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Quello che gli uomini non dicono


november_rain

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november_rain
8 ore fa, ^'V'^ ha scritto:

La senti? 

Ti ringrazio per la risposta. 

Leggendovi sul forum ho capito ancora di più, forse come mai nella vita, che il sentire maschile è altra cosa. 

Non posso provarlo, ma posso cercare di avvicinarmi più che posso. 

Provo ad adattare quello che apprendo alla mia vita di tutti i giorni, alla nostra vita.

Non pretendo di condividerlo, perché non riesco ad andare contro la mia natura di donna, ma posso cercare di comprenderlo. 

Grazie 

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Kepak

Thread bellissimo, secondo me molto sottovalutato.

@november_rain da donna probabilmente hai sollevato il più grande problema di comunicazione tra uomo e donna.

Per mia esperienza, lamentarsi è inutile a prescindere, sia se lo si fa con una donna che con un uomo.

Essendo cresciuto principalmente con mia madre, praticamente quando esponevo i miei problemi le vie erano di solito due:

-melodrammi per cazzate (in questo mi rivedo molto nell'esempio del ginocchio sbucciato che faceva Aivia)

-mezzorette intervallate da sospiri piene di "io non ci posso fare niente, non ce la posso fare, è così e basta, io faccio il massimo e gne gne".

E le ho nascosto il 99% dei problemi e delle cose brutte che un ragazzo può fare e che io ho fatto.

 

E a mia madre voglio molto ma molto bene. Credo sia una delle persone migliori che ho incontrato in vita.

 

Spesso, quando ci discuto (per pochi minuti per la verità, ho imparato che è abbastanza inutile farlo) le faccio notare di come io non le abbia mai detto "non ci posso fare niente, non ce la posso fare".

A volte l'ho fatto, piangendo, chiuso in bagno da solo.

Davanti a lei e agli altri mi lamentavo senza senso, bestemmiando peggio di un veneto turco terrone e tiravo avanti la carretta.

Non dicendo mai, però, "non ce la posso fare".

 

Direi che il succo sta qui. Ho notato che molte donne quando hai un problema si concentrano sul problema e sul fatto che sei un fallito a prescindere perché hai quel problema.

Dalla cazzata più piccola al problema serio più grosso.

E questo cambia anche il metro di giudizio che hanno nei tuoi confronti per giudicarti come possibile partner.

Finché è una cosa che puoi risolvere perché dipende da te ok, ma se dipende dalla tua famiglia, per dire, che ci puoi fare?

Esempio:

Al momento sono autonomo, quindi non ho il posto fisso e da grande non avrò un'eredità.

Bene.

Dove vivo io il posto fisso é sacro e campano tutti grazie ai nonni/genitori.

Il posto fisso l'ho scartato a priori da ragazzo, perché mi sono detto "che ci faccio con uno stipendio da fame se vivo nelle case popolari e mia madre non lavora? Meglio rischiare e fare dei soldi in più per tirarmi fuori da questa situazione e costruirmi un piccolo patrimonio".

L'ho fatto, son andato via dal quartiere popolare e dopo anni in affitto ho due auto (seppur utilitarie), soldi investiti, e ho preso un piccolissimo appartamento interamente mio già pagato che darò a mia madre e che userò anch'io come appoggio dato che ho intenzione di girare un po'.

Il lavoro, chiaramente, può andare e venire (da autonomo semplice non è), però ok, è così.

Ci sono stati periodi di down emotivi pazzeschi, derivanti dalla precarietà della situazione. Qualcosa, quando ero più piccolo e meno maturo, con qualche ragazza mi è sfuggito. Al di là di qualche falso e impersonale incoraggiamento vedevi nei loro occhi la necessità di fuggire oppure quella repellente voglia di considerarti un fallito a priori.

 

è come dare del fallito ad un bambino africano perché muore di fame. Magari poi quel bambino ruba al mercato, impara a mungere le vacche, scopre un pozzo d'acqua e inizia a piantare due semi.

Africano, bambino, fallito a prescindere.

 

Come è stato scritto giustamente, molto dipende dai tipi di problemi. E se non si apre con te, comprendilo.

