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Il Principio di rispetto


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Buongiorno, avventori di queste pagine. Scrivo poco su questo forum, ma quando lo faccio, lo faccio aprendomi seriamente e quindi sinceramente a chi mi leggerà. Oggi volevo fare una riflessione a voce alta. Magari banale, sicuramente già fatta - e in diverse salse - ma questa è un'esperienza di vita autentica, ed è mia: ve la riporto.

Per chi volesse farsi un'idea su chi io sia, o meglio su quale sia il mio orientamento sessuale e la mia sessualità, mi potete leggere qui. È una premessa che potrebbe tornare utile. Non ho riletto, spero di non ripetermi.

Rubricai quella discussione sotto la categoria "Sesso", decisamente pertinente. Oggi scrivo sotto la categoria inerente allo sviluppo personale. Ecco, sviluppo personale. Quest'ultimo è una diretta conseguenza della mia attuale filosofia di vita; e a sua volta ha avuto delle conseguenze. Conseguenze paradossali.

Facciamo chiarezza però: la mia filosofia di vita. Qual è?

È semplice, ma difficile da spiegare. Può suonare quasi banale, ma non lo è affatto. Per spiegarlo forse è bene partire dalla componente psicologica fondamentale, che si riassume in quello che potremmo battezzare come Principio di rispetto. Rispetto. Verso di sé, versi gli altri. C'è chi può essere migliore in questo o quello, chi può valere di più come impiegato che non come dirigente, ma tutti meritano rispetto, meritano comprensione. A meno che non stiano danneggiando consapevolmente e ingiustamente qualcuno - in tutti gli infiniti modi che si possono trovare per danneggiare un'altra persona. In quel caso la condanna dev'essere ferma. Ma nel caso in cui questo danno doloso e ingiusto non sussistesse, niente e nessuno ci colloca sopra un'altra persona, mai.

Noi non facciamo eccezione. Così come diamo o dovremmo dare rispetto agli altri, dovremmo accordarlo a noi stessi. Mi sembra così lineare!... E chi non ci rispetta per arroganza, maleducazione, superbia... sbaglia. Ed è lui a sbagliare, è un suo errore del quale non dovremmo rammaricarci; ché abbiamo tanti errori nostri da cercare di scansare nella vita, figurarsi se dovessimo anche accollarci il cruccio degli errori altrui!

Questo è il principio che mi guida nel relazionarmi con gli altri. E verso di me. Soprattutto verso di me: la mia priorità sono io; e se questo atteggiamento può direttamente o indirettamente danneggiare qualcuno, non è ingiusto, ma anzi un legittimo diritto, nonché il fondamento sul quale costruire qualsiasi sana relazione di amore - in tutti i modi in cui questo è declinabile. Perché soltanto noi stessi, attraverso il nostro rispetto nei nostri confronti, possiamo soddisfarci: chi crede di trovare la realizzazione personale al di fuori di sé è un illuso! È condannato a un'esistenza frustrante alla continua ricerca di qualcosa che cerca nei luoghi sbagliati. E, a ragion veduta, è quando siamo colmi di rispetto per noi, che siamo più propensi a darne agli altri.

Io mi rispetto enormemente. Che non vuol dire megalomania: attenzione; così come dar rispetto a chi non è alla nostra altezza nel nostro campo di studi non vuol dire pietà. Il rispetto è un imperativo categorico, e noi stessi lo esigiamo quanto tutti gli altri, tanto da questi ultimi quanto da noi stessi. E, come dicevo, da noi stessi in particolar modo, perché rispettandoci siamo più inclini a rispettare e gli altri sono più inclini a rispettarci.

Un periodo della mia vita, breve per fortuna, ho freneticamente cercato la soddisfazione nell'approvazione altrui. Ad oggi, ventisettenne, non è più così; e non lo è da anni. Oggi ho tanto interiorizzato il principio di cui sopra - al cui raggiungimento sono arrivato da solo - che è diventato un intimo e istintivo modello di comportamento alla base di qualsiasi mia azione e interazione.

