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Sesso a tre


Moonlight

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Adamas93
1 ora fa, Moonlight ha scritto:

La serata era programmata. Ragazza carina e gentile ed ero molto attratta da lei, baciava molto bene, aveva un bel seno e una pelle piacevole al tatto.
Nel mentre nessuno dei tre era teso, abbiamo fatto tutto in modo naturale; per me in primis è stata una sorpresa questa sicurezza, non avendo mai toccato una donna.
Ciò che più mi è piaciuto è stato il fatto che nessuno ha escluso nessuno: lei non era una potenziale nemica ma un’alleata e lui era il complice perfetto. 

 

Cosa non darei per essere stato al posto del tuo ragazzo .... beati voi 

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Thunderzero

Però da una parte @Quintessenza non ha tutti i torti. 
Anche se inizialmente si è tutti soddisfatti, è abbastanza risaputo che il coinvolgimento di un'altra persona in un rapporto originariamente definito come monogamico, ha molto spesso delle conseguenze disastrose per la coppia, perché in un certo senso implica distruggere le fondamenta su cui ci si è basati per X anni, cosa che difficilmente si riesce a fare.
Tuttavia non credo che nel caso specifico, visti i pochi dati a disposizione, si possa dire se questo sia stato un primo passo per la distruzione o un primo passo per la ricostruzione. 

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E allora riprovalo 😉 più vi conoscete più sarà soddisfacente, senza il timore della prima volta è anche meglio. Io ho raccontato la mia esperienza in un topic con lo stesso titolo, io ero la ragazza nuova, non nella "coppia". 

 

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2 ore fa, Quintessenza ha scritto:

Complimenti, avete fatto il primo passo per distruggere la vostra relazione.

Son punti di vista! Nel mio caso l’esperienza non ha avuto ripercussioni negative sul rapporto. 
Il fatto di aver provato insieme questa cosa non implica che la relazione debba includere sempre e comunque un’altra persona.

Può essere un ottimo spunto per dar via ad altre fantasie e mantenere “viva” la vita sessuale della coppia
Dici così perché a te è capitata un’esperienza simile? 

Modificato da Moonlight
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6 ore fa, Moonlight ha scritto:

Nella mia cerchia di amici non è capitato a nessuno e mi piacerebbe avere il parere di altri che hanno provato. 

Vorrei chiederti una cosa, dato che sei nuova e fresca di "mondo esterno". 

Se ci fosse un unico posto in Europa - e fosse pure in italiano - in cui le ragazze come te quando arrivano:

  • Piano piano capiscono meglio come funzionino davvero sessualità e relazioni, inclusa sessualità propria e relazione con se stesse. 
  • Se hanno già capito per esperienza FFM, si vedano confermare la realtà della propria esperienza interiore da chi ha esperienza, donne incluse, invece che accusare e insultare a caso. 
  • Dove se fossi venuta a 21 anni invece che a 28 avresti risparmiato a te stessa 7 anni di sfighe e paranoie ("non essere qui" is the new rompere uno specchio). 

Se fossi un maschio, pagheresti un quinto del tuo stipendio - o un decimo se sei senzatetto - per sostenere questo posto e permettergli di essere visibile ad altre donne e ragazze? 

Oppure continueresti a lamentare che le ragazze che incontri fuori di qui sono paranoiche, piene di cazzate in testa non verificate, che ti hanno rovinato anni di vita, che ti hanno fatto del male e privato delle tue necessità base, che solo dopo due anni da quando ti hanno calpestato cuore e sogni, ti hanno chiamato dicendo che avevi ragione...ecc? 

Intendo dire, considerando che non sei qui per caso ma perché hai scoperto il forum, e non si scopre qualcosa per caso da almeno 10 anni, sul web. C'è chi sta pagando. 

E considerando che essere visti dalle femmine è un lusso che paghiamo perché non diventano clienti, non danno nessun ROI potenziale diretto.