Ci sono problemi stupidi, che più che problemi sono spese, e ci sono problemi irrisolvibili che ti condizionano e che non dipendono da te. 

E fa poca differenza dirlo ad una donna piuttosto che ad un uomo, non verresti capito comunque. In parte, forse, da gente che li ha vissuti come te. Un pò difficile in un Paese con la ricchezza privata tra le più elevate al mondo. Certo.

 

Tornando a noi, fallo stare bene.

Pompini non richiesti.

Se non funziona, lascialo tranquillo nella sua caverna ad esorcizzare i suoi piccoli/grandi demoni.

Ne ha bisogno e non giudicarlo male per questo.              

Modificato da Kepak
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  • 2 settimane dopo...
november_rain

Ciao ragazzacci

torno su questo thread, senza aprirne un altro, perché ho bisogno dei vostri preziosi consigli. 

Stiamo insieme da più di un anno, complicità e connessione mai avuti prima. 

Sin dall'inizio, però, abbiamo avuto problemi nei rapporti sessuali. Inizialmente c'era difficoltà a mantenere l'erezione, e subentrava il circolo vizioso di ansia che molti conoscono. Superato questo problema, almeno parzialmente, è subentrato quello di venire troppo presto. Queste fasi si sono alternate tra loro continuamente, intervallate anche da rapporti in cui tutto è andato bene. 

Siamo al punto in cui, dopo un altro rapporto "mancato", lui non vuole più ignorare questo problema. Abbiamo già avuto modo di parlarne, e fino ad oggi ho sempre pensato di non pressarlo sotto questo punto di vista e non porre troppo l'attenzione sul problema per non farlo diventare qualcosa di totalizzante. 

Fino ad oggi ho cercato di lasciar scorrere, mi rendevo conto che i rapporti la maggior parte delle volte erano come faticosi, non eravamo sciolti, ma se qualcosa andava storto non ci ponevo molta attenzione, passavamo a fare altro e speravo che così le cose pian piano si sarebbero sistemate, lasciandole evolvere naturalmente, senza forzature.

Tutto questo è apparso ai suoi occhi come se io avessi voluto ignorare volutamente il problema e far finta che non esistesse. Sono dispiaciuta di questo, perché non era il mio intento, al contrario ho cercato di non metterlo a disagio e di fare del mio meglio. 

Ammetto che tutto questo mi ha condizionato in qualche modo, mi sentivo anche io di conseguenza un po' frenata, sentivo l'ombra di questo problema. Forse non me ne sono resa conto a pieno di quanto fossi condizionata a mia volta, e probabilmente ho alimentato questo circolo vizioso. 

Mi ha parlato a cuore aperto, mi ha detto che non sente questo problema quando facciamo l'amore, che lì si lascia andare totalmente, ma lo sente negli altri casi, quando facciamo le cose in modo più carnale, per piacere fisico. Dice di avere un blocco in quei momenti e di volerne parlare con un professionista.

Non sono qui per chiedere la risoluzione del problema, ma per chiedervi come comportarmi. 

Mi sono trattenuta tante volte dal cercare il rapporto perché temevo di metterlo in difficoltà, non volevo si sentisse a disagio o inadeguato. 

La paura che sento forte dentro di me è quella di perdere spontaneità, naturalezza, di sentirmi condizionata ancora più che mai e che questo circolo continui ad alimentarsi all'infinito. 

Ora come ora per me cercare il rapporto è impossibile, quel blocco ora lo sento io, e non voglio cazzo. 

Datemi i vostri pareri dal profondo del vostro sentire

Grazie 

 

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47 minuti fa, november_rain ha scritto:

Non sono qui per chiedere la risoluzione del problema, ma per chiedervi come comportarmi. 

Mi sono trattenuta tante volte dal cercare il rapporto perché temevo di metterlo in difficoltà, non volevo si sentisse a disagio o inadeguato. 

La paura che sento forte dentro di me è quella di perdere spontaneità, naturalezza, di sentirmi condizionata ancora più che mai e che questo circolo continui ad alimentarsi all'infinito. 

