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Amico di buon tempo, mutasi col vento.


november_rain

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Sensei10
Adesso, Seth44 ha scritto:

riescono a far breccia

Non saprei onestamente definire i parametri della credibilità che certa gente riceve.

Facile pensare al carisma, in fondo siamo un paese dove di continuo vediamo alla ribalta personaggi che meriterebbero la gogna e invece vengono idolatrati. Per cui, okay, uno può essere un pagliaccio, ma carismatico.

Però per esempio, prendi me. Posso affermare senza tema di smentita di avere buone capacità persuasive. Ma non basta. Se devo farlo con il fine di essere creduto neanche ci provo. E questo mi succede sempre. Che sia un amico, una donna, mia sorella, chiunque. Se metti in dubbio ciò che sto dicendo, se vai dritto per la tua strada perché secondo te il giallo è verde, nemmeno provo a darti la mia versione delle cose, non sei più un valido interlocutore e va bene così. Se ti piace rimanere nel tuo limbo di ignoranza a tenuta stagna non sarò io a disturbarti.

D'altra parte, però, lo spirito del tempo è anche quello dell'apparenza e del cosiddetto effetto Dunning-Kruger. Più strombazzi presunte qualità e più vieni ascoltato, perlomeno in ambienti poco seri, dove l'interesse è passivo. Ho notato che fino a qualche tempo fa, la marea di boccaloni giocava a mio favore, perché potevo distinguermi dalla massa belante (precisazione: "io" e "tu" sono puramente generici, niente megalomanie). Oggi come oggi sono in netta maggioranza, però, e questo è un problema. Perché non conta più neanche il carisma e la capacità manipolativa, le persone hanno una memoria cortissima e non si pongono domande. Sembrano anzi aver paura delle verità. Che questo capiti ai giovani, abituati a una comunicazione frammentaria e rapida, amaramente può starci. Ma che capiti ai nostri coetanei è sconcertante, è come se di colpo molti fossero rincoglioniti. Le opinioni sono pietre, quindi vengono evitate se c'è contrarietà. La forma è diventata più importante della sostanza, per cui meglio un sorriso che ti fotte di un consiglio prezioso a muso duro. I giudizi sono polarizzati, se sei gentile passi per coglione e se sei un pezzo di merda diventi un vincente. Il confronto è noioso, le conversazioni vertono sul meteo, se parli di sesso o ti vanti ad alta voce di averne scopate duecento o sei gay.

È desolante. Ed è maledettamente difficile andare avanti con fiducia, nonostante si cammini a petto in fuori e a testa alta. Però che fare, sono tutti criteri per scremare. D'altronde qualche anno fa abbiamo rischiato di avere un primo ministro che millantava cattedre, master e lauree, salvo scoprire che aveva raggiunto a stento il diploma. Il che non ha nulla di male nel modo più assoluto, è un bravo giornalista (Oscar Giannino), ma cazzo, ti dà la cifra del mondo in cui viviamo se addirittura una carica così importante è ostaggio della mitomania da due soldi.

Mi risuona sempre in mente la frase che Ettore Scola fa dire a Manfredi in un bellissimo film, che è "C'eravamo tanto amati" (vedetelo se non lo avete fatto, al di là della retorica sui partigiani ecc), riferendosi al personaggio di un Gassman approfittatore senza scrupoli: "Sono i Gianni Perego che cambieranno questa società in una più giusta". Profetico a dir poco.

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november_rain
52 minuti fa, Seth44 ha scritto:

Per il resto, mi allineo alle tue considerazioni su @november_rain, per quanto non voglia assolutamente puntare il dito contro di lei: ci sono situazioni e realtà dalle quali è oggettivamente difficile smarcarsi.

Certo Seth, infatti come detto non voglio avere la presunzione di dire che sono la persona perfetta, ma per darvi effettivamente una risposta a questo dovrei guardare tutto come se fossi un occhio esterno, mettermi a guardare la mia vita da fuori come se fosse un film. 

Impossibilitata a questo quello che posso dirti è che al netto di tratti caratteriali che possono piacere meno, del resto non ho mai fatto smacchi a nessuno, men che meno attuato comportamenti irrispettosi. Che mi sembra una buona base, personalmente le fondamenta assolute, per non essere presa quantomeno a pesci in faccia. 

25 minuti fa, Sensei10 ha scritto:

le persone hanno una memoria cortissima e non si pongono domande. Sembrano anzi aver paura delle verità. Che questo capiti ai giovani, abituati a una comunicazione frammentaria e rapida, amaramente può starci. Ma che capiti ai nostri coetanei è sconcertante, è come se di colpo molti fossero rincoglioniti. Le opinioni sono pietre, quindi vengono evitate se c'è contrarietà. La forma è diventata più importante della sostanza, per cui meglio un sorriso che ti fotte di un consiglio prezioso a muso duro. I giudizi sono polarizzati, se sei gentile passi per coglione e se sei un pezzo di merda diventi un vincente.