Per cui se i maschi non coprono i costi, non c'è margine per far iscrivere femmine. 

Considerando che qui sopra sono nate love story più intelligenti, win win e meno stupide che su troppe altre piattaforme anche dedicate ad incontri. 

Fossi maschio, faresti la tua parte per contribuire, affinché chi si svena per tutti potesse investire in presenza femminile invece che correre per coprire i costi non coperti dei maschi? 

 

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3 ore fa, Thunderzero ha scritto:

è abbastanza risaputo che il coinvolgimento di un'altra persona in un rapporto originariamente definito come monogamico, ha molto spesso delle conseguenze disastrose per la coppia, perché in un certo senso implica distruggere le fondamenta su cui ci si è basati per X anni, cosa che difficilmente si riesce a fare.

Hai avuto esperienze simili? 

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Mkoll
4 hours ago, Thunderzero said:

è abbastanza risaputo..

Esistono le eccezioni che magari confermano la regola. Poi se la vivono per quello che è; una bella esperienza, perché vedere preventivamente il peggio????

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3 ore fa, Mkoll ha scritto:

Esistono le eccezioni che magari confermano la regola. Poi se la vivono per quello che è; una bella esperienza, perché vedere preventivamente il peggio????

Eccezioni...  

Le uniche due volte che FFM non ha migliorato la vita a tutte e tre le persone coinvolte, nella mia esperienza, erano:

- Una cluster B conclamata con l'ossessione di essere l'unica al centro dell'attenzione, e lamentava che l'altra fosse meno giovane, infatti quando si é rifatto con una di 21 sessualmente stava benissimo, ha solo scalpitato perché ero gentile con l'altra (attenzioni). Ma lei di essere disturbata in questo senso lo sapeva. 

-  Una che odia le donne, le detesta, le fanno schifo come persone, le è capitato più volte di fare vero sesso (un maschio, N donne) ma sempre solo se era sotto sostanze aumentanti la connessione e la socievolezza. Facendo con me da sobria, di giorno, senza alcuna sostanza, aveva lo schifo dell'altra tipa (la quale invece aveva una cotta per lei). Non uno schifo sessuale, uno schifo umano perché l'altra era femmina e tutto quello che di brutto è capitato nella vita a questa, viene ed è venuto da menzogne e malelingue di femmine, sulla cui capacità mentale non mette un euro nemmeno se sono laureate e serie. (Tema di discussione tra me e lei, visto che io cerco invece di circondarmi di femmine, e considero a malapena i maschi delle persone fino a prova straordinaria del contrario, ma deve essere una prova robusta e riproducibile). 

Perché allora, per molte persone il vero sesso specie specifico può essere un elemento di squilibrio? Lo dicono anche le riviste newyorkesi che si leggono gratis, deve essere vero. 

Nel 98-99% di casi che ho visto in cui si sono creati squilibri, la relazione era dal principio basata su menzogne, e c'era un equilibrio fittizio tenuto in piedi con la falsa presentazione di sé da ambo le parti o quantomeno da parte maschile. 

In quei casi, le persone invece di fare sesso specie specifico perché riescono a capire che sia allineato al funzionamento naturale di tutti i loro sistemi, arrivano alla stasi sessuale completa (un maschio che fa davvero sesso con una sola, ad un certo punto che può arrivare dai sei mesi ai due anni dipendendo molto anche dalla giovinezza e bellezza di lei, arriva ad un'assuefazione per cui farla di nuovo è un lavoro, non è pagato e iniziare le danze diventa molto più scomodo che non farlo per inerzia). 

A quel punto provano a mettere in campo un'altra player. 

E' una delle due soluzioni sensate ad uno stallo, l'altra è rivedere i parametri che hanno portato fin lì, ad esempio il vedersi troppo spesso o anche vivere insieme. 

Solo che immancabilmente (Effetto Coolidge) il maschio reagisce alla nuova come fosse oro liquido che piove dal cielo e quasi dimentica la fissa, perché gli è impossibile a quel punto avere a mente che lei esista. 

