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Curiosa del punto di vista femminile


Faceless

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Faceless
38 minuti fa, stefania568 ha scritto:

Non ti so  dire mi dispiace  @Faceless pure io sono triste per un problema sia familiare che mio fisico perché due tre anni fa avevo dei bellissimi capelli e 10 kg in meno ora non so che infiammazione ho che sto così mi dispiace   Non pensare a niente soprattutto agli altri  quelli che voglio dirti finché non stai al 100 per cento tu non badare a troppe cose 

Mi dispiace Stefania, io purtroppo per il discorso salute ti capisco benissimo, comunque non dobbiamo abbatterci perché con la pazienza e le cure prima o poi ne usciremo. Bisogna trovare i medici giusti, anche se non è facile. 

Ho aperto la discussione giusto per parlare, perché obiettivamente l'amore è proprio l'ultimo dei miei pensieri, anzi non so se riuscirò mai ad innamorarmi di nuovo, vista la troppa amarezza. 

30 minuti fa, Kepak ha scritto:

Giustamente (per te) per come vivi il sesso e l'amore non vivresti bene il fatto che il tuo ragazzo sia andato/vada ad escort.

Son liberi punti di vista che vanno accettati.

Ma se una che fa la escort ti dicesse che vorrebbe uscire con te, dormire con te e poi chissà, che faresti?

Le diresti molla il lavoro e vieni a vivere con me.

Comprensibile, umano certo.

Tuttavia ingiusto, inopportuno e stupido.

Una donna intelligente ti manderebbe affanculo. Una più intelligente ti direbbe di sì, vivrebbe a scrocco sulle tue spalle, ti toglierebbe tutto e ritornerebbe ad escorteggiare.

Ma se in realtà pensassimo che nessuna persona è nostra veramente, ma è nostro solo il turno dello stare insieme a lei in quel momento, vivremmo al cento per cento l'esperienza dell'amore.

Non mi sognerei mai di dire ad altri cosa "devono" fare, attenzione. Stavo solo dicendo che per come sono fatta io non riuscirei a vivere bene questo fatto passato di un mio partner, ma poi le situazioni possono essere varie. Cioè se uno ha avuto una volta questa esperienza e magari sono passati anni è diverso da uno che ci va abitualmente, così come sarebbe diverso se lo sapessi all'inizio della conoscenza o se lo venissi a sapere dopo anni di relazione. Non so con certezza cosa farei, perché dovrei trovarmi nella situazione specifica. Penso che nel caso proprio non riuscissi a superare il disagio, semplicemente le strade di ognuno si separerebbero. Ripeto, non sono una che obbligherebbe mai nessuno ad andare contro sé stesso.

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38 minuti fa, Faceless ha scritto:

Sto facendo un discorso molto diverso su come mi sentirei io se sapessi una cosa del genere di un mio partner, se magari saltasse fuori in un discorso o se lo scoprissi perché me lo viene a dire qualcuno. Non è che lo dovrei accettare per forza, se è una cosa che mi crea disagio.

Certo che non sei obbligata ad accettare una cosa che ti provochi disagio.

Spero, allora, che un tuo futuro partner risparmi sofferenza a te e a lui stesso, optando per il silenzio nel caso in cui fosse mai stato fruitore, anche solo per una volta, di prestazioni sessuali a pagamento.

Sai perchè questo augurio? Perché l’aver avuto rapporti a pagamento è un’azione che non ha rilevanza nel presente di una persona. Al pari della scelta di mangiare oggi una pizza, anziché il sushi. Non ha strascichi, non ha conseguenze, non cambia i destini. E, soprattutto, - eccezion fatta per casi fuori dall’ordinario - non ha creato né aggiunto alcun male e dolore nel mondo.

Cambiamo punto di vista: parliamo  di una difficoltà maschile comunemente sentita, di un ostacolo-pregiudizio da superare quando nasci maschio (e ti vien detto che tua mamma è santa, e la tua donna altrettanto così dovrà essere).