Niente di più vero. 

Non mi meraviglierei se tra qualche tempo qualcuno della cerchia se ne saltasse fuori dal nulla come niente fosse, chiedendo dove mai fossi finita, facendo anche la parte di quello che cade dalle nuvole. 

Consapevoli o meno, l'importante è che venga mantenuto quel bel sorriso di facciata e la fedina pulita. 

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Seth44
34 minuti fa, Sensei10 ha scritto:

è come se di colpo molti fossero rincoglioniti

Tu l'hai spiegato in maniera approfondita e circostanziata, e io, da sempliciotto, mi limito a quotare la parte che riepiloga impeccabilmente il mio pensiero. La cosa che mi sconforta, infatti, non è tanto che nell'inganno di cui sopra cadano dei fessacchiotti che si lascerebbero ingannare dal primo trecartaro che incrociano per strada, quanto piuttosto che ci cadano persone in cui ho fiducia, che quasi arrivo a stimare.

È lo zeitgeist, temo.

Modificato da Seth44
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Mkoll

 

38 minutes ago, Sensei10 said:

.......

 

Solo per dire che anche in ambienti "seri"  con gente di vasta cultura, i raggiri sono all'ordine del giorno legali o meno; anzi a volte sono più eclatanti.

 

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Mirofede
Il 9/10/2023 at 15:52, november_rain ha scritto:

 

Non mi aspettavo certo di vivere le amicizie ora come dieci anni fa, lo sapevo che il passare degli anni avrebbe in qualche modo modificato le cose. Solo non mi aspettavo di arrivare a trent'anni a non aver nessuna persona su cui poter contare. 

Benché io sia consapevole dell'egoismo e dell'invidia latente che risiede nelle persone, è impossibile non prenderla come un fallimento personale. 

Ha senso riempirsi gli spazi vuoti in questo modo?  

Non voglio amici a tutti i costi, solo mi chiedo una persona come me come dovrebbe riempire gli spazi vuoti che eccedono dal lavoro e dagli pseudo-hobby che uno mette in piedi per cercare di non sentirsi completamente sopraffatto da sta vita di merda. 

 

Grazie per questo topic, lo reputo molto interessante. 

Mi sono fatta spesso le tue stesse domande. E anche se mi considero fortunata perché ho due o tre persone delle quali mi fido totalmente e che so esserci per me (come io ci sono per loro), noto anche io che la maggior parte delle volte é tutto cosí superficiale e che spesso e volentieri le persone ti "usano", ma quando hai davvero bisogno non ci sono.

Secondo me no, non ha senso riempirsi gli spazi vuoti con persone che non valgono la pena. E'molto meglio cercare di conoscere persone nuove, mettersi in gioco, e scoprire persone che davvero ci tengono.

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Yuber
Il 9/10/2023 at 15:52, november_rain ha scritto:

Ciao ragazzi, 

apro questo thread con un proverbio, ahimè tristemente vero, come tutti i proverbi. 

Volevo un confronto con voi sul tema amicizia. 

Sono arrivata ormai vicino ai 30 anni e mi ritrovo senza amici. Voi direte: niente di strano. Eppure questa cosa mi lascia un'amarezza infinita. 

Amicizie perse per strada per i "tanti impegni". Amicizie di una vita che ti pugnalano alle spalle. Amicizie che si rivelano per quello che sono nel momento del bisogno. 

È vero, non bisogna mai aspettarsi molto dalle persone, eppure sono le stesse persone con cui hai condiviso una vita. 

Non mi aspettavo certo di vivere le amicizie ora come dieci anni fa, lo sapevo che il passare degli anni avrebbe in qualche modo modificato le cose. Solo non mi aspettavo di arrivare a trent'anni a non aver nessuna persona su cui poter contare. 

Benché io sia consapevole dell'egoismo e dell'invidia latente che risiede nelle persone, è impossibile non prenderla come un fallimento personale. 

Quelle poche conoscenze rimaste mi fanno sentire ancora più sola di quanto non mi sentirei se le evitassi. Mi ci sono ritrovata ad uscire, dopo parecchio tempo, giusto qualche giorno fa, ed è stato inevitabile sentirmi completamente fuori luogo. Mi sono chiesta più volte cosa facessi lì, con persone con cui non condivido nulla, per cui non provo stima, persone che so che non gliene frega un cazzo di me. 

Ha senso riempirsi gli spazi vuoti in questo modo? 

Allo stesso tempo guardo gli altri condividere passioni e bei momenti con gli amici. Non dico avere chissà quante amicizie, ma cazzo almeno uno o due buone. 