Se lo fa, se le dà attenzioni da già assuefatto pur avendo una nuova, è perché sa come funziona lei e si sforza fingendo, ma non per moto interiore congruente. 

In quei casi, la tipa solita ne esce con l'idea che FFM abbia sbilanciato l'equilibrio del loro rapporto. 

Era un rapporto basato su una serie di menzogne dall'inizio, e di misinterpretazioni miopi dell'altro/a. 

Questo spesso succede ad una certa fase del rapporto, la  terza, che Jean Decety (2007) ha distinto in 4 livelli. 

Ma prima di parlare di lui, vediamo perché ne ha parlato nel 2007. 

Spoiler

“Lo sviluppo della capacità di rappresentazione mentale del mondo mentale dell’altro è strettamente legato alla regolazione e al controllo degli affetti. La capacità di rappresentarsi l’idea di un affetto è cruciale per il conseguimento del controllo sugli stati affettivi soverchianti. In assenza di tale capacità, la dimensione affettiva dell’altro può essere riconosciuta solo con la sperimentazione diretta attraverso la risonanza emotiva.” (Fonagy P. 2001).

 

La coppia è forse uno dei modelli più raffinati di mente relazionale, una vera e propria rete neurale senza fili. L’intesa tra due partner può raggiungere una connessione paragonabile solo alla relazione madre-bambino.Questo potente incontro tra due menti ha rappresentato un vantaggio evolutivo enorme per la specie. Ha permesso il necessario accudimento della prole, ma ha soprattutto “inaugurato” una capacità comunicativa unica, veloce ed efficace tra esseri umani. Tale capacità non trova pari nei primati: gli scimpanzé, sebbene dotati di neuroni specchio, evidenziano una estrema difficoltà a cogliere le intenzioni dell’altro, fatta eccezione per le questioni che riguardano il cibo (Markus G. 2004).

Goleman ha proposto di definire questo incontro come una specifica connessione empatica tenendo presente che entrano in gioco un numero elevatissimo di componenti. L’innamoramento e l’amore inducono l’attivazione di una complessa sinfonia neurale: neurotrasmettitori, tempeste ormonali, mappe neurali vengono attivate e sincronizzate da raffinatissimi sistemi motivazionali al fine di rispondere a questioni evoluzionistiche essenziali: da chi mi sento protetto e rassicurato, di chi mi voglio prendere cura e come, con chi posso avere rapporti sessuali soddisfacenti e procreare una sana progenie. Per rispondere a queste domande la comprensione dell’altro, l’intuire le sue intenzioni, la sua capacità di collaborare è assolutamente essenziale (Galperin A. 2010).

Cosa commenta Galperin? Questo: 

“A livello neurale arrivare a conoscerti significa entrare in risonanza con i tuoi schemi emotivi e le tue mappe mentali. Più le nostre mappe si sovrappongono, più ci identifichiamo e maggiore sarà la percentuale di realtà condivisa che creiamo. A mano a mano che procediamo, le categorie mentali subiscono una sorta di fusione…la nostra esperienza di unità ovvero la sensazione di fusione o d’identità condivisa, aumenta ogni qualvolta assumiamo la prospettiva di qualcun altro e si rafforza quanto più vediamo le cose dal suo punto di vista. Nel momento in cui diventa reciproca, l’empatia ha una risonanza particolarmente intensa. Due persone strettamente collegate uniscono le loro menti, riescono a completare a vicenda le rispettive frasi; questa è il segno di una relazione palpitante che gli studiosi della vita di coppia definiscono omologazione ad alta intensità.” (Goleman D. 2007)

Per raggiungere questa omologazione ad alta intensità Jean Decety (2007) ha distinto quattro livelli con cui entriamo in relazione con il/la partner:

  1. Il primo è quello della condivisione affettiva, pre-verbale, pre-dichiarativa dove entra in gioco il fenomeno del mirroring, del rispecchiamento.
  2. Il secondo è quello dell’autoconsapevolezza con funzioni di mentalizzazione (pensare la mente dell’altro).
  3. Successivamente interviene la flessibilità mentale ovvero quella capacità di adottare il punto di vista dell’altro.
  4. Infine i processi di regolazione emozionale.