Quindi: lo sviluppo personale come conseguenza di una filosofia di vita. O la filosofia di vita come assioma di uno sviluppo personale. E in cosa consiste questo sviluppo personale?

Innanzitutto, se ci rispettiamo, siamo onesti con noi stessi. Ammesso e non concesso ne siamo in grado. Quando ci rispettiamo e siamo onesti con noi stessi, sappiamo cosa vogliamo. Ammesso e non concesso ne siamo in grado. Quando ci rispettiamo, siamo onesti con noi stessi e sappiamo cosa vogliamo... cerchiamo di perseguirlo.

Se finora il discorso poteva considerarsi erga omnes, ora si fa quanto mai personale. Tenete bene a mente che si parla di me.

Il mio più grande obbiettivo nella vita è una continua opera di completamento, di evoluzione di me stesso. Ho i miei personalissimi interessi e faccio ruotare la mia vita attorno a questi. Caso vuole puntino tutti nel migliorarmi nel corpo e nella mente. Mi sveglio alle 6, studio, mi alleno, conosco, imparo. A letto alle 21. Ho trovato la mia routine, che mi dà immense soddisfazioni. Ogni esame sostenuto, ogni mesociclo concluso, ogni romanzo, ogni saggio letti... mi sento meglio con me stesso, più completo. Ho amici, sì, ma il mio tempo lo dedico soltanto a chi reputo meritevole, e lo faccio solo quando posso dedicarmi a lui e ci riesco nella miglior versione di me che sono in grado di fornirgli in quel momento; non perché timoroso di giudizio, ma perché solo a queste condizioni avrei piacere di condividere il mio tempo.

Ogni giorno è un piacere migliorarmi in qualcosa: alzare il massimale di stacco, imparare una nuova disciplina, conoscere un nuovo regista, imparare una nuova ricetta. Questo percorso è iniziato da anni ormai, ma sta via via sempre meglio definendosi nella mia vita, e riesco a seguirlo con sempre maggiore dedizione ed entusiasmo.

Filosofia di vita, sviluppo personale, conseguenze paradossali. A cosa mi riferivo?

Se avete letto la discussione a cui vi ho rimandato sopra, saprete che sono asessuale. No, non ho il desiderio impellente di fare sesso; a volte non ne vedo il senso, altre mi disgusta quasi. Sia chiaro, provo piacere con il corpo in tutti i modi in cui lo provate voi; e l'esperienza sessuale può capitare ed essere piacevolissima, ma non tendo ad essa, ecco. Ho fatto la pace con questo: credo di vedere le ragazze in maniera molto differente da quella in cui le può vedere un maschio eterosessuale. E questo, per l'appunto, ha reso le conseguenze di questa mia evoluzione paradossali. Perché tutto ciò mi ha reso attraente quanto prima nemmeno immaginavo di poter essere. Sono innamorato di me - in senso lato s'intende - tanto da irradiare amore per me. Rispetto gli altri a tal punto da ispirare rispetto assoluto. Antipatia a volte, certo, può capitare; magari risulto tale anche a chi mi legge ora, ma il rispetto non mi manca mai ragionevolmente.

L'amore che mi sono accordato è tangibile. È tangibile nel modo in cui ho costruito il mio fisico, nel mio taglio di capelli - 0.5 mm - che ho sempre temuto di sfoggiare; è tangibile nei miei movimenti, nella mia dizione, nel mio italiano sia parlato che scritto; è tangibile nelle mie conversazioni, nei miei argomenti; è tangibile nei calli e nei graffi lasciati dai bilancieri sulle mie mani e sui miei stinchi; nel colletto coreano della mia camicia e nelle mie derby scamosciate, nelle mie calze rosse e nella mia giacca tortora.