Niente. Solo persone che appena possono te la mettono nel culo o spariscono perché c'hanno i cazzi loro da fare che sono sempre e comunque meglio di te. 

Volevo sentire le vostre esperienze e opinioni a riguardo. 

Non voglio amici a tutti i costi, solo mi chiedo una persona come me come dovrebbe riempire gli spazi vuoti che eccedono dal lavoro e dagli pseudo-hobby che uno mette in piedi per cercare di non sentirsi completamente sopraffatto da sta vita di merda. 

Thanks for your submission

 

Ti racconto la mia storia di amicizia di 15 anni finita il mese scorso, ti anticipo che in questa storia sono io "il carnefice" (forse)

Questo è un amico che mi porto dalle medie e che ho ripreso a frequentare appena dopo il diploma perchè frequentavamo licei differenti ma ci vedevamo sporadicamente anche durante gli anni del liceo.

Quest'amicizia si è fatta più intesa dai miei 19 anni fino al mese scorso dove avevo ed ho 28 di anni. Lui è fidanzato da 7-8 anni con una ragazza ed è imperativo per lui dedicare alla sua ragazza tutti i sabato sera, io invece sono single e sono sempre alla ricerca di posti e situazioni dove conoscere gente, e si sa che il venerdì e il sabato sera sono i giorni dove ci sono più possibilità di conoscere persone nuove.

Le cose sono andate bene con questo amico fintanto che mi sono accontentato di fare uscite infrasettimanali, nel momento in cui gli ho detto che non sarei stato più disposto a fare uscite infrasettimanali lui ha visto questa mia presa di posizione come un tradimento nei suoi confronti.

Così ha pensato bene di buttarmi una marea di merda in faccia e di come sono una cattiva persona perchè dal momento in cui gli ho detto di non essere più disposto ad uscire in settimana non abbiamo più avuto scambi di messaggi e ovviamente lui dà a me tutta la responsabilità dell'assenza di scambi di messaggi.

L'ho ricontattato un mese dopo l'avergli detto che non sarei più uscito infrasettimanalmente per invitarlo alla mia seduta di laurea e lui  ha declinato l'invito allegando tutta una serie di offese e cattiverie nei miei confronti.

Ora io non sono uno stinco di santo ma a me personalmente il tutto mi sembra una sciocchezza, è vero io non l'ho più contattato dopo la mia presa di posizione ma nemmeno lui lo ha fatto e trovo scorretto delegare tutta la responsabilità della cosa a me. Io tutta la questione la vedo in maniera molto semplice, i miei obiettivi ed interessi sono cambiati e dal mio punto di vista non posso dedicare il mio tempo a te che mi fai la cortesia di uscire un martedì, un mercoledì o un giovedì dove non c'è un cane in giro soprattutto in una città di provincia.

Onestamente mi aspettavo che si sentisse adirato dal fatto che non l'avessi più contattato ma sai che c'è io sono stanco di correre dietro agli altri e conscio del fatto che la nostra amicizia fosse cambiata mi aspettavo di vederlo in maniera più sporadica (1 volta ogni 2 mesi per esempio) piuttosto che continuare con un appuntamento settimanale che mi stava sui coglioni.

Grazie dovevo dirlo a qualcuno.

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Sensei10
1 minuto fa, Mkoll ha scritto:

 

Solo per dire che anche in ambienti "seri"  con gente di vasta cultura, i raggiri sono all'ordine del giorno legali o meno; anzi a volte sono più eclatanti.

 

È quello che dicevo e che conferma @Seth44.

Un conto è quando ti muovi in mezzo alle amebe, un altro è quando pure quelli che dovrebbero avere un minimo di spessore vanno dietro al primo stronzo che passa. Il dubbio che ti viene è che percepiscano te come primo stronzo. Poco male, che cuociano nel loro brodo, tuttavia diventa preoccupante quando rimangono invischiati in certe dinamiche amici o conoscenti che stimi. Per non parlare di donne che, in teoria, sarebbero sopra la media e si trasformano in dodicenni al concerto di Justin Bieber.

Non me la prendo neanche più con i cazzari, ma la platea comincia ad essere ampia, e questo è deludente, spesso.

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Faceless
Il 9/10/2023 at 18:12, november_rain ha scritto:

Viste le premesse di cui sopra, con l’assenza di amicizie e di passioni a cui dedicarsi, come si fa a sviluppare un’individualità che ti permetta di non attaccarti troppo alle relazioni

È chiaro che a quel punto la relazione può pericolosamente diventare la luce, il momento di evasione totale dal piattume  della tua noiosa vita. 

Voglio scongiurare in tutti i modi una cosa del genere, però con queste premesse faccio fatica a sviluppare un’individualità che sia preponderante e che mi permetta di esistere “io” prima di “io con l’altro”. 