Decety concede un privilegio ai primi due livelli, in linea con gli studi più recenti che fondamentalmente premiano la “via bassa” emozionale, “viscerale”, che si muove sulle traiettorie dell’implicito e del non detto.

Questi sono in netto contrasto con un forte pregiudizio, superstizione, culturale che invece ha sempre sostenuto la “superiorità” della cognizione sociale.

Damasio (2000) e LeDoux (2003) sebbene con modelli differenti, hanno svelato l’importanza del “cervello emotivo” per prendere decisioni a breve e a lungo termine, ribaltando l’annoso conflitto tra cuore e ragione.

Il primo e più importante “ragionamento” lo fa il cuore ed è quello che incide di più.

Ora, molte persone, maschi come femmine, all'inizio della relazione cercano di partire dai livelli 3 e 2, cercano di mettersi nei panni dell’altro, mentalmente, e cercano di mentalizzare, pensare a mente i propositi e le intenzioni dell’altro.

E questo è via via più marcato con quanto più le persone invece di conoscersi ballando e annusandosi, si conoscono chattando a vuoto. 

Questo è deleterio, razionale, non viscerale.

E’ invece la ricerca di una risonanza emotiva, il primo passo, il rispecchiamento emotivo.

Da qui, le persone che creano relazioni sane salgono ai punti 2, 3 e 4…

Eppure, in ambito clinico si è visto che  

Spoiler

Quando una persona non ha mai sviluppato la capacità riflessiva per cogliere le emozioni del partner e le proprie, capacità che si sviluppa da bambini durante la relazione con il caregiver quando questi è supportivo e responsivo ed il bambino impara a riflettere sulla propria mente come distinta sebbene connessa, rispetto a quella della madre o del caregiver in genere… succede che questa persona riesce a cogliere le emozioni del partner, ma per risonanza emotiva, più che per capacità riflessiva.

Significa che percepirà le proprie emozioni come attivazioni fisiologiche anche sgradevoli, e non sarà in grado di regolarle, non sarà in grado di tollerare noia, vuoto, rabbia, angoscia, depressione, che fanno parte della vita emotiva di tutti.

Avrà così bisogno di un soggetto esterno che riduca la necessità di pensare a ciò che prova e  al vuoto che vive quando è sola.

E avrà bisogno di stargli continuamente addosso, vivendo ogni sano distacco come un rifiuto.

Il partner diventa pertanto l’oggetto, oggetto, esterno utile a regolare quegli stati emotivi difficili da gestire o percepiti come soverchianti.

La propria regolazione affettiva viene completamente spostata verso il lato inter-personale, verso la ricerca di controllo sulle emozioni del partner, sottraendo l’individuo problematico da stati interni non gestibili.

E in questo caso abbiamo una dipendenza affettiva.

Una situazione in cui ogni spostamento dello status quo nella relazione deve prontamente essere rimesso in riga ed evitato se possibile o punito e rimesso a posto se già occorso dalla pronta reazione del partner. 

 

Perché in spoiler parlo di un ambito clinico, che non è il mio ambito?

Ne parlo perché sebbene sia innata la tua capacità di entrare in risonanza emotiva, in connection, e lo sia anche nella partner che stai vivendo, esiste la possibilità che pur non essendo lei un soggetto clinico conclamato, un soggetto che necessiti di un intervento psichiatrico e lo sappia, potrebbe non aver mai mentalizzato un maschio, un maschio come dotato di bisogni, necessità, desideri, biologicamente differenti da quelli di una femmina.

Pensando la tua mente come maschio, il punto 2 di Decety, si troverebbe pertanto a proiettare, riflettere la propria.