Ora come ora per me cercare il rapporto è impossibile, quel blocco ora lo sento io, e non voglio cazzo. 

Datemi i vostri pareri dal profondo del vostro sentire

Non so che tipo di problemi abbia perché personalmente non mi è mai capitato di ragionare come lui.

Piuttosto, sperando di non alimentare paranoie, ti dico tranquillamente che quando ho sentito di casi simili raccontati da altre persone sono finiti tutti ammerda.

Ciò implica che, dal mio punto di vista, non dovresti reprimere o frenare i tuoi istinti; è già tanto che lui sia riuscito a parlartene, e sarebbe buona cosa che tu gli andassi incontro, se ti va. Se lui non prende l'iniziativa, fallo tu, sei donna e sicuramente sai come fare. In sintesi, a me sembra che tu ci tenga tanto a lui, per cui se non riesce a prendere la situazione di petto allora è compito tuo; è questo che fa un team.

Ti lascio questo post, spero ti possa dare qualche dritta.

 

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november_rain
3 ore fa, RAWolf ha scritto:

Non so che tipo di problemi abbia perché personalmente non mi è mai capitato di ragionare come lui.

Piuttosto, sperando di non alimentare paranoie, ti dico tranquillamente che quando ho sentito di casi simili raccontati da altre persone sono finiti tutti ammerda.

Ciò implica che, dal mio punto di vista, non dovresti reprimere o frenare i tuoi istinti; è già tanto che lui sia riuscito a parlartene, e sarebbe buona cosa che tu gli andassi incontro, se ti va. Se lui non prende l'iniziativa, fallo tu, sei donna e sicuramente sai come fare. In sintesi, a me sembra che tu ci tenga tanto a lui, per cui se non riesce a prendere la situazione di petto allora è compito tuo; è questo che fa un team.

Ti lascio questo post, spero ti possa dare qualche dritta.

 

Grazie per il post, letto tutto. 

Non vorrei reprimere i miei istinti, e ho assolutamente intenzione di aiutarlo e andargli incontro se c'è un modo. Ma prendere l'iniziativa nelle condizioni attuali equivale a metterlo a disagio, e ora questo non sarà facile da levare dalla mia testa. 

Lasciare che prenda l'iniziativa solo e solamente a lui non è una cosa che può funzionare nel lungo periodo.  

Mi piacerebbe sentire i pareri anche di qualcuno che ha vissuto un esperienza simile

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Mkoll
19 hours ago, november_rain said:

Mi piacerebbe sentire i pareri anche di qualcuno che ha vissuto un esperienza simile

 
Circa 16 anni fa decidiamo di allargare la famiglia;  nei primi 2 anni ci sono 2 aborti spontanei. Nei successivi 2 anni non accade più niente. Incomincia il valzer degli esami; la risposta è una bella martellata sulle palle  basso numero di spermatozoi. La mia voglia scende sotto zero, il cazzo non ne vuole sapere e io mi chiudo in me stesso consumando paia di scarpe camminando per le campagne e boschi. Fortunatamente, lei mi sta accanto con dolcezza, non mi fa mancare il suo calore con abbracci, baci e carezze, non permettendomi di sentirmi inadeguato; tirandomi 2 calci nei denti quando sprofondo troppo.  Alla fine metto da parte il mio ego e ricomincio a fare sesso per dare e ricevere piacere godendomi i momenti con lei. Nel 2013 rimane incinta del nostro secondo figlio.
Nel mio caso, la sua "prossimità emotiva e fisica" è il fulcro su cui feci leva.
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november_rain
12 minuti fa, Mkoll ha scritto:
 
Circa 16 anni fa decidiamo di allargare la famiglia;  nei primi 2 anni ci sono 2 aborti spontanei. Nei successivi 2 anni non accade più niente. Incomincia il valzer degli esami; la risposta è una bella martellata sulle palle  basso numero di spermatozoi. La mia voglia scende sotto zero, il cazzo non ne vuole sapere e io mi chiudo in me stesso consumando paia di scarpe camminando per le campagne e boschi. Fortunatamente, lei mi sta accanto con dolcezza, non mi fa mancare il suo calore con abbracci, baci e carezze, non permettendomi di sentirmi inadeguato; tirandomi 2 calci nei denti quando sprofondo troppo.  Alla fine metto da parte il mio ego e ricomincio a fare sesso per dare e ricevere piacere godendomi i momenti con lei. Nel 2013 rimane incinta del nostro secondo figlio.
Nel mio caso, la sua "prossimità emotiva e fisica" è il fulcro su cui feci leva.

