forse un po'per vedere se c'è altra gente qui come me, come se l'è vissuta, come ne è uscita etc.

Altre storie/pareri mi farebbero piacere!

  • Grazie! 1
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Scannachiappolo
30 minuti fa, Descent ha scritto:

Madri poco attente. 

Quasi, madre altalenante, che alternarava "ti voglio bene" e affetto a "non rompere i coglioni", misto ad un padre emotivamente completamente assente, con io che finisco a vedere come figura paterna mio fratello maggiore.

Che nel contempo mi pesta.

Ahahah

Due anni e mezzo di psicoterapia, ma ciò nonostante, a prescindere dalle basi...

Come ne siete venuti fuori? Qualche scintilla che vi è partita nella testa ad un certo punto?

  • Mi piace! 1
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Descent

Non se ne viene fuori, semplice.

Ricordi "infilarti le penne nel culo non fa di te una gallina"?

Puoi provare a credere in quello che vuoi, ma alla fine l'unica cosa che conta è difendere ciò che sei.

E qualcun altro diceva "se non posso essere me stesso, meglio essere morto".

Visto crimes of the future? Il finale è fondamentale. 

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bass_97
1 ora fa, Scannachiappolo ha scritto:

Non so nemmeno se sia la sezione giusta, anyway...

Io, come penso molti altri, riconosco (tristemente) di essere ATTRATTO dallo sfuggente.

Sostanzialmente: sto in LTR con una ragazza che rispetto alla precedente ha tutto di meglio (carattere, fisico, amorevolezza etc). Ciò nonostante penso ancora, ossessivamente, all'ex.

Ma il punto è che mi rendo conto del fatto di base, che è: fondamentalmente neanche mi frega dell'ex in se come persona. Il mio essere attratto (e di conseguenza ossessionato) dipende dal suo esser sempre stato sfuggente. Come se avesse sempre lo sguardo diretto altrove.

E vi dirò che nelle relazioni mi comporto anch'io così, ossia che quando percepisco vicinanza emotiva, io stesso emotivamente tendo ad allontanarmi, quasi che tutto ciò mi desse disgusto.

Una volta mi sarei prostrato ai piedi di persone del genere, al giorno d'oggi, grazie anche a terapia psico ed esperienze varie, non nutro più tristezza, ma rabbia del tipo "ma seriamente ti credi meglio di me?" O robe simili.

Riesco ad accorgermi di questo mio modus operandi, riesco a "tenerlo a bada", riesco a costruire relazioni normali, ma..  c'è ancora.

Mi accorgo appunto che il problema non è l'ex, ma sono io.

Perché sto post? 

Forse un po'per vedere se c'è altra gente qui come me, come se l'è vissuta, come ne è uscita etc.

Altre storie/pareri mi farebbero piacere!

Sono anche io così.

57 minuti fa, Scannachiappolo ha scritto:

Quasi, madre altalenante, che alternarava "ti voglio bene" e affetto a "non rompere i coglioni", misto ad un padre emotivamente completamente assente, con io che finisco a vedere come figura paterna mio fratello maggiore.

Che nel contempo mi pesta.

Ahahah

Due anni e mezzo di psicoterapia, ma ciò nonostante, a prescindere dalle basi...

Come ne siete venuti fuori? Qualche scintilla che vi è partita nella testa ad un certo punto?

Same.

 

Partiamo dal presupposto che nelle relazioni che formiamo cerchiamo un senso di familiarità. Quindi quando sei familiare e sei cresciuto alla dinamica del "se mi avvicino ti allontani e viceversa" questa cosa si ripresenta anche con i partner. Un'ex, che quindi per sua stessa natura è lontana, triggera il tuo volere avvicinarti.

Bene che sei consapevole che è una cosa tua e non è effettivamente l'ex.

Io per come me la vivo, sto lavorando sul peso che do effettivamente alle persone e alle relazioni. Per quanto mi riguarda ho sempre dato molto peso nella mia vita a queste, al punto che interiormente giudico se la mia vita vada bene o male in base a questa sfera della mia vita. 

Mi sento solo? La vita va male.
Penso all'ex? La vita va male.
Ho trovato una che mi fa stare bene? La vita va bene.

Insomma hai capito l'andazzo.
La realtà è che le relazioni hanno un inizio ed una fine. Che sono solo davvero un "plus" a tutto il resto. Bisogna semplicemente riordinare le proprie priorità e imparare a dare il peso giusto alle cose. 

Anche banalmente al peso che do alle mie relazioni familiari. Anzi forse quello è il vero banco di prova perché le radici sono lì. 

E quando poi impari a capire a darci meno importanza alle relazioni, conseguentemente ti alleggerisci. Fai spazio e ti senti libero, non schiavo di one-itis e ossessioni di sorta. 