Sentendo emozioni in te che risuonano in lei, potrebbe così riflettere sul tuo comportamento, come se fosse quello che avrebbe lei, come femmina, una volta stimolata dalle stesse emozioni.

Ad  esempio lei andrebbe con un altro se non ti amasse più o se volesse ferirti, e crede che tu abbia bisogno di fare altre per le stesse "ragioni" (condizioni). 

Salendo al punto 3, la flessibilità mentale ossia la capacità di mettersi nel punto di vista dell’altro, questa sua non conoscenza della mente maschile come differente dalla sua, la porterebbe ad aspettarsi da te comportamenti, risposte emotive, moventi, intenzioni, che sono invece femminili.

E questa incapacità di passare attraverso i punti 2 e 3, per poi arrivare al punto quarto dei processi di regolazione emozionale, potrebbe rendere la tua relazione superate le prime fasi, non molto dissimile dalla relazione con un soggetto patologico di interesse psichiatrico, incapace di passare attraverso i punti due e tre perché sottosviluppato affettivamente e mentalmente.

Posto che tu - maschio - sia sano mentalmente e affettivamente, emotivamente.

Se la partner, pur essendo sviluppata affettivamente e mentalmente, ha mappe mentali dei maschi, dei loro bisogni e motivazioni, che rispecchiano una donna con la semplice differenza degli organi genitali (ideologia molto in voga in ambito politico, addirittura universitario in molti casi di scienze molli, ma ridicola dal punto di vista scientifico duro, dal punto di vista aneddotico ed empirico), capiterà che ogni tua sana oscillazione, ogni tua normale azione che per lei diventa imprevedibile e non comprensibile, verrà riflessa, capita a livello razionale, come un inganno, perché credeva di essersi messa nei tuoi panni, nella tua mente, ma aveva soltanto messo i tuoi pantaloni alla sua, mente, e crede sia stato tu ad ingannare, o mentire… o ci vedrà una qualche forma di rifiuto, e nella relazione volevate entrambi sognare quel luogo magico e terapeutico in cui non patirete più rifiuti ed inganni.

Sarà pertanto tua responsabilità, superata la prima fase di risonanza emotiva, mentre conoscendo le donne passerai alle fasi 2, della mentalizzazione e tre, della flessibilità mentale, cercare di informare, istruire, la femmina sul funzionamento delle tue emozioni, dei tuoi sistemi motivazionali innati, della tua mente maschile come diversa dalla sua.

E, se ne hai esperienza, sai già che lei probabilmente prenderà ogni cosa che dici come un rifiuto, o come un inganno.

In epoche ancestrali lei sarebbe cresciuta nella tribù a contatto con vari maschi e, conoscendone le tensioni, le emozioni, le pulsioni, avrebbe capito e conosciuto.

Se anche non lo avesse fatto, in natura la relazione é ciò che porta velocemente ad una gravidanza, e da quel momento lei smette di essere una donna in relazione e diventa una mamma, qualcosa per cui ha i sistemi motivazionali e comportamentali hardwired da milioni di anni.

Voi due invece non figliate entro un mese o due. 

Si creerà pertanto una risonanza emotiva naturale e giustissima che aprirà la porta alla mentalizzazione ed alla capacità autoriflessiva, così come al mettersi nel punto di vista dell’altro…

Che tu dovrai guidare ove necessario, correggendo, ove i tuoi sentimenti e propositi siano continuamente travisati e proiettati secondo un sentire femminile, cercando di arrivare, condurla alla quarta fase della regolazione emotiva senza che ogni cosa che le comunichi sia presa erroneamente come un rifiuto o un inganno…

E  cosa succede se uno fa lo scemo per non andare in guerra per due anni, se uno fa finta di essere maschio e al contempo poligamo seriale come le donne, invece che poligamo sincronico come i maschi? 