Grazie per avermi raccontato la tua esperienza. 

Sto riflettendo molto in questi giorni, e l'unica cosa che mi veniva in mente era di dargli più dolcezza, forse anche quella che normalmente non esprimo e che magari lo farebbe sentire meglio. 

La dolcezza senza secondi fini, quella che dai incondizionatamente 

Mi hai fatto riflettere

Grazie

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yurion
Il 29/1/2024 at 12:42, Kepak ha scritto:

Thread bellissimo, secondo me molto sottovalutato.

@november_rain da donna probabilmente hai sollevato il più grande problema di comunicazione tra uomo e donna.

Per mia esperienza, lamentarsi è inutile a prescindere, sia se lo si fa con una donna che con un uomo.

Essendo cresciuto principalmente con mia madre, praticamente quando esponevo i miei problemi le vie erano di solito due:

-melodrammi per cazzate (in questo mi rivedo molto nell'esempio del ginocchio sbucciato che faceva Aivia)

-mezzorette intervallate da sospiri piene di "io non ci posso fare niente, non ce la posso fare, è così e basta, io faccio il massimo e gne gne".

E le ho nascosto il 99% dei problemi e delle cose brutte che un ragazzo può fare e che io ho fatto.

 

E a mia madre voglio molto ma molto bene. Credo sia una delle persone migliori che ho incontrato in vita.

 

Spesso, quando ci discuto (per pochi minuti per la verità, ho imparato che è abbastanza inutile farlo) le faccio notare di come io non le abbia mai detto "non ci posso fare niente, non ce la posso fare".

A volte l'ho fatto, piangendo, chiuso in bagno da solo.

Davanti a lei e agli altri mi lamentavo senza senso, bestemmiando peggio di un veneto turco terrone e tiravo avanti la carretta.

Non dicendo mai, però, "non ce la posso fare".

 

Direi che il succo sta qui. Ho notato che molte donne quando hai un problema si concentrano sul problema e sul fatto che sei un fallito a prescindere perché hai quel problema.

Dalla cazzata più piccola al problema serio più grosso.

E questo cambia anche il metro di giudizio che hanno nei tuoi confronti per giudicarti come possibile partner.

Finché è una cosa che puoi risolvere perché dipende da te ok, ma se dipende dalla tua famiglia, per dire, che ci puoi fare?

Esempio:

Al momento sono autonomo, quindi non ho il posto fisso e da grande non avrò un'eredità.

Bene.

Dove vivo io il posto fisso é sacro e campano tutti grazie ai nonni/genitori.

Il posto fisso l'ho scartato a priori da ragazzo, perché mi sono detto "che ci faccio con uno stipendio da fame se vivo nelle case popolari e mia madre non lavora? Meglio rischiare e fare dei soldi in più per tirarmi fuori da questa situazione e costruirmi un piccolo patrimonio".

L'ho fatto, son andato via dal quartiere popolare e dopo anni in affitto ho due auto (seppur utilitarie), soldi investiti, e ho preso un piccolissimo appartamento interamente mio già pagato che darò a mia madre e che userò anch'io come appoggio dato che ho intenzione di girare un po'.

Il lavoro, chiaramente, può andare e venire (da autonomo semplice non è), però ok, è così.

Ci sono stati periodi di down emotivi pazzeschi, derivanti dalla precarietà della situazione. Qualcosa, quando ero più piccolo e meno maturo, con qualche ragazza mi è sfuggito. Al di là di qualche falso e impersonale incoraggiamento vedevi nei loro occhi la necessità di fuggire oppure quella repellente voglia di considerarti un fallito a priori.

 

continuo a non capire come queste cose possano coesistere? 

Ma farla andare in terapia no? Come si fa ad amare una così?

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