Devo dire che io ormai ci ho fatto un po' il callo, però penso che non mi abituerò mai del tutto a stare da sola. Che poi c'è questa distinzione da fare, essere soli o sentirsi soli che sono due cose diverse. Ho vissuto in amicizia e in amore delle perdite importanti, che mi hanno fatta rimanere molto male, nonché la perdita del mio cane che anche quella mi ha tolto un'importante compagnia e fonte di affetto. Ho però riscoperto la vicinanza della famiglia, parlo anche di parenti, che mi hanno confortata nei miei momenti più bui.

Quando ne ho la possibilità, cerco di essere un po' uno Yes Man, anche se questo può voler dire affrontare situazioni in cui ci si sente non del tutto a proprio agio. Perché comunque, da qualsiasi situazione anche non ideale, se ne può ricavare una migliore (mi è già capitato). Ma non ricerco più un rapporto confidenziale, cerco di farmi andar bene le conoscenze giusto per qualche uscita in spensieratezza. Di bello c'è che posso dire "no" ed eventualmente smettere di frequentare persone con le quali proprio non mi trovo senza troppe remore. 

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november_rain
1 ora fa, unadonna ha scritto:

Tu fai e basta. Poi da cosa nasce cosa. I modi si sviluppano strada facendo!

Grazie unadonna, sei sempre illuminante. 

9 minuti fa, Yuber ha scritto:

i miei obiettivi ed interessi sono cambiati e dal mio punto di vista non posso dedicare il mio tempo a te che mi fai la cortesia di uscire un martedì, un mercoledì o un giovedì dove non c'è un cane in giro soprattutto in una città di provincia.

Non penso affatto tu sia il carnefice, direi piuttosto che le vostre esigenze sono cambiate. Quello che racconti lo capisco, l'ho vissuto e lo vivo anche io, il fatto che la tal persona debba passare X momenti con il partner e se ti va bene ti concede un paio d'ore totalmente inutili in un altrettanto inutile giorno della settimana. Una sorta di contentino ecco. Dico se ti va bene perché a me manco quello, considerando che la relazione col partner dura da anni quindi cristo iddio se almeno un venerdì o sabato sera al mese puoi rompere questa catena e fare altro non penso crolli l'universo intorno a noi. E invece no, sai quando torni utile? Quando il partner non c'è, va a farsi i cazzi suoi, ed ecco che il povero abbandonato magicamente si palesa per un'uscita. 

Il fatto che il tuo amico se la sia presa per questa faccenda (che mi sembra abbastanza soft e risolvibile con un minimo confronto) e ti abbia vomitato addosso la qualunque mi fa pensare che in fondo teneva tutto lì in un angolino e finalmente abbia avuto il pretesto per scaricare il carico. 

E secondo me è quello che in fondo è capitato anche a me. La mia cerchia probabilmente non mi apprezzava da tempo ma faceva buon viso, al momento opportuno, appena hanno visto la finestra giusta per dileguarsi, hanno preso la palla al balzo. 

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november_rain
11 minuti fa, Faceless ha scritto:

Devo dire che io ormai ci ho fatto un po' il callo, però penso che non mi abituerò mai del tutto a stare da sola. Che poi c'è questa distinzione da fare, essere soli o sentirsi soli che sono due cose diverse. Ho vissuto in amicizia e in amore delle perdite importanti, che mi hanno fatta rimanere molto male, nonché la perdita del mio cane che anche quella mi ha tolto un'importante compagnia e fonte di affetto. Ho però riscoperto la vicinanza della famiglia, parlo anche di parenti, che mi hanno confortata nei miei momenti più bui.

Quando ne ho la possibilità, cerco di essere un po' uno Yes Man, anche se questo può voler dire affrontare situazioni in cui ci si sente non del tutto a proprio agio. Perché comunque, da qualsiasi situazione anche non ideale, se ne può ricavare una migliore (mi è già capitato). Ma non ricerco più un rapporto confidenziale, cerco di farmi andar bene le conoscenze giusto per qualche uscita in spensieratezza. Di bello c'è che posso dire "no" ed eventualmente smettere di frequentare persone con le quali proprio non mi trovo senza troppe remore. 

Devo dire che il tuo commento mi fa riflettere. 

Io sono una persona molto orgogliosa, questo lo ammetto, non tanto nelle situazioni conflittuali, quanto più nel fatto che non sono disposta ad adeguarmi e ad accettare facilmente le cose che non mi vanno bene. 

Questo può essere un bene perché mi permette di mantenere una certa integrità personale che mi fa molto apprezzare me stessa, dall'altro forse mi fa essere troppo dura e rigida e come dici tu mi fa perdere occasioni da cui potrei ricavare qualcosa di migliore. 

Grazie per la riflessione. 

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