Succede che dopo due anni manifesta la necessità di fare altre, di farle insieme, perché è arrivato ad un punto in cui è assuefatto di lei ed il rischio di perderla se non segue è accettabile, vale la pena provare un lascia o raddoppia, perché non si sta lasciando davvero qualcosa di vitale... 

E lei si sente ingannata, o rifiutata. 

Qui non sto parlando degli studi partiti con la Meredith Chivers secondo cui le donne sono quasi tutte bsx, non parlo di lei che - quasi nel 100% dei casi - ovviamente gode di più e vive sentimentalmente meglio se ci sono altre donne nel letto e a prendere il the per parlare. 

Parlo proprio del maschio. Quello che sta a messaggiarmi due anni che questa gli piace molto e allora preferisce andare di nascosto a pro e fare altre con un telefono segreto, piuttosto che aiutarla a capire cosa sia un maschio, a cosa serva, cosa offra e cosa voglia. 

Poi dopo due anni finalmente esce le palle e prova a spiegare di cosa abbia bisogno e di quanto sia naturale anche per lei. 

Solo che... 

1 - A quel punto lei si sente ingannata. Per due anni ha vissuto una menzogna. Dalle torto, cazzo. 

2 - A quel punto lei si sente rifiutata. Stile "io non gli basto" "ha bisogno di altre perché io non gli piaccio/non gli piaccio più", proiettando un sentire femminile, infatti per lei sarebbe così, e questo le confermano le amiche, perché anche loro - essendo femmine - sentono e capiscono così. 

Ma supponiamo che lei accetti. Non è detto che la cosa la elettrizzi, diciamo che lei accetti per non opporsi, per mantenere intesa, per rispondere in modo coordinato alla continuazione del legame di coppia, spaventata di perdere la dose di benessere che la coppia le dà. 

Spoiler

Le ricerche di Gottman, il primo ad aver studiato le coppie in modo scientifico, hanno riscontrato un'alta correlazione tra coppie adulte disturbate e risposte fortemente coordinate.

La “troppa” coordinazione sarebbe legata ad una condizione di iper-vigilanza, quindi alla sensazione di costante pericolo di perdere la relazione e controllo ossessivo.

Immagina due persone che stanno ballando, e sono connesse perché vanno a ritmo insieme e alcune volte sono coordinate, fanno i medesimi movimenti.

Altre volte ognuno esprime invece se stesso/a, per tornare poi a coordinarsi in alcuni passi.

Se ora li immagini coordinarsi per tutto il tempo, capisci che uno dei due sta regolandosi sull’altro, sentendosi in pericolo, e controllando ossessivamente.

Diversamente coppie ben funzionanti sono correlate su risposte mediamente coordinate, oscillanti, nella connection, che favoriscono uno scambio più rilassato e flessibile, capace di correggere incomprensioni.

"Quando si parla quindi di intersoggettività ottimale in una coppia si intende dare risalto a questa proprietà oscillante dell’intesa, dell’empatia tra due partner, che fluttua tra i due opposti poli dell’intrusività e del distanziamento" (Coan J.A. Gottman J.M. 2007).

Lei accetta per seguire e non discutere la relazione, e quello che succede è che la sua paura infondata di sentirsi rifiutata diventa realtà. 

Perché? Perché uno che fa da mesi - anni in alcuni casi! - la stessa, se ha davanti una nuova il suo trasporto sessuale per questa è più forte della sua capacità di fare finta di dare attenzioni ad entrambe in egual misura. 

E  questo conferma, nella percezione di lei, la paranoia di rifiuto e abbandono. 

Così come l'aver scoperto dopo mesi o anni, che lui non fosse una femmina coi calzoni come l'aveva sempre pensato proiettando se stessa e quello che capisce  dei maschi da qualche simpata demenziale che rispondono sui social facendo i vegani per vedere se funzioni per chiavare... la fa sentire ingannata. 

E perché alle persone piace la sensazione di relazione? A parte la componente biochimica in spoiler. 