Se il mio uomo decidesse che io nella vita ho avuto un uomo di troppo per la sua possibilità di accettazione, e per il disagio decidesse di allontanarmi, ne prenderei atto. Ma ne sarei tanto addolorata, mi sentirei smarrita.

Perché quella singola azione, nel momento in cui è stata compiuta - quando l’uomo che oggi amo non era nemmeno nell’orizzonte degli eventi - non ha mai, mai, avuto come intento il far soffrire una persona del futuro non ancora immaginata. Posto che non ha creato dolore fra i protagonisti che l’hanno vissuta in prima persona, l’azione sessuale, anzi, è sbocciata come espressione volontaria di contatto umano tra due persone.

Quanto male si sparge nel mondo? Quanto dolore creiamo inavvertitamente noi stessi, di continuo, con le nostre parole e scelte? 
 

Perchè aggiungere un dolore luttuoso connesso a qualcosa di irrilevante, iniziato e consumatosi nel tempo di una giornata - magari tanti anni fa -, come lo è un rapporto a pagamento? Qualcosa, che al tempo in cui è stato compiuto, non ci ha riguardato affatto? Evento che oggi resta, sbiadito, in qualità di mera narrazione, come esperienza - e nulla più?

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Faceless
8 minuti fa, Gamebred ha scritto:

Di solito, la natura è permissiva (puoi fare cose, finché non c'è un impedimento), mentre la società è proibitiva (prima di fare qualcosa, guarda che non vada contro la cultura, la religione, la tradizione...). 

Però pagare non è naturale, se mai è il bisogno di fare sesso che lo è. 

8 minuti fa, Gamebred ha scritto:

Se indagassi su questo tuo disagio potrebbero saltare fuori condizionamenti dovuti alla tua educazione, alle aspettative della società/cultura in cui vivi, e tante altre cose simili. 

Questo sicuramente, però penso di essere proprio io ad avere una concezione diversa del sesso. Non so se può avere importanza, ma io penso di essere demisessuale, quindi magari il fatto che non capisca il sesso come espletamento di un bisogno fisico può dipendere anche da questo.

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Thunderzero
51 minuti fa, Faceless ha scritto:

E' un discorso di mia morale: il fatto di pagare per avere un corpo lo ritengo triste, gretto, lontano dalla mia concezione del sesso

Comprendo il tuo punto di vista, alla fine fra le donne questo è un pensiero piuttosto comune.
Per una donna media, che ha schiere di maschi pronti a scopare, è del tutto naturale reputare sfigato uno che va a mignotte e che quindi paga per scopare.
Ma il 95% dei maschi non ha 20 femmine pronte a farsi scopare dopo un semplice messaggio.
E per un uomo, fare sesso è un bisogno fisiologico che va soddisfatto in un modo (scopare) o nell'altro (cioè una triste seghetta che non può andare avanti per molto) 

è giustissimo che tu non possa accettare di stare con uno che è andato a mignotte se la cosa ti disturba.
Così come uno può non accettare che la tipa che sta frequentando si sia fatta scopare da oltre 50 tipi.

Alla fine, sono solo fisse mentali ma, ci sta, è come una tua caratteristica personale e non devi rinnegarla solo perché altre tipe "lo accettano".

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30 minuti fa, Faceless ha scritto:

No non sono in terapia perché dico la verità ho poca fiducia. In passato ho provato svariate volte, ma non mi sono trovata bene con i terapeuti, per un motivo o per l'altro. Poi ammetto di non essere la paziente ideale, in quanto sono poco collaborativa: faccio molta fatica ad aprirmi e a raccontare di me. 

E che pensi di fare? Teniamoci le magagne e speriamo in un tiro di dado favorevole?

Lo dico per te eh, puoi anche tirare fuori i "valori" che "condivideresti" con un "ipotetico" lui, ma il succo del discorso sta proprio qui. Al solito, quando qualcuno viene qui ad esprimere i propri disagi gli si consiglia la terapia, e se ti pare brutta l'espressione puoi vederla come una chiacchiera con qualcuno che potrebbe aiutarti o chiamarla come cazzo ti pare.

