“Sono fatta/o così, non posso farci nulla”.
Quante volte hai detto o sentito questa frase durante una discussione?
Capisco perfettamente che molto spesso sia più conveniente rifugiarsi in questa scusa, l’ho fatto tante volte anche io. Fino a che non ho capito che era assolutamente controproducente.
Vediamo però cosa c’è di vero…
All’inizio del secolo scorso, il neurologo tedesco Korbinian Brodmann ha sviluppato una mappa della corteccia cerebrale e individuato 52 aree – conosciute ora come Aree di Brodmann – distinte per le rispettive caratteristiche cito-architettoniche, ovvero secondo organizzazione, funzione e forma dei neuroni.
La mappa redatta da Brodmann è stata migliorata negli anni, grazie alla ricerca per recuperare le funzionalità psicomotorie dei veterani che – reduci dalle numerose guerre del secolo scorso – tornavano con lesioni cerebrali. Nel corso dei decenni, le funzioni delle varie porzioni di corteccia cerebrale sono state identificate progressivamente con maggiore precisione.
Nel 2016, un team di scienziati guidati da Matthew Glasser e David Van Essen ha presentato una nuova mappa della corteccia cerebrale in cui sono state individuate 180 aree distinte.
Grazie a queste mappe, ora sappiamo dove si trova la zona responsabile della memoria associativa, quella che elabora gli stimoli uditivi, e perfino l’area responsabile dell’orgasmo.
La morfologia della materia corticale è estremamente più individuale delle impronte digitali e della conformazione dell’iride, e qui arriva la brutta notizia…
La scienza ha dunque dimostrato che ognuno di noi presenta alcune aree della corteccia cerebrale più grandi e sviluppate e altre più piccole. In certi casi le differenze sono sostanziali, tanto da influenzare diverse abilità e predisposizioni.
Dal punto di vista della morfologia corticale, quindi, qualcuno di noi ha dei vantaggi fin dalla nascita. Quindi se non riesci a fare un assolo al violino, probabilmente la ragione proviene dalla tua materia corticale…
La struttura del cervello, però, è determinata solo in parte da fattori genetici: i fattori ambientali possono in alcuni casi essere determinanti e la scienza non è ancora riuscita a stabilire quanto importante sia il fattore genetico rispetto a quello ambientale.
L’ambiente è terribilmente importante – sia durante lo sviluppo del cervello sia nelle fasi successive – e approfondiremo l’argomento successivamente.
Quindi l’affermazione “sono fatto così” è vera dal punto di vista morfologico, ma anche nel caso in cui ci sottoponessimo ad una risonanza magnetica funzionale sarebbe comunque difficile individuare l’esatta morfologia del nostro cervello e delle aree corticali.
L’unico vero modo che abbiamo per scoprire i nostri limiti è provare.
Numerosi tentativi – falliti o realizzati – sono l’unico modo che abbiamo per conoscere meglio noi stessi. La frase “sono fatto così” diventa solo un limite che ci poniamo per rimanere nella nostra “comfort zone” e non provare a migliorare noi stessi.
Scopri il tuo potenziale, lavora su te stesso, metti alla prova le tue sinapsi.
Non lasciare che una scusa banale come quella di “essere fatto così” ti precluda le meravigliose avventure davanti a te!