Spoiler

Jaak Panksepp, padre delle affective neuroscience, che ha affrontato audacemente il tema dell’innamoramento in termini neurobiologici nel fondamentale lavoro del 1998. Panksepp ha scoperto un corollario neurale fra la dinamica da assuefazione da oppiacei e la dipendenza da una persona a cui siamo profondamente attaccati. Lo studioso afferma che tutte le interazioni positive con le persone devono le loro caratteristiche al sistema oppioide. Si è scoperto che questi circuiti comprendono delle aree chiave del cervello sociale: la corteccia orbito-frontale e la corteccia cingolata.

È il sistema responsabile della sopravvalutazione dell’oggetto d’amore, della droga preferita, nonché dell’incapacità di inibirne l’impulso a ricercarla. In sintesi Panksepp ritiene che la gratificazione che gli individui ottengono da una droga imiti biologicamente il piacere naturale che deriva dal contatto con chi amiamo: i circuiti coinvolti sono sostanzialmente gli stessi (Panksepp J. 1998)

Perché le piaceva stare con lui?

"Una coppia ben funzionante può riparare le ferite più profonde dei due partner. È un aspetto terapeutico che ogni coppia felice mette in campo, sfruttando quella chance evolutiva che il rapporto con il partner ti concede" (Bowlby J. 1988)

Lenire le ferite. Le ferite per essere stati o state rifiutate, tradite, ingannate,  ignorate. 

A casa, a scuola, nel lavoro, dal sesso preferito. 

E  cosa succede quando con una ragazza fai lo scemo per paura di perderla e nonostante siate già avanti con gli intercorsi sessuali e si stia instaurando una relazione di fiducia e di amore, tiri avanti nella menzogna, senza dirle esplicitamente di essere una femmina ma lasciando che lei lo creda e vivendo di nascosto la tua vita come maschio e i tuoi pensieri e sensazioni come tale? 

Come si sente quando te ne esci dopo un anno e mezzo a spiegarle che quello di cui hai bisogno è X, che questo ti accomuna al 90% dei maschi, posto un 8% di gay e un 2% di asessuati. 

E come si sente, se poi - ovviamente - la nuova ti infiamma come lei  non ti infiamma da un anno e tre mesi su un anno e mezzo? 

Si sente esattamente rifiutata, ingannata, tradita, ignorata. 

Che è quello da cui scappava e per cui cercava il contatto con te. 

In quel caso, si è spostato un equilibrio di coppia? 

CERTO 

Era quella una coppia? 

NO, era una menzogna tenuta in piedi con le omissioni e l'equilibrio che aveva era fittizio. 

Era quello un FFM? 

No, era una persona che aveva più bisogno di quella relazione di quanto ne avesse l'altra, e che ha seguito i suoi passi nella danza senza esprimersi perché più terrorizzata di essere lasciata a bordo pista senza più ballare insieme, che desiderosa di esprimersi e di espandere il self per mezzo della relazione e della coppia. 

Una persona che pur di tenersi la relazione rinschiaccia il self nella stessa, invece che espanderlo grazie ad una relazione di mutuo vantaggio e potenziamento. 

E' malata mentale? 

No, è esattamente quello che ha fatto lui nei primi mesi della relazione, si è rintrappito il self e l'espressione individuale e maschile, all'interno della relazione per non perderla perché lei era nuova e l'effetto sessuale che ci fa una nuova è stordente. 

Quando poi quell'effetto è svanito e c'è solo la serotonina da legame stabile, lui non ha più voglia né motivazione a schiacciare se stesso e le proprie necessità individuali e come maschio dentro la relazione pur di farla esistere. 

A quel punto la sfiga la passa a lei. 

Lei, di quella relazione, ha bisogno per sopravvivere a questo punto. 

Perché non lavora e lui sì? 

No, perché lei è un organismo evoluto come femmina per sentirsi al sicuro solo quando ha legami stabili tribali a base di serotonina. 