E non ti sto dicendo che devi per forza accettare che uno vada a pro, è solo la punta dell'iceberg, piuttosto che dovresti far pace con la realtà che, te lo dico per l'ennesima volta, è ben lontana da quello che pensi tu.

Pure noi le vorremmo tutte giovani, fighe e vergini ma guess what, le hanno chiavate prima di noi (magari a costo zero), le hanno sbattute al muro, fatto colare il trucco a forza di deepthroat, tirato i capelli e sborrato in gola, e hanno goduto pure (o almeno glielo si augura).

Quindi? Che dobbiamo fa'? Mica possono venire dis-chiavate.

Tu dirai che non hai mai sentito parlare di queste cose al di fuori di qui, benvenuta nel club; là fuori sembrano tutti così normali e felici, poi se cambi le lenti vedi che non è per nulla così. Anch'io fino a qualche anno fa pensavo che chi andasse a pro avesse problemi, fosse brutto, sfigato, e sicuramente tizi così esistono, ma esistono pure quelli che vanno a pro per motivi ben diversi e definiti, in primis per amor proprio. Io non mi sento per nulla un "coglione", e scommetto pure Kepak, Odetojoy e gli altri che ti hanno risposto. Capisco che sembri strano, vedici un po' come le donne che ci stanno con la testa, sembrano figure mitologiche perché una grossa fetta della popolazione non lo è, ciò non toglie che siano reali.

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Adesso, Faceless ha scritto:

Però pagare non è naturale

Lo scambio è la base della società. Anche uno scambio di sguardi è uno scambio. E pagare è semplicemente una forma di scambio. Così come scambi il denaro per mangiare o dormire, puoi scambiarlo anche con del sesso. Con delle professioniste, consenzienti, a cui questo scambio va benissimo. 

4 minuti fa, Faceless ha scritto:

penso di essere proprio io ad avere una concezione diversa del sesso

Hai mai pensato che è davvero difficile estraniarci dalla società in cui viviamo? 

Com'è possibile che nella società X certe cose siano ben accette, e nella società Y la stessa identica cosa viene ritenuta vergognosa:sono sicuro che se ci pensi bene puoi trovare parecchi esempi simili. 

E cosa cambia tra la società X e Y? 

I pensieri delle persone. Solo quelli. 

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maidiremai
1 ora fa, Faceless ha scritto:

Preferirei uno normale, con i suoi problemi come tutti, ma capace di gestirli.

ah beh, bella risposta. utile, pensavamo tutti che vi piacessero le marionette inconcludenti

non so, forse pensavi che volessi metter il naso negli affari tuoi a casaccio, ma, fuori dalle ovvietà, oltretutto non necessariamente attendibili, la domanda era/è proprio rispetto al tuo dire di avere un problema ad "avere una relazione intima con qualcuno che ti confida questa parte di sé per me difficile da accettare come un normale percorso di vita" 

che implica se non un giudizio negativo, almeno un'insofferenza

  

se ti va, metteresti un punteggio da uno a dieci sulla capacità di gestire i problemi - deducibile da come affrontano l'essenziale problema**/necessità* di non vivere di seghe - che ritieni plausibile abbiano soggetti con un percorso di vita come quelli che ho sommariamente elencato? (che spiego un po' meglio qui, aggiungendo quello che, sbagliando, avevo dato per alternativa sottintesa)

1- infelice per un vissuto di lustri di frustrazioni, a causa della scarsità di partner sessuali

2- soddisfatto, o almeno non del tutto avulso da una certa varietà e appagamento, della propria vita sessuale, ottenuta anche grazie alla totale mancanza di interesse e scrupolo per le (varie) esigenze delle partner

3- insoddisfatto dalla fine di una lunga relazione, desideroso di un'altra in sostituzione come tradizionale traguardo, senza particolari ambizioni e spinte, ovvero disposto a infinite sopportazioni di indesiderata in cambio del minimo sindacale di sesso 

