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Amico di buon tempo, mutasi col vento.


november_rain

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november_rain
16 minuti fa, Seth44 ha scritto:

non qualcuno che gli spieghi come devono vivere la loro vita.

Questa è un'esagerazione. 

Tutto è dimensionato alle circostanze. 

Empatia esiste, quando passano gli anni poi però bisogna andare avanti. 

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Sensei10

È anche vero che non possiamo essere sempre noi a dover capire gli altri. Non siamo preti, non ci pagano e abbiamo i nostri giorni neri. 

I difetti li hanno tutti, in fondo. Come non è vietato a noi fare autocritica, neanche gli altri muoiono se ci chiedono un confronto. Ma deve interessargli. È curioso, ho sempre trovato affascinante la constatazione di quanto i mediatori, i pacifici e gli inclusivi siano poi in realtà i meno inclini al dialogo, quando c'è da muovere le chiappette. Hanno altre priorità, magari si prodigano per i diritti di gente che non incontreranno mai a suon di battaglie civili, salvo fottersene dell'amico X che lasciano in disparte per evitare una rottura di palle passeggera. Bellissimo.

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Seth44
11 minuti fa, november_rain ha scritto:

Questa è un'esagerazione. 

Tutto è dimensionato alle circostanze. 

Empatia esiste, quando passano gli anni poi però bisogna andare avanti. 

Ovviamente ne parlavo in termini generici, l'avevo anche specificato.

Sull'empatia, invece, non sono sicuro di aver capito cosa intendi... cos'altro dovrebbe offrire un'amicizia? L'empatia dev'essere alla base di ogni amicizia, altrimenti, se dell'altro – in soldoni – te ne freghi (e la mancanza di empatia implica questo), cos'è che distingue l'amicizia da una conoscenza occasionale?

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november_rain
3 minuti fa, Sensei10 ha scritto:

È anche vero che non possiamo essere sempre noi a dover capire gli altri.

3 minuti fa, Sensei10 ha scritto:

È curioso, ho sempre trovato affascinante la constatazione di quanto i mediatori, i pacifici e gli inclusivi siano poi in realtà i meno inclini al dialogo, quando c'è da muovere le chiappette. Hanno altre priorità, magari si prodigano per i diritti di gente che non incontreranno mai a suon di battaglie civili, salvo fottersene dell'amico X che lasciano in disparte per evitare una rottura di palle passeggera. Bellissimo.

Non potevi dirlo meglio, verissimo. 

Tutti sbagliamo in qualcosa, ma cavolo com'è diventata delicata la gente. 

C'è il politicamente corretto anche nelle relazioni interpersonali ormai. 

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Sensei10
Adesso, november_rain ha scritto:

Non potevi dirlo meglio, verissimo. 

Tutti sbagliamo in qualcosa, ma cavolo com'è diventata delicata la gente. 

C'è il politicamente corretto anche nelle relazioni interpersonali ormai. 

La grande fortuna è che se ti fa cagare il politicamente corretto meglio perdere che trovare certa gente.

Ho smesso da lungo tempo, anzi quando trovo qualcuno particolarmente attento alle cause nobili pregusto già l'odore dell'indifferenza nell'aria al mattino presto (citazione involontaria).

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Seth44
7 minuti fa, Sensei10 ha scritto:

È curioso, ho sempre trovato affascinante la constatazione di quanto i mediatori, i pacifici e gli inclusivi siano poi in realtà i meno inclini al dialogo, quando c'è da muovere le chiappette. Hanno altre priorità, magari si prodigano per i diritti di gente che non incontreranno mai a suon di battaglie civili, salvo fottersene dell'amico X che lasciano in disparte per evitare una rottura di palle passeggera. Bellissimo.

Non potrei essere più d'accordo. Spesso quelli che in astratto predicano tolleranza e amore sono i primi a detestare chi la pensa in maniera diversa da loro. Della serie: fate quello che dico, non quello che faccio.

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november_rain
1 minuto fa, Seth44 ha scritto:

Ovviamente ne parlavo in termini generici, l'avevo anche specificato.

Sull'empatia, invece, non sono sicuro di aver capito cosa intendi... cos'altro dovrebbe offrire un'amicizia? L'empatia dev'essere alla base di ogni amicizia, altrimenti, se dell'altro – in soldoni – te ne freghi (e la mancanza di empatia implica questo), cos'è che distingue l'amicizia da una conoscenza occasionale?

Intendo dire che sono empatica quando c'è da esserlo, però mi viene difficile oltrepassare il limite dell'empatia e sfociare nel volontariato. 

Mi spiego: non ho problemi se la tal persona, amicizia lunga e confidenziale, si lamenta ciclicamente di qualcosa. I primi tempi provo empatia, lo comprendo, mi metto sullo stesso piano, offro la famosa spalla su cui piangere. Alla trentesima volta però l'empatia comincia ad esaurirsi per fare spazio al famoso consiglio non richiesto, sbaglierò che ti devo dire, però personalmente non riesco a pensare di poter definirmi amica se offro solo una spalla e nient'altro, anche perché sta spalla dopo un po' perdonami ma nun ce la fa' più ad ascoltarti. 

No perché io cerco di capire gli altri però che qualcuno capisca anche me se no annamo tutti ar manicomio. 