Una social support network, di cui ha bisogno innato. Ma nella società recentissima, post cacciatrice e post agricola, lei è o sola o in coppia, non è tra venti persone che la nurturano e le danno attenzioni. 

Pertanto tira addosso tutto il suo bisogno di attenzioni, cure e supporto sul maschio, e passati i picchi di dopamina iniziali, quando il rapporto shifta sulla serotonina da legame e da persona "famigliare", lei inizia ad aver "bisogno" di quella relazione. 

Non che non farà sesso con altri, lo farà. 

Ma ha bisogno di contare su quel porto franco. 

E così pur di non perdere quella relazione, segue il ballerino, che le dice... sai... in realtà a me l'hip hop che balliamo da un anno e mezzo ha sempre fatto cagare, sogno di ballare il Tango, cambiamo musica o vado da solo? 

E lei cosa fa? Si sente ingannata, teme il rifiuto, ma ha bisogno di ballare insieme e allora dice di cambiare musica, di non andare da solo. 

A quel punto scopre che nel Tango si cambia ballerina di continuo, se no ci si spegne. 

E come si sente? Ignorata. Rifiutata. 

Perché è una caratteristica del cambiare ballerina? 

No, è una caratteristica nota di cosa succede a far finta per un anno o due che ti piaccia una musica che ti fa schifo al cazzo, per poi uscirtene dal blu a sorpresa dicendo che ti ha sempre fatto schifo e che vuoi altro. 

Ferisce. Fa sentire ingannate. Vederti felice a ballare la stessa musica che piace a te con altre, fa sentire ignorate, rifiutate. 

Evitare il rifiuto, l'essere ignorata, ingannata, tradita, è gran parte del motivo per cui sta attaccata a te. 

Bel servizio reso alle donne d'Europa. 

Chissà se Venus Dea Soavissima Luce del Mattino ce ne manderà tante altre, a trattare così quelle che ci ha affidato perché espandessimo e innalzassimo la loro espressione di sé, fiducia in se stesse, auto stima e felicità. 

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1 ora fa, ^'V'^ ha scritto:

 

Se fossi un maschio, pagheresti un quinto del tuo stipendio - o un decimo se sei senzatetto - per sostenere questo posto e permettergli di essere visibile ad altre donne e ragazze? 
 

 

Per quel poco che ho visto per adesso,nella maggior parte dei topic si parla di seduzione; molti utenti scrivono chiedendo consigli su come approcciare in generale con l’altro sesso. Per ottenere dei veri risultati in merito a questo settore (come già tu hai sicuramente scritto in altre discussioni) è necessario partire lavorando su se stessi, ottenendo una base solida, per poi passare a tutto il resto. 
Ora, persone che passano la maggior parte del loro tempo a lamentarsi, che sia su un sito web o nel mondo reale, ci saranno sempre, perciò tanto vale abituarsi all’idea ed imparare ad ignorarli. 
Il sito me lo ha fatto conoscere il ragazzo che frequento, il quale mi ha aiutato  a valutare un punto di vista che prima trovavo difficile da accettare, perciò in tutta onestà quello che in primis “ringrazio” è lui.

Leggo di tante esperienze, alcune simili alla mia, che mi stanno facendo sentir parte di un gruppo, molto più vario e grande rispetto a quello a cui sono abituata.

Amo poter leggere pareri sia maschili che femminili, proprio perché siamo di natura diversa, quindi capire meglio il punto di vista dell’altro sesso è solo un bene; se siamo propensi alla comprensione, ci risparmiamo millemila discussioni/paranoie/situazioni scomode eccetera, riuscendo ad accettare il fatto che siamo differenti, senza vederlo come un aspetto negativo. 
Perciò si, se fossi un maschio pagherei per dare la possibilità anche alle ragazze di dare il loro parere; stessa cosa se la situazione fosse invertita. Troverei altrettanto giusto, in quanto ragazza, pagare per far sì che venga considerato anche il punto di vista maschile su un sito come questo. 

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