Domenica scorsa ero ad una festa: c'erano due ragazze, una delle quali davvero bella, entrambe con una carica sessuale enorme: le avevo addosso. Addosso, vi dico. Hanno approcciato loro, si proponevano a turno, una specialmente (ma forse sono io che mi sono più dedicato a lei). Quella più bella indossava dei pantaloni di pelle incredibilmente erotici: mi ha approcciato mentre parlavo di alimentazione con un paio di altri ragazzi: si allena anche lei e si vedeva. Abbiamo chiacchierato diffusamente. Mentre le ero seduto a fianco, più tardi, si è piegata per far vedere una cosa al cellulare alla sua amica - quest'ultima al mio altro fianco - spalmandosi col seno sul mio grembo. In quel momento ricordo di aver pensato vagamente divertito a qualcosa come "Questo dev'essere uno IOI grosso come una casa: se lo sento tanto distintamente io il suo seno contro di me, è impossibile non se ne accorga lei". Asessuale o meno, mi sono divertito un sacco in quella situazione; l'ho trovata particolarmente eccitante. La tensione sessuale è stata palpabile in un paio di momenti; e per me la tensione sessuale è molto più eccitante del fare sesso. Fare sesso può essere piacevole, ma flirtare e creare una tensione che tende al sesso è puro godimento.

Incredibilmente durante la serata sono riuscito a bere alcolici. Di solito non bevo che acqua; il cibo è solo quello che mi programmo. Ma gli alcolici mi venivano proposti da queste due ragazze - che ho poi scoperto essere coinquiline - e per di più la nostra Catwoman in pantaloni di pelle lo faceva col suo bicchiere. Ho pensato fosse una strappo alla regola doveroso, viste le interessanti circostanze. Peccato però non regga più un granché quella roba, sebbene in dosi modeste che dovrebbero essere modestissime per la mia stazza: a fine serata mi hanno chiesto come mai non le avessi lasciato il numero, dal momento che me l'ha chiesto: beh, forse ero un po' intontito, perché ricordo bene l'abbia fatto; ricordo addirittura essermi passato per la testa che mi stava chiedendo un contatto, ma non ho proprio pensato di darglielo davvero. Forse semplicemente ormai non vedo più le ragazze come un obbiettivo; di sicuro con questa ragazza non ho mai pensato seriamente a cose come chiusura et similia. C'è stato un momento in cui siamo stati soli a parlare, uno dei momenti di più fitta tensione sessuale della serata, in cui ricordo di aver formulato mentalmente l'immagine di me che si avvicinava a baciarla, ma non l'ho pensato seriamente. Difficile a capirsi, uh? Figuratevi provare a spiegarlo come sto tentando di fare io. Vivo una situazione di disconnessione tra corpo e mente, credo, in un certo senso. Tra subconscio e conscio. Un po' di brace, niente di più; oggi come oggi è già scemato il mio interesse per questa ragazza e penso sia un bene non abbia avuto il mio numero. Ma mi farebbe piacere incontrarla di nuovo, son stato bene in sua compagnia.

Non ho mai finto, sono sempre stato me stesso; il me stesso che ho cullato in questi ultimi tempi. Ero sempre perfettamente a mio agio, non cercavo di imitare nessuno, facevo quello che facevo perché mi andava di farlo, e non perché qualcuno mi avrebbe ritenuto "figo" in quanto maschio che rimorchia una femmina. Non avevo alcun timore si girasse dall'altra parte e non mi parlasse più; per me l'ultima parola che mi diceva poteva benissimo essere l'ultima che mi avrebbe mai detto. Questa persona non aveva niente da darmi, per quanto mi riguardava; o perlomeno non desideravo nulla da lei. Ho condotto una serata in sua compagnia ridendo e divertendomi sinceramente. Era divertente, ci ho giocato. Era innanzitutto una persona, poi una bella ragazza.