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1 ora fa, Seth44 ha scritto:

non qualcuno che gli spieghi come devono vivere la loro vita

Questo. Anche perché è estremamente difficile che un consiglio che viene da fuori, anche fosse il migliore del mondo, riesca veramente a far cambiare strada o modo di pensare se la persona in questione non è già predisposta e quindi non ci ha già pensato da sé. Per il resto anche il consiglio comunicato nei giusti modi può risultare uno sminuire l'interlocutore o farlo sentire come se venisse trattato da idiota. Mettici anche che la gente è solitamente un bel po' permalosa perché si sente insoddisfatta della sua vita e non vuole che anche gli altri le facciano notare le sua mancanze o difficoltà... Sicuramente avere intorno qualcuno dalla vita di "successo" come tu hai descritto la tua, e che è pronto a dispensare consigli non va molto giù. Che poi i consigli in sé non sono sbagliati, ma controproducenti quando dall'altra parte non c'è ricettività.

Faccio un esempio: c'è questo mio amico che si lamenta da anni del suo lavoro, buono stipendio ma sfruttatissimo. Non si contano le proposte di lavoro, i concorsi, i corsi e tutte le cazzate varie che gli ho mandato nel corso degli anni, lui reagiva con un "eh si hai ragione" e mai una volta che abbia fatto qualcosa di concreto per cambiare lavoro. Poi si è rotto i coglioni davvero, dopo l'ennesima litigata insensata con il datore chiaramente fuori di testa, e ha fatto tutto da solo. E qui viene fuori la verità: per quanto il suo lavoro non gli piacesse, gli veniva bene; nel nuovo lavoro ha una paura tremenda di non essere all'altezza. C'è anche questo da considerare. Non tutti pensano di meritare qualcosa di migliore, e a sentirti parlare potrebbero pensare "facilo dirlo per te, tu avresti le porte spalancate, ma io?" e ritirarsi ancora di più. 

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november_rain
9 minuti fa, Wanda ha scritto:

Questo. Anche perché è estremamente difficile che un consiglio che viene da fuori, anche fosse il migliore del mondo, riesca veramente a far cambiare strada o modo di pensare se la persona in questione non è già predisposta e quindi non ci ha già pensato da sé. Per il resto anche il consiglio comunicato nei giusti modi può risultare uno sminuire l'interlocutore o farlo sentire come se venisse trattato da idiota. Mettici anche che la gente è solitamente un bel po' permalosa perché si sente insoddisfatta della sua vita e non vuole che anche gli altri le facciano notare le sua mancanze o difficoltà... Sicuramente avere intorno qualcuno dalla vita di "successo" come tu hai descritto la tua, e che è pronto a dispensare consigli non va molto giù. Che poi i consigli in sé non sono sbagliati, ma controproducenti quando dall'altra parte non c'è ricettività.

Faccio un esempio: c'è questo mio amico che si lamenta da anni del suo lavoro, buono stipendio ma sfruttatissimo. Non si contano le proposte di lavoro, i concorsi, i corsi e tutte le cazzate varie che gli ho mandato nel corso degli anni, lui reagiva con un "eh si hai ragione" e mai una volta che abbia fatto qualcosa di concreto per cambiare lavoro. Poi si è rotto i coglioni davvero, dopo l'ennesima litigata insensata con il datore chiaramente fuori di testa, e ha fatto tutto da solo. E qui viene fuori la verità: per quanto il suo lavoro non gli piacesse, gli veniva bene; nel nuovo lavoro ha una paura tremenda di non essere all'altezza. C'è anche questo da considerare. Non tutti pensano di meritare qualcosa di migliore, e a sentirti parlare potrebbero pensare "facilo dirlo per te, tu avresti le porte spalancate, ma io?" e ritirarsi ancora di più. 

Va benissimo, ma ci tengo a precisare che quello che si scrive nel forum non può restituire una realtà che è molto più ampia. 

La mia vita è tutt'altro che di successo, ho avuto tante di quelle sfighe che non hai idea. 

Quel po' di "successo" che ho ora è perché 1. mi sono fatta il culo, ho studiato e lavorato assieme, laureandomi prima del tempo per potermi dedicare subito al lavoro 2. ho avuto la fortuna di avere accanto persone eccezionali, ma non sono cadute dal cielo, mi sono fatta strada anche nelle relazioni sociali, ho cercato di non farmi mettere i piedi in testa, di evitare persone tossiche, di selezionare e di non accontentarmi del primo che passa. 

Non do consigli perché ho la pappa pronta, do consigli perché dopo averti ascoltato, capito, consolato, cerco di essere un'amica e non solo un soprammobile. 

Pensiero mio, poi ho appurato che l'altro lato della medaglia è così quindi eviterò, anche perché chi me lo fa fare alla fine. 

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12 minuti fa, november_rain ha scritto:

Non do consigli perché ho la pappa pronta, do consigli perché dopo averti ascoltato, capito, consolato, cerco di essere un'amica e non solo un soprammobile.

E questo va bene. Ma il punto di partenza non consiste solo nella famiglia ricca, le conoscenze, le spintarelle e le botte di culo. È anche la capacità di ragionare, di automotivarsi, l'intelligenza, i talenti, la forza di volontà. Queste cose tu puoi averle in misura maggiore rispetto a chi ti interfacci 

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