Non è facile, ma a me questo aiuta.

Modificato da bass_97
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Scannachiappolo
3 ore fa, Descent ha scritto:

Non se ne viene fuori, semplice.

Ricordi "infilarti le penne nel culo non fa di te una gallina"?

Puoi provare a credere in quello che vuoi, ma alla fine l'unica cosa che conta è difendere ciò che sei.

E qualcun altro diceva "se non posso essere me stesso, meglio essere morto".

Visto crimes of the future? Il finale è fondamentale. 

Sono parzialmente d'accordo.

Penso che certi tratti siano stampati dentro, ormai, e cambiarli sia pressoché impossibile.

Ma allo stesso tempo penso che ci sia un margine di miglioramento un po'per tutti

(Comunque no, non l'ho mai visto, proverò a guardare)

3 ore fa, bass_97 ha scritto:

Sono anche io così.

Same.

 

Partiamo dal presupposto che nelle relazioni che formiamo cerchiamo un senso di familiarità. Quindi quando sei familiare e sei cresciuto alla dinamica del "se mi avvicino ti allontani e viceversa" questa cosa si ripresenta anche con i partner. Un'ex, che quindi per sua stessa natura è lontana, triggera il tuo volere avvicinarti.

Bene che sei consapevole che è una cosa tua e non è effettivamente l'ex.

Io per come me la vivo, sto lavorando sul peso che do effettivamente alle persone e alle relazioni. Per quanto mi riguarda ho sempre dato molto peso nella mia vita a queste, al punto che interiormente giudico se la mia vita vada bene o male in base a questa sfera della mia vita. 

Mi sento solo? La vita va male.
Penso all'ex? La vita va male.
Ho trovato una che mi fa stare bene? La vita va bene.

Insomma hai capito l'andazzo.
La realtà è che le relazioni hanno un inizio ed una fine. Che sono solo davvero un "plus" a tutto il resto. Bisogna semplicemente riordinare le proprie priorità e imparare a dare il peso giusto alle cose. 

Anche banalmente al peso che do alle mie relazioni familiari. Anzi forse quello è il vero banco di prova perché le radici sono lì. 

E quando poi impari a capire a darci meno importanza alle relazioni, conseguentemente ti alleggerisci. Fai spazio e ti senti libero, non schiavo di one-itis e ossessioni di sorta. 

Non è facile, ma a me questo aiuta.

La questione peso secondo me è importante.

È una uscita che aveva fatto anche la mia psicologa. Effettivamente do un sacco di peso alle relazioni, in particolare a quelle sentimentali.

Probabilmente calando il peso che do/diamo alle relazioni in tal senso, scala anche di conseguenza lo struggersi per un qualcosa.

In più...

Questa cosa dell'ex è una costante. Mi è successo sistematicamente ogni volta, di ossessionarmi per "quella prima" . E quando la storia nuova finiva, spostavo il focus da lei a quella dopo. Letteralmente come un passaggio di staffetta.

Mi accorgo quindi che il problema sia io, non c'è nessuno vero amore perduto.

Senza contare poi la tendenza inconscia dell'usare l'idea dell'ex come meccanismo con cui creare distanza con la attuale ragazza del momento...

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Descent
55 minuti fa, Scannachiappolo ha scritto:

Ma allo stesso tempo penso che ci sia un margine di miglioramento un po'per tutti

Ma guarda, la mia non è una rassegnazione di disfatta, ma una rassegnazione di speranza. 

Il problema è che in primo luogo bisogna sbarazzarsi della terapia e dei suoi scopi, una volta terminata.

Puoi decidere se essere il figlio sfigato del tuo tempo o il figlio della tempesta.

La terapia ti porta ad una funzionalità di stato, quella per la quale ti ripulisci con il metadone e ti convinci di capire delle cose.

Sono attratto dalla mia terapeuta, vorrei scoparmela e morirci, ma cerco esattamente lo stesso tipo di rapporto che cerco con le altre, nonostante lo scopo del suo lavoro sia quello di lasciar vivere al paziente una relazione sana per la prima volta, in modo da capire chi scartare e chi no.

Io voglio scoparmi lei, questo so.

Metadone.

Lei è eroina. 

La natura è pigra, e la civiltà è l'atto supremo contro natura.

Significa che devi faticare per trovare più energia da investire nella tua creatura, quando naturalmente sei portato a scopare casi umani specchio a basso costo energetico.

Il discorso è che non sei un caso umano, e neanche le zoccole a pedali che ci scopiamo. 

Il miglioramento di cui parli è lo sbarazzarsi delle convinzioni che si innescano DOPO queste relazioni., perché il durante è naturale ed è esattamente la nostra normalità.