Ho voluto raccontare questa mia vicissitudine perché lo trovo un interessante spunto di riflessione. Quando cercavo disperatamente di apparire di valore, raramente ci riuscivo. Sono un bel ragazzo, lo sono sempre stato, riuscivo ad avvicinare le ragazze, a volte a "chiudere". Ma le vivevo come se fossero loro a darmi valore; e quando cerchiamo di carpire valore dagli altri è come se cercassimo di afferrare l'aria: è inconsistente. E la metafora che mi figuro in mente è quella di una persona che annaspa, come se stesse costantemente lì lì per affogare. Forse è così che appare una persona che non si percepisce di valore e lo elemosina dagli altri: come uno che affoga.

Fate l'amore con voi stessi tutti i giorni durante la veglia, le notti nei sogni; vogliatevi sinceramente bene; siate il meglio che potete essere in accordo con i vostri desideri.

Modificato da Il Principe
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Il Principe
2 ore fa, Bussola ha scritto:

Insomma, hai scoperto l'acqua calda , bravo .

 

Adesso posso farmi una doccia evitando quelle fastidiose contratture.

  • Grazie! 1
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  • 1 mese dopo...
sebino

@Il Principe credo sia un bel post, sopratutto per chi si trova in un periodo in cui ha perso un po' il contatto con se stesso. Grazie!

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sebino

@Il Principe io mi sento male ed in colpa perché recentemente ho mancato di rispetto ad una ragazza con cui sono stato un anno, ora mi ha bloccato su tutti i social. Vorrei un tuo parere, l'ultimo contatto è stata una chiamata risposta a fatica da parte sua, poi sono riuscito a parlarle. Rispose a fatica perché insistevo. Conclusa con un "ti voglio bene"..reciproco.

Poi dopo una settimana le mandato un messaggio negativo, in un punto specifico del messaggio offendendola, insomma dissi una cosa brutta.

Poi dopo altri sette giorni un messaggio di scuse. Dopo averlo visualizzato mi ha bloccato sia su messenger che su facebook. Mi odierà, penserà che sono una persona ignobile. Anche se sono anche stato molto dolce con lei, e lei lo sa.

Ora, perché faccio così? Perché sto male per averla offesa, perdendola forse per sempre? Perché le ho mancato di rispetto? Forse non ho rispetto di me stesso? Ora non so cosa darei per tornare indietro ed avere il suo perdono, perché è una buona persona come lo sono io.

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  • 2 settimane dopo...
Il Principe
Il 21/5/2019 alle 21:46 , sebino ha scritto:

@Il Principe io mi sento male ed in colpa perché recentemente ho mancato di rispetto ad una ragazza con cui sono stato un anno, ora mi ha bloccato su tutti i social. Vorrei un tuo parere, l'ultimo contatto è stata una chiamata risposta a fatica da parte sua, poi sono riuscito a parlarle. Rispose a fatica perché insistevo. Conclusa con un "ti voglio bene"..reciproco.

Poi dopo una settimana le mandato un messaggio negativo, in un punto specifico del messaggio offendendola, insomma dissi una cosa brutta.

Poi dopo altri sette giorni un messaggio di scuse. Dopo averlo visualizzato mi ha bloccato sia su messenger che su facebook. Mi odierà, penserà che sono una persona ignobile. Anche se sono anche stato molto dolce con lei, e lei lo sa.

Ora, perché faccio così? Perché sto male per averla offesa, perdendola forse per sempre? Perché le ho mancato di rispetto? Forse non ho rispetto di me stesso? Ora non so cosa darei per tornare indietro ed avere il suo perdono, perché è una buona persona come lo sono io.

Forse mi sopravvaluti, caro, e allo stesso tempo sottovaluti te stesso. Questi sono tutti interessanti interregativi che devi giustamente porre a te stesso e ai quali devi dare un risposta che solo tu puoi avere. Io no di certo.

So però che le azioni hanno delle conseguenze.

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