4- soddisfatto, o almeno non del tutto avulso da una certa varietà e appagamento, della propria vita sessuale, ottenuta anche grazie al ricorso al servizio del sesso a pagamento  

ovviamente semplificando, e sperando di non dover elencare anche i casi di totale insoddisfazione seppur con l'uso del sesso a pagamento, disperati, vittime del compolesso santa-puttana etc etc

 

spero di non risultare polemico, non è affatto così

 

*  la prima, o una delle prime cose che chiede uno psichiatra ad un uomo che manifesta una sensazione/situazione di disagio è se ha una vita sessuale decente  

**  esempio, reale: decenni fa, dopo un breve ruolo iniziale di assistente con banali compiti meramente esecutivi, grazie un po' alla versatilità dimostrata e al culo dell'essere diventata improvvisamente vacante in azienda la posizione di colui che avevo assistito, e nell'emergenza sostituito, sono stato promosso con un incarico di una certa responsabilità e facoltà di decisione, in piena autonomia della gestione del lavoro e dei suoi tempi. Mi venne fatto un "sermone" sulla fiducia che mi veniva accordata con l'invito a non abusarne, anche nel tempo da dedicare all'attività, con diciamo spirito di sacrificio; unica eccezione ammessa alla tenace dedizione del mio tempo era (più o meno così esplicitata, giuro) nell'eventualità che dovessi concludere qualcosa con qualche donna, perché era meglio mezza giornata persa ogni tanto che un settimana inutile con la testa alienata dal problema     

Modificato da maidiremai
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@Faceless vedo chiaramente che non “obblighi” nessuno a capirti, a provare ad entrare nella tua vita, a mettersi nei tuoi panni. Anzi, forse il contrario, invitando inconsciamente “a lasciar perdere”, a non farsi carico del tuo vissuto, pensieri, emozioni. 
 

Al contempo, rivendichi per te il diritto di andar via, al sentore di un disagio.

È tutto equo, accettabile. Non applichi un doppio metro. Facoltà tua.

Tuttavia non sono sicura che espungere il disagio dalla vita sia la maniera più completa e più piena per viverla.

Siamo umani: il contatto presuppone il confronto, il confronto - anche - disagio (tra le altre cose). Siamo fatti per mischiarci e sporcarci, intrecciando le nostre vite con quelle degli altri, condividere carichi, srotolare matasse insieme, eccetera.

Perchè sei qui a parlare con gli altri? Evidentemente perchè umana ti senti ancora, perchè la vita dell’altro ti interessa e hai voglia di riferire della tua.

Non ti sei arresa, non ancora.

E lo spero bene…perchè quel proposito sul non disturbare e, a propria volta, non essere disturbati, alla fin fine, risulta…poco umano. O, quanto meno, già un terribile lose-lose.

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stefania568
3 ore fa, Faceless ha scritto:

Mi dispiace Stefania, io purtroppo per il discorso salute ti capisco benissimo, comunque non dobbiamo abbatterci perché con la pazienza e le cure prima o poi ne usciremo. Bisogna trovare i medici giusti, anche se non è facile. 

Ho aperto la discussione giusto per parlare, perché obiettivamente l'amore è proprio l'ultimo dei miei pensieri, anzi non so se riuscirò mai ad innamorarmi di nuovo, vista la troppa amarezza. 

Non mi sognerei mai di dire ad altri cosa "devono" fare, attenzione. Stavo solo dicendo che per come sono fatta io non riuscirei a vivere bene questo fatto passato di un mio partner, ma poi le situazioni possono essere varie. Cioè se uno ha avuto una volta questa esperienza e magari sono passati anni è diverso da uno che ci va abitualmente, così come sarebbe diverso se lo sapessi all'inizio della conoscenza o se lo venissi a sapere dopo anni di relazione. Non so con certezza cosa farei, perché dovrei trovarmi nella situazione specifica. Penso che nel caso proprio non riuscissi a superare il disagio, semplicemente le strade di ognuno si separerebbero. Ripeto, non sono una che obbligherebbe mai nessuno ad andare contro sé stesso.

Lo sai con artiglio del diavolo sto un po’ meglio 

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