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I playboy giapponesi anni '60


Errenz

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Errenz

Parlavo a una donna del libro "11 minuti" di Paulo Coelho, dicendole che l'autore è uomo ma la protagonista è donna e il libro rende bene il punto di vista femminile. Lei, per lo stesso motivo, mi ha consigliato "La scuola della carne" di Yukio Mishima, 1963: la protagonista si chiama Taeko, ha 38 anni e ha una relazione con un 21enne di no e Senkichi. A circa metà libro ho trovato la descrizione dei "PUA" giapponesi dell'epoca, l'ho trovata interessante perché emergono gli stessi difetti dei robot-PUA descritti da Neil Strauss in The Game, con quarant'anni di anticipo.

"Si trattava di uomini che facevano della raffinatezza una ragione di vita e, agli occhi di donne a digiuno di affari di cuore, potevano anche apparire brillanti. Che quello fosse il loro scopo nella vita non era un granché straordinario. La voce dalle sfumature malinconiche e lievemente rauche, una tendenza al nichilismo, brusche modulazioni dolci... Sempre pronti a rispolverare le tecniche di seduzione senza mai trascurarne la messa a punto. Insomma, dei veri maestri.
Si vergognavano di avviare una conversazione davanti a una donna su un argomento "alto" come l'arte, per esempio. Per loro una donna era sempre una donna, che fosse un'aristocratica o una prostituta. Differiva solo il modo in cui rivolgerle la parola.
Erano sempre in ordine e alla moda, con le unghie ben curate; mostravano una certa originalità nel vestirsi, dalla cravatta ai calzini; possedevano orologi e accendini all'ultimo grido e li si vedeva spesso al volante di macchine straniere.
Fin qui, erano molti i punti in comune con Senkichi, benché questi non possedessero, stranamente, quel temperamento cupo da animale selvatico, nè l'impazienza della gioventù. Certamente sapevano come mostrarsi irritati, ma faceva parte di una tecnica e sapevano quando ricorrervi, ed erano del tutto privi della spontaneità di Senkichi.
Non c'era da sorprendersi che questa categoria di uomini non leggesse libri (probabilmente non ne aveva il tempo), né avesse interesse per la lettura o la politica; bastava grattare un po' la superficie per smascherarli. A furia di frequentarli, diventavano noiosi; a conferma di ciò, le partner cambiavano e loro non si stufavano mai di vantarsi delle nuove conquiste amorose. Avevano un proprio punto di vista sulle caviglie delle donne, ma fuggivano appena la conversazione si spostava su temi vagamente filosofici; qualora una donna toccasse un argomento simile, la osservavano tristi, senza parlare, fingendo ad arte di mostrare una superiorità intellettuale.
Fastidiosamente impassibili, si curavano solo che il loro modo di procedere non fosse minato. Si mostravano attenti alle proprie donne, poiché erano molto abili a recitare; in altre parole era una gentilezza minuziosamente studiata. Con qualsiasi donna, davanti alle altre, non scordavano mai di apparire interessati e, anche volendo ignorarle di proposito, facevano comunque in modo che costei non si sentisse veramente trascurata.
A pensarci bene, gli uomini che non mostrano mai  atteggiamenti dettati dal desiderio nei confronti di una donna, appaiono stranamente privi di carica animalesca. In effetti, non c'è dubbio: l'istinto animalesco non conosce artifici."
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