I modelli funzionali della terapia si basano sulla norma, e chi sta nella norma senza aver mai neanche per un istante provato un'emozione simile alla nostra non è né stronzo né fortunato, è al suo posto.

Gente come noi (perdona il pronome, mi fa vomitare) fatica cento vite in più per provare la stessa emozione di serenità che uno nella media prova senza nessun investimento energetico.

Quindi basta. 

Fanculo.

Datemi tutte le troie borderline del mondo, le amo con ogni mio villo e voglio morirci.

Poi sono cazzi miei se dopo mi sento morire senza essere graziato dalla morte.

Ma è la mia natura, e non la posso combattere se non con la consapevolezza della disfatta.

Il normale di turno serve meglio di te, tutto qui.

Magari avrà due figli che eccelleranno negli studi e troveranno come riprodurre la cosa. Magari no.

Dico che se il tuo scopo è stare bene, ergiti a padrone della tua disfatta.

Ste stronzate sul miglioramento sono boiate statali che ti portano ad una autovalutazione impari di fronte a gente che nello stesso campo investe uno per avere cento, quando tu investi 200 per avere il suo 100, scoprendo alla fine che per te vale uno.

Poi puoi credere quello che vuoi, ma è il paradigma che devi distruggere.

In terapia hai a che fare con un'altra persona, che vedi un'ora a settimana nella quale applica il suo metodo per risolvere un problema che in realtà non conoscerà mai.

Un problema che poi non è neanche un problema.

In anni di terapia ho guadagnato più strafottenza e una voglia matta di scoparmi la terapeuta.

Lei è la mia barretta di plastica. 

(Guarda Crimes of the Future)

 

Modificato da Descent
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Dott.Mauro Grillini
6 ore fa, Scannachiappolo ha scritto:

fondamentalmente neanche mi frega dell'ex in se come persona. Il mio essere attratto (e di conseguenza ossessionato) dipende dal suo esser sempre stato sfuggente. Come se avesse sempre lo sguardo diretto altrove.

E vi dirò che nelle relazioni mi comporto anch'io così, ossia che quando percepisco vicinanza emotiva, io stesso emotivamente tendo ad allontanarmi, quasi che tutto ciò mi desse disgusto.

Riesco ad accorgermi di questo mio modus operandi, riesco a "tenerlo a bada", riesco a costruire relazioni normali, ma..  c'è ancora.

Mi accorgo appunto che il problema non è l'ex, ma sono io.

 

Ciao :)

 

ho trovato molto interessanti questi punti che ci hai condiviso

 

Senza la pretesa di sostituirmi al tuo/a terapeuta, quello che mi sembra favorevole a una prima occhiata è il buon locus of control interno che dimostri rispetto al problema.

 

Cosa voglio dire?

 

Noi possiamo attribuire le cause di ciò che ci capita a fattori prevalentemente esterni (avremo dunque un locus esterno) oppure interni a noi (avendo dunque un locus interno).

 

In sè e per sè non è sbagliato ne l'uno ne l'altro, semplicemente alcune modalità in certe situazioni funzionano meglio e hanno più possibilità di farci stare bene e incanalare le nostre azioni: quando parliamo di dinamiche affettive può essere importante avere una certa sensazione di "poterci fare qualcosa" operando sui nostri processi interni, piuttosto del classico "eh ma sta st****a non mi capisce, tutta colpa sua!!".

 

Prendi dunque questo intervento come un incoraggiamento nel proseguire un lavoro terapeutico che può dare ottimi frutti con questo fattore prognostico favorevole :) 

 

Lascio un piccolo link biografico in materia: https://www.stateofmind.it/locus-of-control/

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Gallagher
6 ore fa, Scannachiappolo ha scritto:

Non so nemmeno se sia la sezione giusta, anyway...

Io, come penso molti altri, riconosco (tristemente) di essere ATTRATTO dallo sfuggente.

Sostanzialmente: sto in LTR con una ragazza che rispetto alla precedente ha tutto di meglio (carattere, fisico, amorevolezza etc). Ciò nonostante penso ancora, ossessivamente, all'ex.

Ma il punto è che mi rendo conto del fatto di base, che è: fondamentalmente neanche mi frega dell'ex in se come persona. Il mio essere attratto (e di conseguenza ossessionato) dipende dal suo esser sempre stato sfuggente. Come se avesse sempre lo sguardo diretto altrove.

E vi dirò che nelle relazioni mi comporto anch'io così, ossia che quando percepisco vicinanza emotiva, io stesso emotivamente tendo ad allontanarmi, quasi che tutto ciò mi desse disgusto.

Una volta mi sarei prostrato ai piedi di persone del genere, al giorno d'oggi, grazie anche a terapia psico ed esperienze varie, non nutro più tristezza, ma rabbia del tipo "ma seriamente ti credi meglio di me?" O robe simili.

Riesco ad accorgermi di questo mio modus operandi, riesco a "tenerlo a bada", riesco a costruire relazioni normali, ma..  c'è ancora.

Mi accorgo appunto che il problema non è l'ex, ma sono io.

Perché sto post? 

Forse un po'per vedere se c'è altra gente qui come me, come se l'è vissuta, come ne è uscita etc.

Altre storie/pareri mi farebbero piacere!

Io sono così.

Quando le ragazze sono troppo attratte o troppo presenti vado letteralmente nel panico. Scappo. Quando sono sfuggenti, invece, le idealizzo come uno scemo e cado ai loro piedi.

La dinamica mi è ormai chiara. Le sue origini anche.

Non c'è modo di cambiare questo istinto. Quello che puoi fare è sforzarti di vedere la persona per quella che è davvero, svincolandola dalle tue dinamiche.

E un'altra cosa importante è l'autotutela. Una volta che hai capito che funzioni così, devi evitare di metterti in situazioni che alimentino l'inganno. Devi salvaguardarti. Se capiti con una sfuggente, molto probabilmente non farà al caso tuo, anche se dentro ti senti attratto. Sii consapevole che molto probabilmente ne uscirai distrutto. È una dinamica malsana.

So che non si può scegliere da chi si è attratti. Ma credo nel potere curativo delle relazioni. Una realazione profonda con una donna che non sia eccessivamente sfuggente o, al contrario, asfissiante, può riassestare degli squilibri interiori anche molto solidi.

Ma ci vuole tempo, pazienza, fiducia. 

 

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7 ore fa, Scannachiappolo ha scritto:

Non so nemmeno se sia la sezione giusta, anyway...

Io, come penso molti altri, riconosco (tristemente) di essere ATTRATTO dallo sfuggente.

Sostanzialmente: sto in LTR con una ragazza che rispetto alla precedente ha tutto di meglio (carattere, fisico, amorevolezza etc). Ciò nonostante penso ancora, ossessivamente, all'ex.

Ma il punto è che mi rendo conto del fatto di base, che è: fondamentalmente neanche mi frega dell'ex in se come persona. Il mio essere attratto (e di conseguenza ossessionato) dipende dal suo esser sempre stato sfuggente. Come se avesse sempre lo sguardo diretto altrove.

E vi dirò che nelle relazioni mi comporto anch'io così, ossia che quando percepisco vicinanza emotiva, io stesso emotivamente tendo ad allontanarmi, quasi che tutto ciò mi desse disgusto.

Una volta mi sarei prostrato ai piedi di persone del genere, al giorno d'oggi, grazie anche a terapia psico ed esperienze varie, non nutro più tristezza, ma rabbia del tipo "ma seriamente ti credi meglio di me?" O robe simili.

Riesco ad accorgermi di questo mio modus operandi, riesco a "tenerlo a bada", riesco a costruire relazioni normali, ma..  c'è ancora.

Mi accorgo appunto che il problema non è l'ex, ma sono io.

Perché sto post? 

Forse un po'per vedere se c'è altra gente qui come me, come se l'è vissuta, come ne è uscita etc.

Altre storie/pareri mi farebbero piacere!

Un utente molto popolare ripeteva spesso che niente ci attrae di più di chi si rende accessibile ma ci rifugge.

Credo sia nella nostra natura e col senno ora mi verrebbe da spiegare il tutto col fatto che in queste situazioni non vengono appagate del tutto le nostre esigenze emotive, il che crea un gancio.

L'ho notato benissimo nelle mie esperienze. Quando ho scopato tipe, che non erano nemmeno brutte eh, ma con le quali non desideravo neppure una storia, per la serie che non vuoi farti vedere in giro, sono diventato per loro un dio. Nel giro di poco mi hanno idealizzato.

Parlo di esigenze emotive perché lo stesso è successo, ad un livello più alto, anche con la mia ex dopo 3 anni di relazione.

Quando ci siamo lasciati, sembrava una cosa di comune accordo, sembrava fossimo in equilibrio. Eppure poco dopo lei, che nel profondo desiderava passare una vita insieme e mettere su famiglia è crollata. Ora, a differenza di quel momento in cui c'ero, in cui ovviamente pure aveva i suoi scazzi e le sue pretese, è carinissima, dolcissima, e farebbe di tutto per riavermi.

Il problema a mio avviso è che mentre noi maschi, se siamo un minimo centrati, ci accorgiamo di questo e siamo almeno in grado di dire "quella di ora è molto meglio di quella stupida cretina", per loro invece credo non sia così. Per loro, il cui mondo gira attorno alle loro esigenze emotive, questa differenza fa... Tutto.

 

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